Sedov annuncia nuovi programmi spaziali dopo l'impresa dell'Apollo e la fine del Lunik

Sedov annuncia nuovi programmi spaziali dopo l'impresa dell'Apollo e la fine del Lunik Il 21 luglio rimarrà una data nera nella storia della cosmonautica russa Sedov annuncia nuovi programmi spaziali dopo l'impresa dell'Apollo e la fine del Lunik In un articolo della « Pravda », l'accademico prevede l'installazione di laboratori con persone a bordo in orbite terrestri, nuove sonde automatiche sulla Luna e sui pianeti, il lancio di satelliti artificiali intorno a Venere e Marte - L'Urss non abbandonerà la via scelta, cioè l'ira* degli automatismi: «Le macchine devono precedere i piloti» - Anche l'accademico Petrov parla di «riscossa» in una dichiarazione all'agenzia «Novosty» - L'astronomo Komarov prospetta la possibilità che su Marte vi sia qualche forma di vita (Dal nostro corrispondente) Mosca, 23 luglio. « Le esplorazioni spaziali sovietiche continueranno in varie direzioni e comprenderanno voli con equipaggi umani». Con queste parole l'accademico Sedov, uno dei «padri» della cosmonautica russa, ha annunciato oggi sulla «Pravda» la decisione di raggiungere e superare gli Stati Uniti. Alla delusione e all'amarezza dei giorni scorsi, l'Urss reagisce così rinnovando l'impegno di riconquistare la supremazia appena perduta. L'uomo, ha anche detto Sedov, scenderà forse sugli altri pianeti prima del 2000; e ha delineato un vasto programma di esplorazioni fra le stelle. Lunedì 21 luglio rimarrà a lungo una data Infausta nella storia della cosmonautica sovietica. Mentre gli astronauti americani « passeggiavano» sulla Luna e ne ripartivano felicemente, la sonda automatica « Luna 15 » vi si schiantava. Il lead conquistato dai russi nel 1959 con il primo « Sputnik », rafforzato nel '61 da Gagàrin e conservato fino al 1966, era definitivamente perduto. E' troppo presto per capire se gli scienziati e gli economisti sovietici ne hanno tratto le debite conclusioni. L'articolo di Sedov sulla Pravda sembra dire di sì. Con calma e volontà, la cosmonautica russa prosegue la realizzazione dei piani a lunga scadenza che vengono così indicati da Sedov: «Installazione di laboratori in orbite terrestri, con personale a bordo, voli di sonde automatiche sulla Luna e sui pianeti, installazione di satelliti artificiali intorno ai pianeti, e viaggi interplanetari ». Sedov indica anche un altro obiettivo, che sembra però più vicino alla portata degli americani che dei sovietici: « La creazione di basi di ricerca sulla Luna per osservazioni astronomiche e di altro genere », e aggiunge: « E' un obiettivo realistico », L'accademico precisa che il trionfo di « Apollo 11 » noi- indurrà i sovietici ad abbandonare la via scelta, e cioè l'uso degli automatismi nello spazio a preferenza degli uomini. Egli insiste anzi nell'affermare che le macchine devono precedere i piloti: « Ciascun volo con esseri umani è stato preceduto e lo sarà senza dubbio anche in futuro da voli con automatismi. Questi svolgono un ruolo indispensabile di pionieri, di staffette, e non sono costosi né complessi... L'invio di piloti su Venere o Marte nei prossimi anni è da escludere. Ma verrà il giorno, forse prima della fine del ventesimo secolo, che una pi-ossa astronave con uomini a bordo partirà per una lunga spedizione sui pianeti a noi ricini ». Anche l'accademico Petrov, direttore dell'Istituto per le ricerche nello spazio di Mosca, preannuncia la « riscossa » della cosmonautica sovietica. Egli ha dichiarato all'agenzia Novosty: « Il nostro programma non si limiterà allo studio dello spazio circumterrestre, ma si estenderà alle rotte tra la Terra e il Sole, e alla Luna e ai pianeti del sistema solare. Noi riteniamo che anche i pianeti più lontani siano raggiungibili, a cominciare da Giove ». Come Blagonravov, il più anziano degli scienziati russi preposti alle esplorazioni spaziali, Petrov è un accanito sostenitore della priorità degli automatismi. A proposito dell'» Apollo 11 » ha detto: « La sua impresa è stata molto rischiosa. Anche guidando una automobile, una macchina violto meno complicata, su percorsi abituali e insignificanti rispetto a quelli di un vascello cosmico, talvolta ac. cadono incidenti ». Si intravedono già i primi segni dell'ambizione e dei progetti russi. Venere (solo japr gli automatismi, essendo inabitabile). Marte e Giove sembrano 1 punti di riferimento dei sovietici, dopo le stazioni orbitali terrestri e la Luna. L'astronomo Komarov prospetta oggi su Stella Rossa la possibilità che su Mar¬ te vi sia qualche forma di vita. « Marte è un, pianeta misterioso ed enigmatico». Egli scrive: « Ogni tentativo di ottenere prove dirette dell'esistenza di qualche essere su Marte trova gravi difficoltà... Ma noi abbiamo- accertato che alcuni microorganismi si adattano al suo clima..: Gli studi su Marte sono aperti a grandi speranze ». Alla radio e alla televisione si dibattono gli sviluppi più immediati, e la gente scrive ai giornali chiedendo: «Perché siamo rimasti indietro? ». Ma è davvero in grado la scienza sovietica di raggiungere e superare gli Stati Uniti? Soltanto nei prossimi mesi si potrà rispondere a questa domanda. Se le informazioni fornite ai giornalisti occidentali la scorsa settimana da circoli collegati al programma spaziale sono fondate, essa ha risolto il problema del vettore. Il razzo che ha lanciato « Luna 15 » sulla Luna è nuovo, e avrebbe una potenza quasi eguale a quella del « Saturno 5 » americano. I primi esperimenti con esso sarebbero falliti (si citano le esplosioni al polìgono di lancio di Baikonur in aprile e in giugno), ma ora il razzo, chiamato forse « Gl », sarebbe perfettamente collaudato. Sennonché il vettore non è tutto, anzi rappresenta il problema minore. Il problema di fondo della cosmonautica sovietica è tecnologico e si articola in due direzioni: quello delle tecniche specifiche spaziali e quello dell'apporto generale del paese. Per quanto riguarda il secondo punto, le prospettive non sono eccellenti: qualcuno ha definito Baikonur « un'isola di calcolatori in un mare di pallottolieri». Per quanto riguarda il primo, dal '66 in poi l'Urss ha segnato il passo. Nei prossimi mesi, essa può realizzare due imprese: la costruzione di una piattaforma orbitale terrestre, però molto rudimentale (infatti non è ancora padróna della tecnica dei rendez-vous come lo sono gli americani) e il, lancio di una sonda automatica sulla Luna con ritorno a Terra, secondo un sistema diverso dall'« Apollo », cioè con manovra diretta. Per ora, i sovietici continuano con gli esperimenti abituali. Ieri avevano mandato in orbita terrestre il « Cosmos 290 », oggi hanno fatto seguito con il « Monlia 1 », satellite per le comunicazioni radiotelefoniche e televisive. I programmi della radiotelevisione di Mosca arriveranno, col nuovo satellite, negli angoli più lontani dell'Artico, della Siberia, dell'Estremo Oriente e dell'Asia Centrale Ennio Carette» Lo scienziato russo Sedov, a sinistra, con Von Braun ad un congresso di astronautica