Gli effetti della concentrazione nell'industria degli elettrodomestici

Gli effetti della concentrazione nell'industria degli elettrodomestici Anche il nostro Paese sulla strada delle concentrazioni industriali Gli effetti della concentrazione nell'industria degli elettrodomestici Da una decina di anni i processi di concentrazione industriale si sono sviluppati con una intensità progressiva. Gli Stati Uniti registrano il più grande numero di superimprese, ma — sia pure su scala diversa — lo stesso fenomeno sta verificandosi anche nei Paesi della Comunità economica europea. Già fra il 1958 e il 1962 si erano avute un migliaio di fusioni nei Paesi della CEE; in Olanda ce ne sono state 280 fra il 1958 e il 1965, in Francia 400 fra il 1960 e il 1963. Fuori della CEE, è da notare la forte tendenza alle concentrazioni e alle fusioni in Gran Bretagna e in Giappone; in quest'ultimo Paese, già da tre anni è stata istituita una Commissione ufficiale per la concentrazione industriale. Negli Stati Uniti la tendenza alle concentrazioni porta inevitabilmente all'istituzione di una serie di giganti economici, tali da preoccupare (insieme ai sorgenti giganti giapponesi) i concorrenti europei. Le ragioni e i vantaggi della tendenza alla concentrazione sono evidenti. Sotto le pressioni concomitanti di una ' dilatazione crescente dei mercati e di un'accelerazione del progresso tecnologico, i sistemi éc<- tornici tendono sempre più rapidamente verso dimensioni gigantesche. Unificando le aziende si unificano molti servizi e si razionalizzano le strutture organizzative dell'apparato produttivo. In Italia, la tendenza verso le concentrazioni si è sviluppata più recentemente che in altri Paesi, anche in correlazione al diverso stadio raggiunto dall'industria. Tuttavia le nuove esigenze si fanno sentire. E' più o meno degli stessi giorni di aprile la notizia che le imprese italiane elettromeccaniche a partecipazione statale saranno raggruppate interamente sotto la Finmeccanica per un potenziale produttivo integrato pari a 85-90 miliardi di lire, e che nel settore degli elettrodomestici la Zoppas ha acquistato il pacchetto di maggioranza della Triplex. Abbiamo perciò voluto chiedere ad uno dei protagonisti di questa nuova tendenza dell'industria italiana, il Comm. Luigi Zoppas, il significato dell'acquisizione della Triplex da parte della Zoppas, e gli abbiamo domandato: — II fatto che siano cominciate le concentrazioni anche nel settore degli elettrodomestici, industria tipicamente italiana, significa forse che qualcosa è cambiato nella nostra posizione di forza? « Tutt'altro — ci risponde il Comm. Zoppas, Vice-Presidente e Consigliere Delegato della Società omonima e nuovo Presidente della Triplex — l'Italia, come tutti sanno, è eccezionalmente forte nell'industria degli elettrodomestici. Anzi, questa — insieme all'industria automobilistica — è una delle due che hanno maggiormente contribuito a cambiare nel mondo l'immagine del nostro Paese. Ma essere forti non significa che bisogna stare fermi. Al contrario, ci si deve rinforzare: si ha il dovere, verso la propria azienda, verso la Regione dalla quale prendiamo la nostra manodopera, verso il nostro Paese, di non aspettare passivamente il futuro, ma di prevenirlo e di condizionarlo ». — Quali vantaggi Lei attribuisce alla concentrazione nel settore degli elettrodomestici? « Molti vantaggi, ma uno soprattutto: che un'azienda produttrice di elettrodomestici, attraverso la concentrazione, può tendere meglio ad agire in dimensioni europee. Per società vigorose, attive, duttili rispetto alle esigenze dei consumatori, il mercato nazionale, sebbene importantissimo, non rappresenta più che una parte del mercato reale. La concentrazione accelera e facilita questo processo di "internazionalizzazione", di proiezione della Zoppas anche sui mercati stranieri. Vorrei sottolineare che la Zoppas è passata già attraverso due fasi ed è entrata ormai nella terza fase della sua utile e operosa esistenza: dopo il primi, periodo artigiano e dopo il perio¬ do nel quale si è affermata come industria nazionale, la Zoppas è entrata nella fase in cui agisce come industria europea e mondiale. Ma non basta voler essere "europei": j bisogna mettersi in grado di operare in termini appunto \ europei, cioè nuovi, più ampi, \ esposti alla concorrenza sempre più insidiosa delle indùstrie straniere ». — Questo significa che la ! Zoppas vuole puntare a un primato nell'industria italiana degli elettrodomestici? i « Chi ha la responsabilità j di un'azienda così importante nella Marca Trevigiana (e anche, credo di poterlo dire a buon diritto, nel nostro | Paese) non promuove inizia- j tive di grande importanza e responsabilità come questa, \ senza fini operativi veramente i utili. La nostra è un'azienda j seria, equilibrata, senza manìe di grandezza: non ci importa che sia la più grande in una certa specie di classifica, ci importa che sia una delle mi- I gliori nelle qualità dei prodotti e nel numero e nelle condizioni del personale impiegato. Il lavoro non è una competi- I zione sportiva dove ci si batte per essere primi in graduatoria. «Il primato al quale tendiamo è un primato morale: mio fratello ed io ve jiaino restare fedeli all'insegnamento di nostro padre e trasmettere ai nostri figli, che.si affacciano da qualche tempo., alla, vita della Zoppas, con posizioni di crescente responsabilità, un'Azienda socialmente responsabile verso la Regione e verso il Paese, un'Azienda i dal respiro sempre più ampio \ in Italia e fuori ». — A questo punto, Commendatore, approfittando della presenza del Signor Alberto 'Zoppas, della giovane generazióne Zoppas, vorremmo ; chiedergli che cosa pensa di queste prospettive di sviluppo. «Sono prospettive molto pròmettenti — risponde il Signor Alberto Zoppas, nuovo VicePresidente della Triplex. — La ' nostra azienda era già nota in campo nazionale ed anche sui , mercati europei ed extraeuro- I pei. Naturalmente oggi po- ! tremitio affrontare con un | margine maggiore di successo ' gli stessi Paesi europei e svi- \ lappare i mercati internazioI nuli. Negli ultimi tempi, alla produzione italiana si sono aperti nuovi mercati interes- '■ santissimi, non soltanto nei Paesi socialmente più sviluppatì, ma anche in altri. Le nostre Società possono fare [ moltissimo nei nuovi mercati del Medio Oriente e dell'Afri- , ca, per esempio. Siamo sicuri che in quei Paesi, come in qualsiasi altro, la qualità della nostra produzione sarà tale da non farci assolutamente temere nessuna forma di concorrenza straniera ». — Dobbiamo quindi dedurre (e qui ci rivolgiamo al Consigliere Delegato Ing. Belletti) che uno degli scopi' dell'acquisizione della Triplex ! consista nella necessità di fronteggiare la concorrenza estera? « Prima di tutto — risponde l'Ing. Benetti — direi prevenire e non fronteggiare la conI correnza estera, perché per il i momento siamo noi italiani che andiamo all'attacco dei mercati stranieri. Partendo in termini I generali, nel 1968 l'industria italiana ha prodotto ■.•ìeUrodomestici per un fatturato globale di 540 miliardi di lire, pari al 10 per cento in più rispetto al 1967. E l'Italia ha esportato per 210 miliardi di lire, cioè per il 15 per cento in più rispetto all'anno precedente. Ma dobbiamo premunirci, abbiamo la responsabilità di pensare al futuro. « Qui però farei una distinzione fra i due tipi possibili di concorrenza. C'è la concorrenza europea, finora impotente di fronte all'espandersi dell'industria italiana, e c'è (o ci sarà) la concorrenza extra-eu; ropea, americana e giappone; se. Parliamo della prima. In Europa, la qualità e il prezzo dei prodotti non italiani non , sono riusciti a competere con ! noi Gli industriali hanno dovuti, ricorrere all'appoggio dei , governi, fino a far tentare, in Francia e in Inghilterra, il blocco delle importazioni. I nostri concorrenti sono ricorsi anche alla CEE: prima, i francesi hanno sollevato diverse eccezioni circa le condizioni della concorrenza negli elettrodomestici in genere, poi i governi del Benelux hanno chiesto che la stessa analisi venisse estesa alle condizioni del mercato delle cucine a gas. Noi industriali italiani possiamo essere a buon diritto molto orgogliosi del fatto che la relazione generale sulle attività della CEE nel 1968 dica che "i due principali fattori della competitività dei prodotti italiani sul mercato della Comunità sono costituiti dalla dimensione delle serie di fabbricazione delle principali imprese italiane e dalla struttura delle stesse che limita il numero dei centri di decisione e consente alle imprese di seguire da presso l'evoluzione dei mercati". Tuttavia i riconoscimenti ufficiali di un'autorità neutrale quale la CEE non bastano. 'Di fronte a tentativi così artificiosi di limitare la nostra espansione, che si traduce anche all'estero nella capacità di portare gli elettrodomestici alla portata di tutti i redditi, l'industria italiana sente l'esigenza di una più profonda e più ampia solidità, di una sempre maggiore razionalizzazione delle strutture. « Se abbiamo accettato il rìschio che può esserci in questo genere di operazioni, è perché pensiamo soprattutto al futuro. Sono troppo note le vicende della Triplex per nascondere le difficoltà che si oppongono ad una sua immediata ripresa. « Meno note sono invece le risorse che l'Azienda ha in serbo con il proprio patrimonio umano e di impianti. E sono state proprio queste risorse, ben valutale,- a farci seriamente convinti che la Triplex, inserita nel contesto organizzativo della Zoppas, potrà continuare ad affermarsi sui mercati mondiali, forte anche del suo nome che, infine, vanta gloriose tradizioni. « Ciò significa, in conclusione, che l'acquisizione della Triplex da parte della Zoppas è rivolta a creare una potenza nuova, che sia in grado di operare in qualunque condizione di mercato e quali che saranno i turbamenti che anche i colossi extra-europei potranno forse portare ». — Un'ultima domanda al Comm.' Luigi Zoppas: in pratica, quali saranno le conseguenze dell'operazione ZoppasTriplex? « Le prime immediate con-, seguenze dell'azione Zoppas-, Triplex sono queste: allargamento delle proprie basi produttive nei settori dei prodotti per le famiglie, costituzione di quello che è oggi il più grande complesso europeo per la produzione di apparecchiature elettrodomestiche per comunità e alberghi, una stretta integrazione (e quindi una maggior forza) nella penetrazione sui mercati esteri) nel campo della ricerca e della sperimentazione. Più avanti si vedranno, certamente altre importanti, positive conseguenze. «Ma tutte, voglio sottolinearlo, saranno improntate al dovere morale che sentiamo verso l'Azienda. Dppo tutta una vita dedicata al lavoro, mio fratello ed io siamo sempre più convinti che il lavoro non serve soltanto ad espri;vese se stessi, ma ha una funzione sociale d'immensa porlata. Come abbiamo sempre lavorato per noi e per la gente della nostra terra, ora che la Zoppas è entrala nel suo periodo "europeo" noi sentiamo la responsabilità nazionale del nostro lavoro e delle nostre decisioni. L'Azienda che lasceremo ai nostri figli non sarà soltanto in grado di dare un ulteriore contributo determinante all'economia della Marca Trevigiana, ma sarà anche in grado di lavorare più che mai per l'interesse del Paese. La responsabilità verso il Paese, verso la nostra ^comunità nazionale e sociale, è l'idea guida che ha animato la Zoppas nell'operazione Triplex e che animerà il suo cammino operoso (lo credo fermamente) verso altre tappe e altri successi ». Un'intervista del Comm. Luigi Zoppas, nuovo Presidente della Triplex ■ Il Vice Presidente e il Consigliere Delegato illustrano i particolari dell'operazione - Il significato dell'acquisizione della Triplex - Premunirsi dalla concorrenza straniera e assolvere il dovere morale verso il lavoro, verso la Marca Trevigiana e verso il Paese