Canti in piazza per l'ultimo saluto

Canti in piazza per l'ultimo saluto SAN PIETRO C'è chi danza e chi improvvisa girotondi pensando che adesso è il momento della resurrezione Molti i pellegrini polacchi decisi a restare, dormendo nei sacchi a pelo, fino al giorno del funerale Canti in piazza per l'ultimo saluto Oggi l'apertura della camera ardente al pubblico Maria Corbi CIHÀ DEL VATICANO Questi ventisette anni di pontificato di Giovanni Paolo II sono tutti in piazza, nelle facce e nelle parole della gente che continua ad arrivare, a raccoghersi, per l'ultimo saluto a chi ha saputo unirli nella fede, nella pace, nella speranza. Queste tre parole rimbombano come note, racchiuse nella gente e nel colonnato di San Pietro. Nell'attesa della fine tutto era invaso dal dolore. Troppo duro sopportare la perdita di chi si è sentito così vicino, una perso' na di famiglia che se ne andava. Un padre, un fratello, un nonno, ogni generazione ha trovato in Giovanni Paolo una guida, un sostegno. Adesso quel dolore sembra sciogliersi in gioia, perché adesso é il momento di seguire quello che il Papa ha insegnato, é il momento di camminare lungo una via di speranza. E allora si canta e si balla, si improvvisano girotondi. Elisabeth, scozzese, a piedi nudi si muove come in una danza cantando canzoni/sacre. «Ho pianto tanto», dice, «ma so che lui adesso vuole vederci sorridere, fiduciosi nel domani. Sono stata a Parigi, al grande raduno, e anche nel duemila a Roma e sempre il Papa ci ha trasmesso gioia e forza. Adesso dobbiamo essere forti per lui». Sono tanti i polacchi arrivati per salutare il loro Papa. «Ha significato tutto per noi, era il nostro sostegno», dice Stani. Qualcuno prega, qualcuno canta, molti si tengono per mano in circolo, quasi un girotondo di fede e di ricordo. L'Allegria si mescola alle lacrime. Il pianto di chi fa più fatica a non essere triste, a pensare che oggi è un giorno di resurrezione e non di morte^ Ma questo grande raduno non è solo per chi ha una fede completa e sicura. Federico, ha venti anni, non é «molto credente», come dice lui. «Forse é più giusto due che non sono praticante. Ma ho sempre amato il Papa, l'ho ammirato per aver tentato di impedire la guerra in Iraq, per essere stato la nostra voce nelle richieste di pace». Una bandiera della pace, arcobaleno, ha sopra cucita una foto del Papa. Sebastiano la tiene con orgoglio: «l'ho fatta io e credo che da adesso in poi questa bandiera debba avere dipinta anche il volto di Giovanni Paolo II». Tante le storie da raccontare Tutte diverse e tutte uguali. Ci sono tanti bambini, musicisti che hanno portato i piatti, il tamburello, l'armonica. Elisa ha 28 anni, è di Mantova, stamattina ha preso il treno, senza pensare a distanze e ad impegni: «Ieri sera ho partecipato ad una vegha al duomo di Mantova, stamattina sono immediatamente partita. Provo un grande dolore. E stato un Papa importante, è stato la testimonianza vivente della fede in assoluto, della sua vita donata fino in fondo per Gesù Cristo. Giovanni Paolo II è stato un Papa grande, un Papa unico, che ha saputo portare parole di pace ovunque, che ha saputo avvicinare tutte le religioni, che ha saputo dare la prova di poter unire un mondo lacerato». Gianmarco viene da Catania e rimarrà fino ai funerali: «Dove dormo? Per strada, ma non importa. Voglio esserci». Tra la folla e' è anche un gruppo di romeni ortodossi, anche loro hanno sentito la «spinta a venire in piazza San Pietro per portare l'ultimo saluto al Pontefice. Noi siamo stati vicini anche geograficamente e abbiamo provato dolore quando abbiamo avuto la notizia della sua morte. Noi siamo ortodossi, ma nonostante questo Giovanni Paolo II è stato per noi come un papà, solo che ha un altro nome». In uno dei quattro lampioni di piazza San Pietro ormai divenuti veri e propri altari votivi, ima miriade di ceri e messaggi per il Papa, Gezim, albanese di 45 anni non smette di intonare I' Ave Maria: «Sono in Itaha dal 1992 - racconta - sono nato in una famiglia musulmana, ma dal 2001 mi sono convertito al cattolicesimo. Avevo cantato per il Papa anche in occasione dei due ultimi ricoveri al Gemelli e così ho fatto anche qui a San Pietro in questi ultimi tre giorni». La folla preme per andare avanti, per assicurarsi un posto in prima fila, anche se il palcosenico in questo momento è altrove, nella sala Clementina dove sono iniziate le esequie del Papa e l'omaggio di Curia, politici, diplomatici. Per tutti gli altri, le porte di San Pietro si apriranno questa sera e allora una fila interminabile sfilerà accanto al Papa, a quel Papa che loro considerano, fratello, padre, amico. Dopo il grande dolore per l'agonia del Papa sui volti della gente si è riaffacciato il sorriso perché adesso è il momento di camminare lungo la via di speranza predicata dai Pontefice Messaggi e fotografie ai piedi dei lampioni Un momento di preghiera attorno ai lumini cheormai sono diventati dei veri e propri altari votivi nella piazza

Persone citate: Curia, Gesù, Gezim, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Maria Corbi

Luoghi citati: Catania, Iraq, Mantova, Parigi, Roma