Arrestati 24 ex amministratori delle Cantine Sociali «Asti-Nord» di Franco Marchiaro
Arrestati 24 ex amministratori delle Cantine Sociali «Asti-Nord» Una vicenda che ha danneggiato i viticoltori monferrini Arrestati 24 ex amministratori delle Cantine Sociali «Asti-Nord» L'accusa parla di bancarotta fraudolenta - Trasferiti in diverse carceri del Piemonte perché quelle di Asti non potevano contenerli tutti - La cooperativa era stata posta in liquidazione coatta nel 1965 - Il deficit si aggira sui due miliardi (Dal nostro inviato speciale) Asti, 4 luglio. Clamorosa e inattesa decisione del giudice istruttore dott. Bozzola nella vicenda delle cantine sociali « Asti Nord »: ventiquattro ex amministratori della cooperativa sono stati arrestati nelle prime ore di stamane; l'imputazione è di bancarotta fraudolenta. Tra gli arrestati l'ex presidente dell'Amministrazione provinciale di Asti, il de dott. Giovanni Amasio, che fu per alcuni anni presidente della « Asti ■ Nord ». Arrestato anche il sindaco di Pino Torinese, l'ing. Luigi Rossignoli, che fece parte del consiglio dì amministrazione. Colpito da ordine di cattura anche il geom. Adge Bianco, amministratore della Cantina sociale di Neive, arrestato negli scorsi giorni per il dissesto di quell'enopolio. Gli altri arrestati sono: il dott. Giovanni Bolla di Asti; il rag. Lorenzo Canavero di Asti; l'avv. Cesare Balla di Torino; il milanese Sebastiano Gastaldi; Attilio Terzuolo di Costigliole; Enrico Cravanzola di Gavone; Marcello Ferrerò di Settime; Aldo De Marie di Ferrere; Francesco Stella e Giovanni Vaccaneo di Costigliole; Faustino Sottanino di Asti; Felice Topino di Gavone; Delfino Graziano e Michele Carretto di Azza- no; Edoardo Negro di Vaglio Serra; Stefano Bava di Castagnole Don Bosco; Dario Bosco di Piea; Domenico Zago di Vinchio; Oreste Nosenza di Celle Enomondo; Antonio Musso di Settime. L'astigiano Antonio Scaglia infine, degente all'ospedale di Asti, è piantonato dai carabinieri. La decisione del giudice istruttore è stata presa nella serata di ieri. I mandati di cattura, durante la notte, sono stati affidati ai carabinieri e alta questura: alle sei di stamane l'operazione è scattata in tutto l'Astigiano. Il magistrato l'ha definita perfetta e, poche ore dopo, tutti erano in arresto, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nel corso della giornata il dott. Bozzola li ha interrogati: naturalmente le deposizioni sono coperte dal segreto istruttorio. Si è comunque saputo che molti hanno dichiarato di aver agito, nella loro qualità di amministratori, con leggerezza. Molti di essi, agricoltori della zona, forse non comprendevano neppure quanto sottoscrivevano. Gli arresti hanno messo in difficoltà il direttore delle prigioni di Asti. Mancavano i posti e quasi tutti gli imputati hanno dovuto essere trasferiti in carceri di altre città: Canelli, Acqui, Alessandria. La « Asti - Nord » era stata costituita nel 1958; vi avevano aderito dieci cantine sociali: Piova Massaia, Valle Tartaro, S. Margherita di Costigliole, Cisterna, Gavone, Vinchio, Celle Enomondo, Ferrere, Settime e Chieri. In totale oltre seimila soci. Si trattava di un consorzio — solo nell'estate del 1964 si trasformò in cooperativa — che aveva lo scopo di lavorare le uve dèi soci, imbottigliare il vino, reclamizzarlo opportunamente e smerciarlo,, col maggiore, utile possibile per i conferenti. La sede venne posta a Piova Massaia, in un moderno e razionale edifìcio. Nel giro di pochi anni la « Asti - Nord » divenne una forte organizzazione commerciale: smerciava dai 15 ai 20 milioni di litri di barbera all'anno, con un fatturato che oscillava sul miliardo e mezzo. Purtroppo però qualcosa non doveva funzionare a dovere. Si era voluto dimostrare che la «Asti-Nord» assicurava ai suoi soci un utile maggiore di tutte le altre organizzazioni cooperativistiche, forse in questo tentativo si inserì il gioco politico. Non si esitò a barare sulle cifre. Nel 1964 la Cantina di Ferrere rifiutò di approvare il bilancio stilato dagli amministratori della «Asti-Nord» e inviò un esposto al Tribunale di Asti. Gli atti vennero trasmessi alla Procura della Repubblica. Si era nel dicembre 1964; alcuni mesi dopo — giugno 1965 — il ministero del Lavoro nominò un commissario governativo, il dott. Giacinto Occhionero. Nel novembre dello stesso anno soltanto una parte dei soci accettò un piano di « salvezza» presentato da alcuni istituti bancari, così VII dicembre '1965 la « Asti-Nord » veniva posta in liquidazione coatta; il 7 aprile 1966 era dichiarato lo stato di insolvenza. La magistratura aveva nel frattempo aperto una formale istruttoria nei confronti dei consiglieri di' amministrazione. Oggi, con gli ordini di cattura, il giudice Bozzola ha formulato le imputazioni. I componenti del consiglio di amministrazione del consorzio, tra la costituzione e il luglio 1964, i signori Bianco, Ferrerò, De Marie, Stella, Vaccaneo, Sattanino, Topino, Graziano, Negro e Bava sono accusati di bancarotta fraudolenta per distrazione: avrebbero pagato alle varie Cantine, in conto del vino conferito, 'somme superiori al dovuto, .per un ^ammontare 'di circa 708 milioni. Bosco, Carretto; Zago e l'avv. Balla invece, nell'ultimo bilancio, alla data del 31 agosto 1964, avrebbero cercato di coprire le distrazioni dei colleghi, asserendo che i 708 milioni erano crediti che la « Asti-Nord » vantava dalle varie Cantine; questo per evitare il fallimento causa il forte deficit, quindi bancarotta fraudolenta per falso in bilancio. Al dott. Amasio, all'ing. Rossignoli, al Nosenzo, al Musso, allo Scaglia, al Cravanzola e al Terzuolo il giudice attribuisce la responsabilità di entrambi gli episodi di bancarotta addebitati agli altri amministratori. Al dott. Bolla, che fu enotecnico del consorzio e, secondo il magistrato, direttore generale di fatto e amministratore, viene addebitata la bancarotta per distrazione (708 milioni). Il rag. Canavero invece, contabile, avrebbe predisposto con gli amministratori il bilancio fasullo del 1964; quindi è accusato di bancarotta per falso in bilancio. Il Gastaldi, come contabile, avrebbe tenuto la contabilità in modo tale da impedirne la ricostruzione, quindi è imputato di concorso in bancarotta. All'avv. Balla si addebita anche il falso in bilancio, quale pre¬ sidente del collegio sindacale della « Asti-Nord ». Tutte le gravi irregolarità sarebbero state commesse (oltre che per disordine amministrativo e, in alcuni casi, per l'impreparazione degli amministratori) in massima parte nel tentativo di dimostrare la vitalità dell'iniziativa: sì voleva dimostrare ad ogni costo che la «Asti-Nord» era in grado di offrire ai suoi soci vantaggi economici eccezionali. Se a questo traguardo gli amministratori avessero cercato di giungere a gradi, senza strafare, forse la «AstiNord» oggi sarebbe ancora in attività. Invece il sogno ambizioso — forse per un gioco politico — si è chiuso con un deficit che si aggira sui due miliardi di lire, mentre gli impianti delle dieci Cantine sono da anni fermi e stanno andando in rovina definitiva. Tutto ciò cori nuovi danni per i viticoltori astigiani, che dopo le amare vicende della « Asti-Nord » credono sempre meno nella validità della cooperazione. Franco Marchiaro iiiimiiimiiiiiiiimiimiiiimiiiiiiiiimiiiiimi v Giovanni Amasio, ex presidente della cantina di Asti
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