L'acchiappatalenti di Richard Newbury
L'acchiappatalentiL'AVVENTUROSA CARRIERA DI TOM MASCHLER. NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA LA PIÙ STRAORDINARIA ASCESA EDITORIALE D'INGHILTERRA L'acchiappatalenti Richard Newbury DOPO la caduta del Muro di Berlino e mentre la libertà si andava estendendo nelllmpero russo post coloniale, in uno dei neoliberati Stati caucasici del Mar Nero fu eletto Presidente uno scrittore. La prima azione intrapresa da questo «poeta e legislatore», quel che Shelley e Byron invano sognarono di divenire, fu di arrestare e sbattere in prigione tutti gli editori che avevano rifiutato i suoi libri. Questa è pura e semplice libera espressione di quel che la maggior parte degli scrittori pensa ael proprio editore nella tipica relazione editore-autore fatta di un 900Zo (editore) e un 100Zo (autore). Ovviamente se e quando danno la stura al flusso di coscienza. Gli editori dal canto loro concordano sul fatto che questo è un comportamento caratteristico che conferma la loro «segreta» opinione che tutti gli autori sono sociopatici egomaniaci non addomesticati. Tipico esempio è quel che successe quando il Presidente Lincoln fu assassinato in un teatro di Washington. L'autore della pièce che la coppia presidenziale era andata a vedere si precipitò dall'affranta signora, ora vedova, mentre usciva dal teatro e le pose l'artisticamente impellente domanda: «A parte quello, signora Lincoln, le è piaciuto il mio lavoro?». La vita vera è lo spettacolo che più fa concorrenza ai fabbricanti di «fiction». In fuga da Hitler con la mamma Sono passati 45 anni da quando Tom Maschler divenne presidente della Jonathan Cape a 29 anni. Nell'autobiografia dal semplice titolo Publisher sostiene che «la maggior parte degli impiegati del settore editoria non avrebbe difficoltà ad ammettere che dagli inizi degli anni '60 agli inizi degli '80 Cape è stata la più grande casa editrice letteraria d'Inghilterra». Era nato a Berlino nel 1933 dove suo padre era un piccolo editore. La famiglia si spostò a Vienna proprio prima dell'invasione di Hitler e così subì l'immediato sequestro della nuova casa e dell'attività appena iniziata. Lui e la sua estrosa mamma, Rita, riuscirono con una tortuosa fuga a rifugiarsi in Olanda dove presero T'ultimo battello per la neutrale Svezia, ma persero per un pelo la nave per gli Stati Uniti e così si diressero in Inghilterra. Dove il padre li raggiunse in seguito; tre dei suoi nonni invece morirono in campo di concentramento. Solo la Fiera di Francoforte riesce a far mettere piede in Germania a Maschler. Bambino al suo arrivo, sarebbe stato imo dei tanti profughi ebreo-tedeschi, come l'editore dell'autobiografia del papa, Lord Weidenfeld, divenuti un'incredibile potenza nell' editoria britannica del dopoguerra. Tuttavia Maschler, per reazione contro il padre, resistette all'idea di lavorare nell'editoria. Non era un intellettuale e rifiutò di andare a Oxford perché capì che erano state le sue abilità nel tennis e non le sue qualità accademiche che gli avevano fatto vincere un posto. Per due anni, invece, girò in autostop su e giù per gli Stati Uniti, possedendo in partenza solo 13 dollari. Evitò il servizio militare fìngendosi matto. Portando americani in giro per l'Europa, con il ricavato delle mance riuscì a comprarsi ben due case a Londra; dopo tentò di diventare un regista di Cinecittà ma senza successo. Fare l'editore fu quasi un'ammissione di fallimento. In ogni caso la sua meteorica ascesa nell'editoria in cui presto divenne capo della fiction da Penguin per poi culminare con la Presidenza della Cape fu dovuta alla combinazione di un «orecchio» per l'individuazione di nuovi grandi scrittori con le sue innate abUtà nel marketing. Tra cui la capacità di riuscire a rendere popolare il buon livello. Aveva il dono di saper convincere gli scrittori a pubblicare da lui, suggerir loro idee nuove per libri e convincere il pubblico a comprarli. Portò un tocco di Hollywood nei contegnosi reami dell'Alta Cultura, ma invece di Oscar i suoi autori collezionarono ben 12 premi Nobel per la Letteratura: i poeti Seferis, Kavafis, Nellie Sachs, Pablo Neruda e Derek Walcott. Ci sono poi i romanzieri Carlos Fuente, Asturias, Octavio Paz, Patrick White, Saul Bellow, Nadine Gordimer e Isaac Bashevi Singer. Parecchi dei suoi scrittori britannici hanno vinto il Booker Prize per il migliop romanzo. In realtà lui aveva inventato il Booker Prize nel 1969 come strumento di marketing prima di costruire la propria scuderia di vincitori di premi. Per Maschler la creazione del Booker Prize è stato «il mio più utile e duraturo contributo all'editoria». Al di sopra di tutto, quel che ha è chutzpah; come quel famoso ragazzo che dopo aver ammazzato i genitori chiese clemenza al giudice per avere una sentenza meno dura, essendo un povero orfano. La caratteristica che tutti questi scrittori hanno in comune è il fatto di «appartenere» a Maschler. Dopo Doris Lessing e Arnold Wesker c'è il triumvirato Martin Amis, lan McEwan e Julian Barnes, seguito da Bruce Chatwin, John Fowles, Anita Brookner e Saiman Rushdie. Non solo pubblicò lan Fleming, ma scoprì anche il suo opposto Len Deighton. Persuase pure John Lennon a pubblicare due raccolte di versi e disegni. Ebbe poi l'ispirazione di chiedere al responsabile dei mammiferi dello zoo di Londra, Desmond Morris, di scrivere il colpo editoriale La scimmia nuda. Allo stesso modo scoprì e pubblicò i grandi americani. Dopo Joseph Heller ci furono pure Tom Pynchon, Tom Wolfe, Kurt Vonnegut, Alien Ginsberg, mentre il suo primo incarico alla Cape fu di curare l'opera postuma di Ernest Hemingway Festa mobile. Un altro editore - ma certo uno scrittore - nella rivale Faber&Faber [T.S. Eliot] ha scritto che il bello scrivere è «le parole giuste nel giusto ordine» e orecchio per il ntmo e sordità per i cliché». Tom Maschler quindi non è uno scrittore, come del resto la maggioranza dei lettori. Tuttavia ha orecchio per la scrittura altrui ed è il direttore d'orchesta per eccellenza, cioè un editore. Il libro esiste se lo vendi Che non può fare a meno di sviluppare il talento che talvolta vede ancora assopito (lasciò che lan McEwan continuasse a pubblicare racconti fino a quando fu pronto per un romanzo). Deve saper incoraggiare, ma anche essere brutalmente franco. Deve tagliare come un giardiniere che poti le rose, come fece «creando» lo stile di Bruce Chatwin. Deve prendere in considerazione il «look» del libro. Per esempio mettendo Quentin Blake a illustrare Roald Dahl. E farlo non solo con i libri d'arte che ha creato sulle opere di David Hockney e Lucien Freud o le fotografie di Henri Cartier-Bresson. Si deve poter giudicare uh libro dalla copertina. Ma non basta: bisogna infondere entusiasmo nei librai e nei media, promuovere la vendita dei diritti per film e serializzazioni. L'arte dell'editore, a differenza di quella dello scrittore, non è di sole parole, ma è la produzione e vendita di un artefatto, che è il libro. Ecco perché la rivista del settore, il Bookseller, la bibbia dell'editore, chiama Tom Maschler «Il più importante editore della Gran Bretagna; il più innovativo, avventuroso e che vale di più». E descrive la sua arte. [Traduzione di Erica Scroppo] Profugo dalla Germania nazista, giunse per caso in Gran Bretagna A 29 anni divenne presidente della «Cape» Ebbe un talento speciale nel reclutare gli scrittori e nel creare originali strategie di vendita La libreria Henry Pordes in Charing Cross Read a Londra
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