Le città senz'acqua

Le città senz'acqua ANALISI Le città senz'acqua (Pet protesta il sindaco di Gela ha «occupato» la sorgente, inutile, dell'acquedotto comunale) Il sindaco di Gela, dott. Francesco Battaglia, ha «occupato» gli impianti di pompaggio della sorgente che dovrebbe dare acqua alla città ed al vicino comune di Vittoria. Da tempo il motore (insufficiente per potenza) non riusciva a far fronte alle necessità, sabato ha ceduto. Ora le condotte idriche di Gela e di Vittoria sono asciutte. Il sindaco con un telegramma all'» Ente siciliano acquedotti» ed alla prefettura di Caltanissetta ha fatto sapere che non si muoverà dalla sorgente sino a quando non arriverà un motore nuovo. Ma anche Niscemi, altra città siciliana di 26 mila abitanti, protesta: nelle case l'acqua arriva ogni dieci giorni per tre ore. Due settimane fa gli abitanti di alcuni quartieri palermitani sono scesi nelle strade bloccando il traffico perché esasperati. I giornali di Roma gli scorsi giorni pubblicavano avvisi: « Oggi dalle 14 alle 24 mancherà l'acqua nei seguenti rioni» e seguiva l'elenco. A Ravenna e Forlì la gente è costretta sovente a rifornirsi alle fontanelle. (In Italia solo il 61,3 °/o delle famiglie ha l'acqua corrente in casa; il 9,3 sul ballatoio o nel cortile). Se la situazione è oggi allarmante, fra dieci-quindici anni potrebbe essere drammatica. Quando l'Italia avrà 60 milioni di abitanti, ogni minuto secondo, nelle case, nelle industrie, sui campi ci sarà bisogno di 250 metri cubi d'acqua (oggi 166 mila). Questo fortissimo incremento è dovuto allo sviluppo dell'industria, grande divoratrice d'acqua. Per raffinare un litro di petrolio occorrono dieci litri di acqua, cento litri per produrre un chilo di carta, 3500 per una tonnellata di cemento, 20 mila per una tonnellata d'acciaio. L'umanità ha due mezzi per non morire di sete: conservare incontaminata l'acqua già esistente nei fiumi, laghi, sorgenti; trovare altre risorse idriche. Nella lotta all'inquinamento, l'Italia è in coda ai Paesi europei. In tremila comuni, comprese le grandi città, vi sono acque fortemente contaminate; altri 24 mila centri hanno fognature inadatte e, secondo uno studio del ministero della Sanità, lo smaltimento dei rifiuti avviene ancora attraverso 1 pozzi neri, che impregnano di liquame vaste zone dì terreno. E' inquinato il 70 per cento delle acque costiere, molti fiumi sono simili a fogne, i laghi muoiono di giorno in giorno. Un progetto è stato approvato in una recente riunione del Consiglio dei ministri, ti I responsabili degli inquinamenti, dice il testo, saranno puniti con ammende fino a due milioni di lire». Ma ci vorrà tempo perché la legge antri in vigore, devono ancora approvarla Camera e Senato. Le industrie, poi, acquisteranno i costosissimi impianti di depurazione o preferiranno pagare la multa? Oltre che difenderci dal veleno nell'acqua, dobbiamo trovare altre fonti idriche. In Italia sono state individuate 2753 nuove sorgenti, ma occorrono 1900 miliardi per sfruttarle. Molte, quando vi si attingerà, saranno forse contaminate. In quanto alla dissalazione del mare, si sta lavorando intensamente per scoprire il sistema più economico. Nel 1953, trasformare in acqua dolce quattromila litri di acqua salata costava tremila lire. Oggi la spesa oscilla da 470 a 940 lire. Fra qualche anno si spera di scendere a 125 lire, una cifra conveniente per impieghi agricoli e industriali. Il 6 maggio 1968, il Consiglio d'Europa ha proclamato a Strasburgo la « Carta dell'acqua», un solenne appello a tutti i Paesi membri affinché operino per la difesa delle acque. «In mancanza di urgenti misure — concludeva il documento — gli enormi sprechi d'acqua, e soprattutto i massicci inquinamenti, finiranno col rendere inabitabile la Terra». La relazione era intitolata: « Il pianeta morto». livio Durato

Persone citate: Francesco Battaglia