Giancarlo Menotti ''preoccupato" dal successo della sua rassegna
Giancarlo Menotti ''preoccupato" dal successo della sua rassegna PUBBLICO DA TUTTO IL MONDO PER I TEATRINI DI SPOLETO Giancarlo Menotti ''preoccupato" dal successo della sua rassegna (Dal nostro inviato speciale) Spoleto, 7 luglio. Con l'inizio degli incontri al Caio Melisso tra 11 pubblico e i poeti dei due mondi (ogni pomeriggio alle quattro' alla.presenza assorta di Ezra Pound, silenzioso in un palco), è cominciata l'ultima settimana del Festival di Spoleto. Le tempeste, quelle atmosferiche e quelle umane, stanno placandosi. Alla sera, le repliche affollatissime della Medium e dell'Italiana in Algeri (dove il pubblico applaude, fischia e litiga come accadeva nell'800, a riprova che il teatro, quando affronta nuove esperienze, torna a scaldare gli animi e rivive), mentre sta per andare in scena l'ultima novità in prosa, La spada dì Damocle di Nazim Hikmet. Biglietti esauritissimi fino alla fine del festival: l'esperimento delle 1000 lire è dunque riuscito. « Fin troppo riuscito », dice Menotti. « Adesso dobbiamo affrontare- le proteste degli esclusi. Il Festival di Spoleto sta diventando una cosa troppo importante, arrivano ospiti da tutto il mondo, ma restano fuori dei teatri. Purtroppo, l'anno prossimo, dovremo rivedere questa nostra iniziativa ». Ci ha accolti nella sua dimora ufficiale di Palazzo Campello, che domina la città subito al di sotto della Bocca. « Maestro, lei ha l'aria stanca e un po' afflitta. Colpa delle polemiche o comincia a perdere l'entusiasmo per questo suo Festival, che le dà tante preoccupazioni? ». « No. l'entusiasmo no. Ma mi trovo nella situazione delZ'apprenti sorcier. Ho scatenato una forza che sta diventando più grande di tutti noi. Spoleto è quella che è, una piccola meravigliosa città. Il Festival doveva essere una rassegna sperimentale, una pedana di lancio di idee e di giovani talenti. Interessante sì, ma non importante. Invece arriva gente da tutto il mondo, e tanti giornalisti, benvenuti naturalmente, ma da crearci il problema se fare le prime per loro senza pubblico (i teatri sono piccoli) o per il pubblico senza giornalisti. Così scontentiamo gli uni e gli altri ». « Non si arrabbi maestro. Parliamo degli spettacoli. Cosa ne pensa dello scandalo insorto per L'Italiana in Algeri nella regia di Chereau?». ■ «Il vero scandalo è il modo come si è comportata la critica. Io so bene che uno spettacolo così può essere criticato (ed io stesso ho lottato con Chereau per imporgli delle modifiche): però con tutto il rispetto che si deve ad un talento come quello del giovane regista francese ». «Quello della ruggine tra il Festival di Spoleto e la critica è ormai una tradizione a Spoleto. Come lo spiega? ». «Io ho detto e ripetuto mille volte che questo è un Festival di proposte e non di risposte. Qui non si fanno spettacoli di sicura riuscita o di sicuro successo, qui non si fa del perfezionismo. Non abbiamo i mezzi per farlo e, comunque, se lo facessimo il Festival non interesserebbe più. E' questo che i critici non vogliono capire. Per tornare a Chereau, io non so se il suo lavoro sia riuscito o sbagliato. O meglio, io ho la mia opinione, ma non voglio assolutamente imporla. Ma, in arte, si può mai dire se uno ha ragione o torto? Il suo è comunque un lavoro vivo, che desta le passioni ». « Sono contenta per Chereau: in questi giorni sta soffrendo moltissimo per le critiche di Shippers... ma che cos'altro ha trovato di buono e di valido nel Festival di quest'anno? ». ' «La scoperta e il lancio di nuovi grandi talenti, Muriel Greenspon la protagonista della Medium, che oltre ad essere una grande cantante è anche una stupenda attrice, Joanna Bruno (nella parte di Monica) il giovane mimo Frank Phelan, tutti artisti di livello mondiale. Ai concerti di mezzogiorno, il pianista Justus Frantz e il pianista Carli, le due sorelle coreane Wha Chung, una vio linista e l'altra violoncelli sta... Ai concerti di danza, il danzatore Louis Falco col suo balletto. E specialmente, in tatto di balletti, Eliot Feld, che ha inaugurato il Festival e che in campo coreografico è una vera rivelazione. Ma ogni spettacolo, ogni concerto, ha messo in luce tanti giovani artisti pieni di talento, che domani saranno famosi ». Laura Bergagna Spoleto. Anna Proclemer e Giorgio Albertazii al Festival dei Due Mondi in veste di spettatori. Partecipano anche loro alla gaia atmosfera della città, dove si può passeggiare col bicchiere di whisky in mano (Tel. Associated Press)
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