La notte dì Cracovia: «Ha raggiunto il suo Amico» di Giuseppe Zaccaria

La notte dì Cracovia: «Ha raggiunto il suo Amico» UN SACERDOTE: «PER TUTTI NOI POLACCHI E' IL MOMENTO DI ESSERE FORTI» La notte dì Cracovia: «Ha raggiunto il suo Amico» Nella luce delle candele, folla sotto il balconcino dove si affacciava quand'era vescovo Giuseppe Zaccaria Inviato a CRACOVIA Dinanzi al convento dei Francescani la preghiera della folla sale potente verso il cielo scuro, mentre la luce delle candele impugnate dai fedeh spande suggestivi bagheri ed un faro giallo illumina il balconcino da cui Karol Woityla usava affacciarsi quand'era vescovo di questa città e tutte le volte in cui poi vi è ritornato. Ma all'improvviso la voce del cardinale Franciszek Macharasky giunge grave attraverso un microfono. «Questa notte di preghiera sta per diventare una notte di silenzio: da qualche minuto è giunta la notizia che il Papa si è ricongiunto al suo Amico. Karol Woityla nie zyje...». L'espressione è esattamente questa, «nie zjee», ovvero non è più in vita anziché «umarl», che significherebbe è morto: alle mighaia di polacchi in attesa la notizia va data con delicatezza, per non ferirli troppo. Ci sono ragazzi che si abbracciano, altri che siedono in terra spegnendo le candele con le lacrime, donne che si attaccano ai telefonini per far girare la notizia. Su Cracovia scende una cappa di silenzio. E davvero difficile in un momento come questo descrivere lo spessore del sentimento che sta avvolgendo la Polonia e la stordisce, la lascia orfana e stremata, smarrita dinanzi a un futuro che adesso le appare imprevedibile. Piangono tutti, le persone rimaste per strada, gh inviati televisivi che continuano a inanellare frasi sempre più addolorate fino a sconfinare nell'omelia. «Tutto il mondo adesso piange», dice l'inviato di «Wydarzenie», il telegiornale privato. «Per il Papa comincia qualcosa di nuovo, adesso potrà incontrare i suoi genitori e suo fratello», incalza la giornalista del servi¬ zio pubbhco, e altre voci intervengono aggiungendo dolore a dolore, retorica a retorica, in ima scalata inarrestabile di sentimento e arte oratoria. Cracovia in pochi minuti si è svuotata, dalle strade del centro fedeh e turisti sono scomparsi come se il lutto richiedesse isolamento e il dolore avesse bisogno di ima casa per essere elaborato. Solo dinanzi al convento dei Francescani - che sorge accanto ah'Accademia teologica, quella in cui Karol Woityla si formò resta una piccola folla che non vuole lasciare il presidio. Il balcone illuminato ora mostra battenti chiusi e il vento ha portato via il tappeto di tulipani gialli che lo adornava. Le esortazioni che si rincorrono sono quelle che si sentono echeggiare fra parenti quando muore una persona cara, uno di famiglia. «Per tutti noi polacchi è il momento di essere forti - dice al microfono la voce di un sacerdo¬ te, che si è sostituito al cardinale. «Fino a poco fa pregavamo per la salute del Papa, adesso dobbiamo pregare per il suo ingresso in un mondo nuovo...». Le immagini che giungono dal resto del Paese mostrano la medesima desolazione in ogni piazza, in ogni cattedrale. Pregate, pregate, ripetono ossessivamente sacerdoti e anchor-men, «questo è un momento importantissimo per la Polonia e per la sua Chiesa», teniamoci uniti, papa Woityla tornerà presto fra noi. I titoh dei giornali di ieri annunciavano la fine con accenti diversi. La «Gazeta Wyhorcxza» aveva annunciato «Giovanni Paolo se ne va», «Rzecepospolita» diceva «Il Santo Padre vicino a Dio», «Fakt» sopra una grande foto del Papa ripreso di spalle diceva «È pronto al cammino» e «Dzievnik Polsky» esprimeva tutto lo smarrimento dei polacchi col grande titolo «Padre Nostro...». Adesso il padre dei polacchi non c'è più, per tutto il Paese le campagne cominciano a rintoccare e lo faranno per ore, nella cattedrale del Wawel, che dal castello reale domina Cracovia, s'inizia la messa solenne che commemora il grande polacco scomparso con le parole «nostro Padre, Re ed Eroe». È soltanto l'inizio di uno stato di esaltazione collettiva che nei prossimi giorni attraverserà il Paese, c'è già chi reclama un Woityla santo ma soprattutto la Polonia sembra prepararsi a un rientro delle spoglie del Papa che, se mai dovesse avvenire, trasformerebbe questo Paese in un'unica, gigantesca cattedrale. Il dolore dei polacchi radunati davanti alla chiesa di Santa Maria a Wadowice

Persone citate: Franciszek Macharasky, Karol Woityla, Polsky

Luoghi citati: Cracovia, Polonia