Non potremo essere come prima di Vittorio Gorresio

Non potremo essere come prima CONSEGUENZE INEVITABILI NELLA VITA POLITICA E SOCIALE Non potremo essere come prima Nell'era lunare, anche senza volerlo, certi nostri atteggiamenti cambieranno - Kruscev tentò di celebrare nel più ortodosso rito comunista la prima « passeggiata spaziale » di Gherman Titov; ma fu costretto ad accettare metodi « americani » per fare pubblicità al suo eroe - Purtroppo i princìpi politici stentano a seguire i rapidi sviluppi della scienza, ed i pregiudizi resistono tenacemente alle rivoluzionarie conquiste della tecnologia E' ancora presto per dire come e quanto la nuova dimensione conquistata dall'uòmo potrà avere influenza sulla politica, cioè sui rapporti collettivi, sul'tìtoai di governo, sulla, condotta degli affari umani. Le' incrostazioni psicologiche sono dure, sono lente a dissolversi dopo la presa di millenni, e qualche volta basta anche un più recente costume, o l'ideologia che lo informa, a renderle inattaccabili. Una prova, ad esempio: tornato Gherman Titov dalla sua grande impresa astr'onautica del 1961, Nikita Kruscev gli . telefonò: « La tua è un'impresa da eroi. Tu hai realizzato l'antico sogno dell'uomo, il volo cosmico, che fino a non molto tempo fa era considerato irrealizzabile ». Non era detto male, ma dove la telefonata cominciò a stridere per qualche corda meno felice fu quando Kruscev disse a Titov: « Noi siamo fieri che questo sogno lo abbia avverato tu, un sovietico, un comunista. Adesso tu non sei più membro in prova del partito, dato che il tuo periodo di attesa è spirato, perché ogni tuo momento di permanenza nello spazio conta anni. Hai completato per ciò il periodo di attesa per entrare nel partito, dimostrando che sei un vero comunista capace di tenere ben alto il vessillo di Lenin». Ci sono varie considerazioni da fare. La prima è che il cordiale e spontaneo entusiasmo di Kruscev si burocratizzava tutto a un tratto, degenerando al livello di una notificazione leggermente ridicola. Quel suo computo del tempo spaziale ai fini della rivalutazione dell'anzianità, o, come si potrebbe anche dire, della ricostruzione di una carriera, ricorda infatti le norme ministeriali che stabiliscono con la precisione di un misurino da farmacista il valore dei titoli preferenziali per l'ammissione ai pubblici concorsi e per l'accertamento di una graduatoria: tanti punti ad un reduce, tanti ad un orfano dì guer- ro e così via In secondo luogo, pare assurdo che come premio per un'impresa spaziale da eroi si conceda la tessera di un partito, sia pure abbreviando i termini della prova necessaria per l'ammissione. Questo dovrebbe infatti significare che- tutti gli iscritti al partito comunista sovietico, parecchi milioni di "uòmini e di donne,' hanno compiuto imprese altrettanto ^'dégne, prima' di esservi ammessi. Tutti spaziali, tutti cosmici, tutti astronauti — od equiparati — i membri del pcus? L'ipotesi non regge, evidentemente, e si ha solo la prova di come impermeabile sia la psicologia di certi politici in difetto di fantasia, che non sanno vedere nella liberazione dell'uomo dalla terra nient'altro che l'occasione per la sua iscrizione privilegiata ad un partito. Ecco perciò un'impresa eroica schedata in termini di tesseramento partitico, dove la tessera ha. funzione dì talismano della felicità, suggello : carismatico per la sublimazione del protagonista. Lo stesso Gherman Titov, come riferiva la Tass, aveva infatti disciplinatamente risposto a Kruscev: «Molti ringraziamenti, Nikita Sergejevic. Cercherò di onorare la fiducia che i membri del partito mi dimostrano, come la ho onorata og¬ gi ». Connivente l'eroe, l'impresa cosmonautica pareva dunque andare a costringersi nei binari obbligati di una conquista di regime, ad maiorem gloriarti della sua politica. Era* come dire che la, politica batteva la scienza, grazie alla propria invincibile vischiosità. Così, però, sì facevano i conti senza la psicologia popolare, ■ nel tentativo di frenare la,spinta liberatrice della fantasia delle masse indicibilmente eccitata. La stessa classe dirigente non seppe difatti resistere alla spìnta. Via via, la Tass fornì in quei giorni alla stampa ed alle agenzie fotografiche di tutto il mondo testimonianze e documenti sovieticamente inconsueti: Titov che ai bagni di mare scherza con la moglie Tamara; Titov che in casa aiuta la moglie nel disbrigo delle faccende domestiche fritratto mentre lustra i pavimenti). Poi si seppe che Titov, una sera, in occasione di un ricevimento, aveva scherzato con la moglie in presenza di stranieri, e con la moglie aveva amabilmente bisticciato per ridere, come talvolta fanno gli innamorati, per civetteria. Riferiva la Tass che Tamara si era lamentata perché il marito non l'aveva voluta sull'astronave, e che il'marito Gherman aveva risposto: « Vo-,. levo starmene in pace. Lassù si stava così bene che non valeva la pena di portarsi dietro la moglie». Tamara (minacciando Gherman con un dito): « Stasera a casa faremo i conti ». Un giornalista (straniero): «Siete sempre così severa con vostro marito? ». Tamara: « No, solo quando se lo merita. Comunque io sono del parere che i mariti, prima di andarsene a passeggio per il cosmo, dovrebbero chiedere il permesso alle mogli ». Gherman: « Io no. Io la penso ancora all'antica per quello che riguarda i rapporti tra marito e moglie ». E così, avanti con questo dialoghetto, la Tass cedeva al metodo tipicamente americano di un lancio pubblicitario: sfruttare di un'impresa i punti umani e i dati personali che più facilmente colpiscono o interessano (secondo l'esperienza di tutte le agenzìe di advertising di Madison Avenue a New York) le mentalità degli uomini comuni di tutto il mondo. In tal modo, se l'Urss in quel momento appariva la prima conquistatrice dello spazio, per la prima volta le concezioni pubblicitarie Usa conquistavano l'Urss, ciò che poteva essere una vittoria non da poco sotto il profilo psicologico e politico. Di riflesso qualcosa si muoveva e si innovava sul piano dei costumi. Per la prima volta, difatti, di uomini sovietici furono rivelati al mondo alcuni particolari della vita privata. Di questi eroi dell'Urss sapemmo che avevano moglie e figli, o che erano fidanzati, o che amavano il nuoto lungo le spiagge della Crimea, o che giocavano agli scacchi. Grazie all'astronautica si entrava per la prima volta nell'intimità di una famigliola sovietica, sia pure una famir'iola modello come deve essere quella di un astronauta. I nuovi eroi dell'Urss venivano presentati e descritti come esseri umani, a differenza dei vecchi robots stakanovisti del lavoro o del combattimento, che avevano avuto certamente meno successo nell'accendere le fantasie di emuli attraverso il mondo. Questa evoluzione nel concetto della propaganda può essere costata un notevole sforzo ai cervelli politici sovietici. Non sembra tuttavia che la si debba considerare completa o soddisfacente. Sul piano della comunicazione spicciola, ad effetto piccoloborghese, al fine di conquistare una partecipazione sentimentale ed emotiva della gente, i propagandisti sovietici dell'età neo-spaziale hanno dimostrato di sapersi comportare egregiamente. Sul piano, invece, dell'informazione concreta, non destinata a risultati psicologico-affettivi, ma a più reali scopi di persuasione, sono rimasti ancora più o meno nelle stesse condizioni in cui erano ai tempi staliniani. Mai che dall'Urss ci venga la notizia che uno degli esperimenti è fallito, quasi che i sovietici non dovessero pagere un prezzo per le loro vittorie e non fossero uomini fallibili anche loro. E' un complesso di orgoglio o di insicurezza, che si trasferisce al dominio della scienza dal dominio della politica dal quale appunto ' proviene, ed è questo che turba. Un paese che si impone al rispetto ed all'ammirazione del mondo per le imprese fornite dai suoi scienziati, è d'altra parte quello che rende impossibile la vita ai suoi scrittori, da Pasternak a Daniel, a Siniawski, a Soljenìtsin. Offre comunque in premio a un astronauta l'ammissione anticipata nei ranghi del partito unico. Evidentemente non basta, anche se deve ammettersi a rigore dì giustizia che non è il solo regime che offra esempì di sfasature tra il progresso della scienza e la involuzione della politica. Facendo un discorso dì carattere generale, Paul Valéry notava un giorno io squilibrio che nel tempi moderni si è creato tra la politica e la scienza, ed ammoniva a non riporre tutta la fiducia nella scienza. Non si può averla in misura sufficiente, se mancano ì motivi per averla nella politica: vale la considerazione, ovvia perché sicura, che l'uomo è indivisìbile, come indivisibili sono la pace e la giustizia e ciascun altro dei massimi beni. Sono trascorsi secoli di storia durante ì quali si è discusso filosoficamente dei rapporti che intercorrono tra la politica e la morale per arrivare alla dolente conclusione che esse non so. no identiche né coincidenti. Per quanto riguarda la scienza, che ha assunto tanto peso nella nostra vita, il tema del dibattito non si pone neppure, essendo la scienza, per sua natura, a-morale. Perciò noi siamo a questo, diceva Valéry: registriamo il progresso dell'a-morale in un mondo, ove il morale non sempre attinge ciò che potrebbe non essergli negato pregiudizialmente; ed egli ne traeva conclusioni spaventate. Possiamo non condividerle, ma a condizione di non perdere dì vista gli strumenti che, soli, possono risolvere il problema dell'uomo, e che restano quelli politici della dignità della persona umana. Vittorio Gorresio La Luna in cielo e per tv nelle case (Disegno di Sempé, dall'« Express »)

Luoghi citati: Crimea, Madison, New York, Urss, Usa