La Francia propone un «vertice» del Mec per discutere l'adesione dell'Inghilterra di Sandro Doglio

La Francia propone un «vertice» del Mec per discutere l'adesione dell'Inghilterra Una svolta, nella politica europeistica del governo di Parigi La Francia propone un «vertice» del Mec per discutere l'adesione dell'Inghilterra Il ministro degli Esteri Schumann dichiara a Bruxelles: «E' evidente che nessuno di noi ha obiezioni di principio all'ingresso nella Comunità di paesi che ne hanno fatto domanda» - E aggiunge: «Dobbiamo recuperare il tempo perduto» - La riunione dovrebbe avvenire in autunno (forse ottobre) all'Aia (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 22 luglio. La Francia ha proposto oggi che si riunisca al più presto un « vertice dei supremi responsabili» del Mercato Comune, al fine di ottenere uno stimolo «per trovare il soffio necessario a nuovi progressi per l'Euro* pa ». La conferenza" dovrebbe tenersi all'Aia in autunno: già si parla d! ottobre. Nel fare la proposta, il ministro degli Esteri francese, Maurice Schumann, ha esplicitamente parlato della ne¬ cessità di recuperare il « tempo perduto ». Ed a proposito dell'ingresso della Gran Bretagna nel Mcc, ha detto: « Parliamoci chiaro: più è evidente che nessuno di noi ha obiezioni di principio all'adesione dr paesi che ne hanno presentato domanda, pia è indispensabile che noi iniziamo i negoziati con la certezza di portarli a buon 'fine ». La Francia di Pompidou sembra dunque aver completamente cambiato politica rispetto a De Gàulle. All'epo¬ ca del Generale, Parigi guardava con diffidenza, quasi con sospetto, all'organizzazione di Bruxelles. Ad ogni iniziativa dei cinque altri Paesi opponeva i propri egoistici interessi ed ufi testardo nazionalismo. Alle richieste di Londra rispondeva con un categorico veto. Oggi la Francia sollecita invece il completamento dell'unione economica, spinge i partners all'integrazione, sostiene la necessità di mettersi d'accordo al più presto possibile sull'adesione ingle- se, e giunge al punto dì far dire al proprio ministro degli Esteri — come è successo oggi a Bruxelles — che « è impaziente di poter finalmente affermare che, per il solo fatto di essere irreversibile, l'Europa econòmica è già l'Europa politica)). Questa svolta concreta della Francia net confronti dell'Europa $ il fatto politico, più importante del momento. Ci si può logicamente attendere che qualche passo innanzi venga fatto dai Sei sulla via dell'integrazione del continente, che si realizzi una politica industriale e commerciale, comune, che si riesamini il problema della collaborazione tecnologica e di Euratom, e che si avviino negoziati con la Gran Bretagna, l'Irlanda, la Danimarca e la Norvegia.. Sono del resto ì punti essenziali del discorso di Schumann, sul quale gli altri ministri (con sfumature che vanno dall'approvazione assoluta del tedesco Brandt, e dell'olandese Luns, ad una certa prudenza del sottosegretario italiano Zagari), hanno già detto di essere d'accordo. « Non si pub realizzare un autentico mercato comune industriale — ha detto il ministro degli Esteri francese — senza ridurre le disparità ancora esistenti nelle condizioni di produzione e di vendita. Voi ci troverete dunque non soltanto favorevoli, sistematicamente favorevoli; al coordinaménto, all'armonizzazione delle politiche economiche in tutti i loro aspetti. Saremo sempre ansiosi di definire e di attuare un'autentica politica industriale nella comunità». . Continuando l'elenco dei problemi che il nuovo governo francese è pronto ad affrontare e risolvere, Schumann ha détto': «C'è la necessità di eliminare finalmente gli ostacoli finanziari e giuridici alla fusione delle società, di definire uno- statuto,, delle soctej»..europea ed una politica chiara nel setiore delle regole.. \de]^majGOTrenza+: di armonizzarele disposizioni sulla produzione della proprietà industriale, di sopprimere gli ostacoli tecnici agli scambi, eccetera». Citando il primo ministro Chaban-Delmas, Schumann ha aggiunto: « Siamo pronti ad andare svelti è lontano se i nostri partners sono essi stessi disposti ad andare svelti e lontano, nel senso di un'Europa cosciente dei propri destini ». Con chiarezza e precisione ha definito la politica della Francia nei confronti dell'eventuale ingresso della Gran Bretagna nel Mec. «Prima di tutto non è affatto inevitabile che l'ingresso della Gran Bretagna e di nuovi partners provochi un indebolimento della Comunità. In secondo luogo è importante che noi ci mettiamo d'accordo al più prestò sulle condizioni che devono essere disposte affinché dall'ampliamento del Mec non risulti alcun indebolimento». Tutte idee che qualche mese fa soltanto sarebbero state impensabili a Parigi. Alfa fine dell'anno, ha detto ancora il ministro degli Esteri francese, scade il perìodo transitorio e il Mercato comune entrerà nella fase definitiva. «Poca gente, dodici anni fa, avrebbe osato scommettere che l'impegno sarebbe stato tenuto ». L'impegno sarà realizzato, è perciò indispensabile, prima che l'Europa diventi un fatto irreversibile, che noi ci concediamo un « momento di riflessione ». Tra l'altro — ha sottolineato — dobbiamo «riflettere sul ruolo degli Stati europei nel mondo ». Per questo, a nome del capo dello Stato e del governo francese, ha proposto ai partners del Mercato Comune che essi decidano di riunire i loro rappresentanti supremi al più presto possibile, «secondo modalità che convengano a tutti». Ciò, per permettere ai capì dì Stato e di governo « uno scambio di punti di vista senza limitazioni né ordini del giorno prestabiliti ». Sandro Doglio

Persone citate: Brandt, Delmas, Maurice Schumann, Pompidou, Schumann, Zagari