E' morta la donna investita dal cognato: la moglie lo accusa

E' morta la donna investita dal cognato: la moglie lo accusa Indagini sull'episodio accaduto a Vallecrosia E' morta la donna investita dal cognato: la moglie lo accusa «Voleva ucciderci tutte e due», dice Immacolata Albanese - Il responsabile nega: «E' stato un incidente casuale » - L'uomo è in carcere dove attende la decisione della magistratura (Dal nostro corrispondente) Ventimiglia, 23 luglio. Giuseppina Albanese, 40 anni, madre di un maschietto di 9, investita ieri sera, pare deliberatamente, dal cognato Calogero Carbone di 43 anni, è morta oggi poco dopo le 17, all'ospedale di Ventimiglia. Di conseguenza la posizione del Carbone, che è nato a Sommatino (Caltanissetta), ma risiede in frazione Piani di Borghetto a Bordighera, si è ulteriormente aggravata. Giuseppina Albanese era stata investita dall'auto del cognato ieri sera in via An- geli Custodi di Vallecrosia mentre camminava in compagnia della sorella, moglie per l'appunto del Carbone. Secondo le prime indagini ci si troverebbe di fronte ad una vendetta, ammesso che effettivamente il Carbone abbia deliberatamente spinto l'auto contro la cognata e l'investimento non sia stato invece frutto di fatalità. Da tempo tra Calogero Carbone e la moglie Immacolata Albanese i rapporti erano tesi. I litigi erano all'ordine del giorno a causa, pare, dell'ingiustificata gelosia dell'uomo. Già lo scorso anno, quando i due erano residenti e Grenoble, la donna era stata cacciata di casa e si era rifugiata presso il cognato e la sorella, che abitano in via Angeli Custodi 39 di Vallecrosia. Il marito però era tornato a rappacificarsi e vi era riuscito dopo vari tentativi; prima però vi erano stati altri litigi ed il Carbone aveva perfino preso a sassate l'abitazione dei parenti die ospitavano la moglie. Rientrati in patria un mese fa, i coniugi si stabilivano a Bordighera: Calogero aveva trovato lavoro sulla Costa Azzurra, Giuseppina faceva la domestica ad ore. Otto giorni fa, durante un'ennesima lite, sempre dovuta alla gelosia, la dolina veniva cacciata di casa per la seconda volta e trovava di nuovo ospitalità presso la sorella a Vallecrosia. Ieri pomeriggio, verso le 17,30, terminato il lavoro, l'Immacolata trovava il marito ad attenderla in via Angeli Custodi. L'uomo cercava di convincerla a ritornare con lui. Visti inutili i tentativi il Carbone risaliva in macchina (una vecchia « Sinica 1300 » ancora immatricolata in Francia) e seguiva la moglie che aveva nel frattempo incontrato la sorella. Percorsi forse cento metri, in un'ampia curva, l'auto con uno scarto rabbioso piombava sulle due donne che camminavano affiancate, tenendo la loro destra. Mentre l'Immacolata avvertita dalla so rella riusciva a scansarsi Giuseppina, presa in pieno, veniva sbalzata sul cofano della macchina, finendo poi a terra in gravi condizioni. Il Carbone — che con la macchina era poi finito contro un biione della spazza¬ tura — si dava alla fuga a piedi, ma veniva fermato dai Vìgili urbani poco distante dal luogo dell'incidente. Principale ed implacabile accusatrice del Carbone, è proprio la moglie, rimasta illesa grazie all'altruistico gesto della sorella. Essa sostiene che il Carbone «ha deliberatamente cercato di uccidere lei e la sorella». L'uomo, invece, nega recisamente, affermando di aver perso il controllo della vettura a causa del dolore per aver visto fallire il suo tentativo di riconciliazione. Il Carbone è ora in carcere in attesa di una decisione della Magistratura. j_ mi 1 Pina Albanese, la vittima, e Calogero Carbone, il cognato iiiiitiiiiiHitiiiifiiiiiiiiifiiiiittiiiiiiitiiiiiiiiiiiiittiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiriiiiMiiiiiiiiiiiitiitiiifiii

Persone citate: Calogero Carbone, Giuseppina Albanese, Immacolata Albanese, Pina Albanese