SETTORE DEL CREDITO

SETTORE DEL CREDITO SETTORE DEL CREDITO Le banche senza confine il Continente. Nell'autunno 1973, la National Westminster Bank, prima impresa britannica di deposito, assume una partecipazione del 20 per cento nella Union Bancairc, holding del gruppo Paribas che controlla le due filiali, la Banque de l'Union Parisienne e il Crédit du Nord, al sesto posto delle banche francesi con settecento sportelli. Segnaliamo infine gli accordi bilaterali più limitati, intercorsi tra il Credito Lionese e la Lloyds Bank, terza banca di deposito inglese, accordi ai quali si aggiunge separatamente la Commerzbank, così come i contatti intercorsi tra la Barclays e la Bnp al termine dei quali gli assegni dell'una possono venir onorati dall'altra. Altrove in Europa, il gruppo Paribas, in altre occasioni ostile alle associazioni interbancarie, ha firmato un accordo di mutua cooperazione con un gruppo tedesco comprendente la Bayerische Vereins Bank e le sue due associate, la Vereins Bank di Amburgo e la Bankhaus Friedrich Simon. Segnaliamo ancora, in una serie di partecipazioni più o meno importanti, quella del 28% del banchiere olandese Mees and Hope nel capitale della Neuflize-Schlumberger-Mallet. Francois Renard Le Monde Dopo l'annuncio, nell'autunno del '70, del riavvicinamento tra il Credito Lionese e la Commerzbank, sembra che un'autentica frenesia di cooperazione abbia conquistato il sistema bancario del vecchio continente. L'entrata della Gran Bretagna nel Mercato Comune non ha fatto che accelerare il processo, al punto che è stata approvata una serie di accordi, di diversa importanza, ma assai significativi. Questi accordi, voluti inizialmente per combattere la penetrazione americana, hanno permesso di costituire gruppi e consorzi che, dopo una fase di consolidamento, sono passati al contrattacco creando delle filiali comuni e specializzate tanto negli Stati Uniti che in Estremo Oriente o nei Paesi arabi. Senza dubbio, il grado di integrazione o di cooperazione raggiunto all'interno di questi gruppi è variabile, ma tale processo sta modificando il comportamento assai individualista dei banchieri europei, desiderosi a un tempo di seguire i loro clienti oltre frontiera e di inserirsi bene nel contesto mondiale. Si è così giunti a una rete di collegamenti bancari, la cui complessità è grande, tanto che si producono numerosi accavallamenti che confondono il profano. E' tuttavia possibile stabilire una distinzione tra i collegamenti spinti fino alla partecipazione, gli accordi « semplici » di cooperazione, i clubs specializzati in un quadro multilaterale. Le lezioni della Germania In Germania il problema è esattamente inverso: nonostante questa crisi, l'eccedenza della bilancia commerciale è ancora cresciuta alimentando fino all'eccesso il contrasto di cui s'è parlato nella nota precedente: il tasso di copertura è del 140 per cento e i capitali affluiscono, ponendo di nuovo sul tappeto la questione della rivalutazione del marco (in rapporto alle monete cui resta legato nel « miniserpente »). Si possono trarne due insegnamenti: prima di tutto, l'importanza per un Paese di avere dei prodotti forti (a valore aggiunto note- ranno are a QUALITÀ DELLO SVILUPPO PREZZI Indice dei prezzi al consumo (Dati su base OCSE) Lo sPiù piezzae nell' Scarti in rapporto alla media dei 4 paesi Minaccia straniera... E' indiscutibilmente l'arrivo in forza delle banche straniere che ha spinto le aziende a uscire dal loro isolamento nazionalista. L'affermarsi di questi « stranieri » è stato particolarmente rapido; soprattutto in Gran Bretagna, da dove si sono lanciati all'assalto del Continente. La loro strategia è stata diversa a seconda delle origini: gli americani creando, salvo eccezioni, le proprie filiali senza la partecipazione di terzi, i giapponesi limitandosi alla costituzione di uffici di rappresentanza o stabilendo degli accordi bilaterali. Ma la ragione principale della loro venuta in Europa è stata di seguire i clienti nelle operazioni al di là dei mari, sforzandosi per non perdere i loro conti stranieri e per evitare che cambino banca nei loro Paesi d'origine. AMGLASONDGFMAMGLASONDGFM 1972 l 1973 I CONTINUITÀ DELLO SVILUPPO SCAMBI INTERNAZIONALI o di copertura delle esportazioni (FOB) rispetto alle importazioni (CIF) (Dati su base OCSE) ...e reazione europea. Di fronte a questa offensiva che si accentuò a partire dal 1969 e che poteva giustificare la pretesa delle banche americane di presentarsi come le sole banche veramente europee grazie alla loro rete internazionale tanto potente, era fatale che i gruppi continentali reagissero. E' alla fine del 1970 che il Credito Lionese, seconda impresa francese, e la Commerzbank, quarta impresa tedesca, decisero di associarsi nel modo più stretto possibile, senza poter giungere tuttavia alla fusione, poiché, il Credito Lionese è nazionalizzato dal 1945, mentre la Commerzbank è un'impresa privata. Ma nel protocollo d'accordo era previsto un appoggio reciproco sul piano dei finanziamenti a profitto delle rispettive clientele, un coordinamento nell'azione delle agenzie e filiali sia nei Paesi dei partners che nei Paesi terzi, un mutuo aiuto sul piano dell'organizzazione amministrativa e delle tecniche di gestione. Qualche tempo dopo il Banco di Roma, quarta impresa italiana, sotto il controllo dello Stato attraverso il canale dell'Iri, si univa all'associazione, seguito, nell'ottobre 1973, dal Banco Hispano Americano, primo gruppo spagnolo. Il gruppo così formato totalizza un deposito di oltre 150 miliardi di franchi e circa 3600 sportelli. I tre primi associati hanno pubblicato nel 1973 il loro terzo rapporto comune sotto la sigla Europartners. Dopo aver dato, per due anni, la priorità ai problemi organizzativi, intendono d'ora in avanti intensificare i servizi alla clientela nel quadro del gruppo. E' così che è stato messo a punto il « Transcredito », che permette ai clienti, essenzialmente le medie imprese, di ottenere, per le loro succursali e filiali, crediti industriali attraverso la banca partner più vicina e senza altre formalità che quelle che sussistono in materia di cambio. Inutile dire che questo accordo associativo risuonò come un tuono in tutto il mondo bancario e accelerò la messa in atto di progetti di cooperazione che erano già nell'aria. Sicché nel marzo 1972, sei importanti banche, pur senza far parte delle giganti, costituiscono il Gruppo di Banche Inter-Alpha per intensificare la loro collaborazione: sono il Banco Ambrosiano di Milano, la Nederlandsche Niddenstansbank, la Kredietbank di Lussemburgo, la Williams and Glyn's Bank britannica, il Credito Commerciale francese e la Berliner Handels Gesellschaft-Frankfurter Bank, alle quali si è aggiunta, nel marzo 1973, la Privatbanken di Copenaghen. Prima inlesa tra banche specializzate in investimenti industriali. In un clima talvolta febbricitante, tutti discutono con tutti. Occorre tuttavia attendere la primavera del 1973 per registrare il primo accordo tra banche specializzate in investimenti industriali, la Compagnie Financière di Parigi e dei Paesi Bassi, prima impresa francese in questa specialità, e S. G. Warburg, una delle prime « merchant banks » britanniche. L'avvenimento è importante: è la prima volta che un'impresa inglese come la Warburg — la più attiva sulla piazza di Londra sul piano delle operazioni finanziarie internazionali — si lega con una banca del Continente, approfittando della recente arrendevolezza della Banca d'Inghilterra in materia di fusioni. Ed è anche la prima volta che una banca « d'affari » francese allaccia un tale legame con una banca straniera. Le strutture comuni vengono rapidamente identificate, le rispettive filiali negli Stati Uniti sono fuse, e le prime operazioni in partecipazione sono già realizzate o avviate. Più stretti legami della Gran Bretagna con il Continente. Si moltiplicano i ponti tra l'Inghilterra e vano praticamente tutte le caratteristiche della banca europea. La loro formazione e il loro sviluppo si accelera: quattro mesi dopo l'annuncio dell'accordo Credito Lionese-Commerzbank, quattro imprese, l'Algemene Bank Nederland di Amsterdam, la Banque de Bruxelles, la Dresdner Bank e la Bayerische Hypotheken und Wechsel Bank di Monaco decidono di cooperare strettamente in seno all'Abecor. Punto interessante, le tre prime imprese appartengono alla Société Financière Européenne (Sfe), creata nel 1967 per iniziativa della Banque Nationale di Parigi (Bnp), che ha come partners la Banca Nazionale del Lavoro, la Barclays Bank e, segno dei tempi, la Bank of America e la Sumitomo Bank. Teoricamente la Sfe costituisce il più importante raggruppamento finanziario del mondo con un bilancio largamente superiore ai 600 miliardi di franchi, ma le strutture dell'organizzazione sono ben poco vincolanti, come quelle del gruppo Orion, costituito a Londra nel 1970 dalla National Westminster, dalla Royal Bank of Canada, dalla Chase Manhattan (terza degli Stati Scarti dei tassi in rapporto alla media dei 4 paesi ì. Italia .**. • • ì. Italia .• - * ^ v # » • • • Gran Bretagna1 V" •••• \j \, ~~i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i i r AMGLASONDGFMAMGLASONDGFM 1972 1973 vole e monopolistico) e di venderli anche ad alti prezzi (alto valore del marco), comprando a buon mercato le materie prime. In secondo luogo, il caratteristico inconveniente di una moneta che fluttua al ribasso, rendendo più care le importazioni senza particolari benefici per le esportazioni. Una moneta forte è dunque, innegabilmente, un asso nella manica. La Tunisia, punto d'incontro e crogiolo di varie civiltà, per il suo sviluppo economico ha puntato, com'era naturale, sulla cooperazione con tutti i Paesi e, in particolar modo, con i Paesi del Mercato Comune. Dopo diciotto anni di indipendenza dedicati alla costruzione di un'economia moderna che, da alcuni anni, ha raggiunto considerevoli traguardi, la Tunisia si impegna ora con decisione in un ambizioso programma di industrializzazione orientato verso l'esportazione. Il fine è l'istituzione di una collaborazione tecnologica con i Paesi industrializzati, e l'apertura dei mercati stranieri ai prodotti industriali tunisini. Gli strumenti messi al servizio di una tale politica sono articolati su due elementi: — la legge del 27 aprile 1972, che ha istituito uno status particolare per le industrie esportatrici e che, in pratica, concede loro la stessa regolamentazione prevista per le imprese franche; — la creazione dell'Agenzia per la promozione degli investimenti, che è l'unica interlocutrice incaricata di approvare i progetti industriali e di assistere i promotori nella realizzazione dei loro progetti. Ma la Tunisia offre molti altri vantaggi: — una notevole stabilità politica e pace sociale; — un'eccezionale posizione geografica, all'incrocio tra l'Europa. l'Africa e il mondo arabo; — un'infrastruttura dalle basi solide e in rapido sviluppo. A questo propo- Prezzi: pericoloso aumento Una moneta forte, oltretutto, consente di attenuare l'incidenza dell'aumento dei prezzi all'importazione: se quelli della Germania aumentano meno di quelli degli altri tre Paesi, bisogna probabilmente individuare proprio in questo una delle ragioni. Come mostra il grafico, mentre la media dei quattro Paesi ha un ritmo di crescita dei prezzi del 12,7 per cento, la Germania non supera il 7-8 per cento (e il mese di marzo sembra persino mostrare, in cifre destagionalizzate, un'attenuazione ancora più netta del fenomeno). Per gli altri tre Paesi, invece, il ritmo si mantiene molto elevato; oggi si trovano tutti e tre attorno al 15 per cento. Col rischio di una « sbandata » economica che può ripercuotersi ben presto sul piano sociale e politico. (1) Si tratta di tassi calcolati sulla base di dati destagionalizzati di provenienza Ocse. sviluppo dei « clubs ». spettacolari nell'apparenza e nell'am, ma meno vincolanti nelle strutture 'attività, sono i «clubs» dove si ritro-

Persone citate: Francois Renard, Friedrich Simon, Mallet, Warburg