Galleggia sulle acque del Tevere il «palazzaccio» che sta crollando di Guido Guidi

Galleggia sulle acque del Tevere il «palazzaccio» che sta crollando GIÀ CHIUSA UN'ALA DELL'EDIFICIO DEL, TRIBUNALE DI ROMA Galleggia sulle acque del Tevere il «palazzaccio» che sta crollando Così dice un ingegnere del Genio Civile - Un blocco di travertino è caduto nell'aula delle Assise (Nostro servizio particolare) Roma, 10 luglio. Il Palazzo di Giustizia corre il rischio di crollare. I tecnici sono tutt'altro che ottimisti: lunedì si è staccato dal soffitto del pianterreno un blocco di travertino (quìndici quintali da una altezza di dieci metri), oggi è stato accertato che potrebbe staccarsene un altro. Un'intera ala dell'edificio (quella verso Castel Sant'Angelo) è stata chiusa: il Consiglio dell'Ordine forense, riunitosi d'urgenza, ha proposto di proseguire ogni attività giudiziaria in una ex caserma che, sino a qualche mese fa, ha ospitato gli uffici della pretura penale e civile. « Si richiamano tutte le autorità competenti — ha sottolineato il Consiglio dell'Ordine in un suo comunicato — alle loro precise responsabilità e si chiede l'adozione sollecita di urgentissime misure idonee a salvaguardare l'incolumità di tutti coloro che operano nel Palazzo di Giustizia e del pubblico che ha necessità di accedervi». La situazione è grave. Quello di lunedì scorso (il crollo per fortuna è avvenuto nelle prime ore del pomeriggio quando la folla che gremiva l'aula della Corte d'Assise dove si sta celebrando il processo per la rapina di via Gatteschi si era già allontanata, altrimenti sarebbe avvenuta una tragedia) e quello di oggi potrebbero essere soltanto dei segni premonitori. « Il Palazzo di Giustizia —ha spiegato un ingegnere del Genio civile — galleggia letteralmente sull'acqua. Inoltre ad aumentare il pericolo è necessario tenere presele che tutti i blocchi di travertino e granito si reggono con un ardito sistema di spinte e controspinte mentre non esistono strutture di cemento armato. Se le fondamenta che poggiano sul greto del Tevere cedono salta il gioco di equilibrio con conseguenze facilmente immaginabili ». Il pericolo di improvvisi cedimenti del terreno non ha sorpreso i tecnici. Da anni, per non dire da sempre, il Palazzo di Giustizia è sottoposto a continui e costanti controlli. L'ultimo risale al febbraio scorso e il risultato fu clamoroso: venne compiuto un sondaggio nel cortile principale e ad una profondità di 15 metri fu trovata l'acqua. E' per questo che da allora sono siate sistemate « spie » nelle numerose fenditure delle pareti in modo da studiare con attenzione i movimenti dell'edificio. Il Palazzo di Giustizia fu inaugurato il 12 gennaio 1911 su progetto dell'architetto Guglielmo Calderini che fu anche direttore dei lavori. La spesa prevista inizialmente fv di 8 milioni che diventarono 41 al termine della costruzione prolungatasi per 25 anni: la posa della prima pietra risaliva inlatti al 1886. La prima polemica investi la scelta della zona. Il terreno dove sarebbe sorto l'edificio colossale, mastodontico, era argilloso e quindi instabile. Calderini oppose che se a cento metri sulla stessa riva destra del Tevere da oltre 17 secoli sorgeva il mausoleo di Adriano trasformato poi in fortezza e diventato Castel Sant'Angelo senza che fosse accaduto nulla, a maggior ragione si doveva avere fiducia nella solidità del suo palazzo di Giustizia. Sennonché i lavori di sterramento si dimostrarono subito più difficili del previsto e numerose im¬ prese finirono col fallire tant'è che i loro titolari furono tra i primi imputati ad essere giudicati nel tribunale che lasciato l'antico palazzo De Filippini in corso Vittorio si era trasferito nel nuovo edificio. Seguirono altre polemiche sullo stile che il progettista volle simile al barocco di Bernini per il primo piano e moderno invece per il secondo. Il problema fu discusso anchp in Parlamento dove l'opera venne aspramente criticata e dove si insinuò che la spesa complessiva era stata eccessiva a tutto vantaggio del costruttore. In verità sembra che tutto il guadagno di Calderini fu costituito da 145 mila lire per i progetti e mille lire al mese per circa venti anni. Quando il palazzo venne ufficialmente inaugurato nel gennaio 1911, l'unico a non essere invitato fu l'architetto che cinque anni dopo morì dimenticato da tutti. Il crollo, avvenuto lunedì, di un blocco di travertino e l'esistenza di un pericolo analogo constatato oggi hanno praticamente paralizzato, o quasi, la attività del Palazzo di Giustizia. Nove aule sono state chiuse (quattro della Corte d'Appello al primo piano, quattro del Tribunale e una della Corte d'Assise al pianterreno), tutti gli uffici di cancelleria che si trovano nell'ala pericolante sono stati trasferiti d'urgenza anche se non è stato facile trovare una adeguata sistemazione; decine e decine di processi sono stati rinviati. « L'unica fortuna — commentava oggi un ingegnere del Genio civile — è che tra qualche giorno per le vacanze estive continueranno a funzionare soltanto le sezioni feriali del Tribunale e della Corte d'Appello e noi potremo lavorare con una certa tranquillità. Speriamo cioè di rimettere in sesto l'edificio in due mesi: ma nessuno, francamente, può dire che si tratti di una speranza fondata ». Guido Guidi

Persone citate: Assise, Bernini, Calderini, Guglielmo Calderini

Luoghi citati: Castel Sant'angelo, Roma