In un rustico presso Parma la cella di Sossi? Arrestato il proprietario, industriale monzese di Alvaro Gili

In un rustico presso Parma la cella di Sossi? Arrestato il proprietario, industriale monzese Perquisizioni della polizia nell'Appennino Centrale e in Valtellina In un rustico presso Parma la cella di Sossi? Arrestato il proprietario, industriale monzese Pareti insonorizzate, scorte di viveri, brandine, armi e munizioni - Su un masso la scritta "BR". te - Il giovane è titolare di una piccola azienda: qui gli agenti hanno trovato altre sette pistole con la stella a cinque pun- Identificati tre suoi amici (Dal nostro inviato speciale) Parma, 23 giugno. Forse è stato trovato sull'Appennino parmense il « carcere » segreto dove il giudice Mario Sossi è stato tenuto prigioniero per 35 giorni. La scoperta è avvenuta sabato notte, nel corso di un rastrellamento in una zona boscosa in località Molinatico, a quota 800 metri, nei pressi del comune di Borgotaro, quasi al confine con le province di La Spezia e Massa Carrara. La notizia è stata immediatamente comunicata alla questura di Torino e si attende l'arrivo del giudice dot. Caccia, del sostituto procuratore dott. Caselli (che si interessano del caso Sossi) e del dott. Criscuolo, dell'ufficio politico. Sono state pure interessate le magistrature di Milano e Brescia. La misteriosa casa è un ru¬ stico ad un piano, con un interrato. Le pareti interne sono rivestite da pannelli insonorizzanti di sughero, dipinte con calce bianca. Nell'interno, un ampio soggiorno con sette brandine, negli armadi a muro sono conservati un notevole quantitativo di provviste alimentari e tutto il necessario per cucinare. Nell'interrato, un piccolo arsenale di armi da guerra, fra cui un fucile mitragliatore Beretta calibro 308 con bipiede e quaranta proiettili, una Machinepistole Jager 6,75, otto scatole con 700 cartucce di tutti i calibri. Alla questura di Parma erano giunte in questi giorni segnalazioni che sull'Appennino, in una zona impervia, non raggiungibile in auto, era stato organizzato un campo paramilitare. I pastori della zona a più riprese avevano sen¬ tito sparare, sia di giorno sia di notte. Il questore di Parma, dott. Midiri, ha allora disposto, con la collaborazione dei carabinieri, dì effettuare una vasta battuta, alla quale hanno partecipato oltre ottanta uomini guidati da guardie forestali pratiche del luogo. Giunti nella località Molinatico, gli agenti hanno scorto due jeep senza targhe, abbandonate al margine di una mulattiera. Seguendola, sono arrivati ad un bivio, dove la mulattiera discende verso il bosco. Hanno visto un grosso masso, sopra il quale era stata scolpita una stella a cinque punte con la sigla B.R. (Brigate Rosse). Poco distante, bidoni sforacchiati da proiettili, come tutti gli alberi intorno. Al margine del bosco, il rustico. La polizia ha subito fatto consultare le mappe della zona, così si è potuto risalire al costruttore e quindi al proprietario. E' stato deciso però di non intervenire, nella speranza che il possessore del piccolo fabbricato si recasse nella zona per trascorrervi il weekend. E così è avvenuto. Stamane alle IO, su una «Land Rover», è giunto in compagnia di due donne il proprietario, ed è stato subito fermato. Sì tratta di Federico Rampino, di 30 anni, abitante a Monza nel quartiere di San Fruttuoso; con lui erano Sara Demori, di 27 anni, e la madre di quest'ultima, Walli Bandini in Demori, di 50 anni, abitante a Milano. Il Rampino è proprietario di una piccola fonderia di alluminio a Burago, alla periferia di Milano. E' stato avvertito l'ufficio politico del capoluogo lombardo, che ha effettuato immediatamente una perquisizione nell'officina, dove ha trovato nascoste sette pistole, di cui due da guerra. Il Rampino è stato arrestato sotto l'accusa di detenzione di armi da guerra e trasferito in carcere; le due donne sono state rilasciate. Il magistrato è andato ad interrogare il Rampino, ma nulla per ora è trapelato. A Milano, intanto, proseguono le indagini per conoscere il passato politico dell'industriale. E' probabile che il giudice Caccia voglia poi convocare qui a Parma Mario Sossi e condurlo in località Molinatico. Come si ricorderà, il giudice fu rilasciato a Milano: da Molinatico, passando per il passo della Cisa, si sbuca direttamente sull'Autostrada del Sole e in meno di tre ore si arriva nel capoluogo lombardo. Non sfuggono, inoltre, altre due circostanze: il giudice ha sempre dichiarato dì non aver mai fatto dei gradini (e qui non ce ne sono); quando fu liberato era molto abbronzato, segno eviden¬ te che aveva preso del sole in montagna. Le indagini continuano e non è improbabile che si possa arrivare nelle prossime ore ad una svolta decisiva. Nella tarda serata, tre persone, amici del Rampino, sono state identificate a Milano e convocate dalla polizia. Alvaro Gili In un rustico presso Parma la cella di Sossi? Arrestato il proprietario, industriale monzese Perquisizioni della polizia nell'Appennino Centrale e in Valtellina In un rustico presso Parma la cella di Sossi? Arrestato il proprietario, industriale monzese Pareti insonorizzate, scorte di viveri, brandine, armi e munizioni - Su un masso la scritta "BR". te - Il giovane è titolare di una piccola azienda: qui gli agenti hanno trovato altre sette pistole con la stella a cinque pun- Identificati tre suoi amici (Dal nostro inviato speciale) Parma, 23 giugno. Forse è stato trovato sull'Appennino parmense il « carcere » segreto dove il giudice Mario Sossi è stato tenuto prigioniero per 35 giorni. La scoperta è avvenuta sabato notte, nel corso di un rastrellamento in una zona boscosa in località Molinatico, a quota 800 metri, nei pressi del comune di Borgotaro, quasi al confine con le province di La Spezia e Massa Carrara. La notizia è stata immediatamente comunicata alla questura di Torino e si attende l'arrivo del giudice dot. Caccia, del sostituto procuratore dott. Caselli (che si interessano del caso Sossi) e del dott. Criscuolo, dell'ufficio politico. Sono state pure interessate le magistrature di Milano e Brescia. La misteriosa casa è un ru¬ stico ad un piano, con un interrato. Le pareti interne sono rivestite da pannelli insonorizzanti di sughero, dipinte con calce bianca. Nell'interno, un ampio soggiorno con sette brandine, negli armadi a muro sono conservati un notevole quantitativo di provviste alimentari e tutto il necessario per cucinare. Nell'interrato, un piccolo arsenale di armi da guerra, fra cui un fucile mitragliatore Beretta calibro 308 con bipiede e quaranta proiettili, una Machinepistole Jager 6,75, otto scatole con 700 cartucce di tutti i calibri. Alla questura di Parma erano giunte in questi giorni segnalazioni che sull'Appennino, in una zona impervia, non raggiungibile in auto, era stato organizzato un campo paramilitare. I pastori della zona a più riprese avevano sen¬ tito sparare, sia di giorno sia di notte. Il questore di Parma, dott. Midiri, ha allora disposto, con la collaborazione dei carabinieri, dì effettuare una vasta battuta, alla quale hanno partecipato oltre ottanta uomini guidati da guardie forestali pratiche del luogo. Giunti nella località Molinatico, gli agenti hanno scorto due jeep senza targhe, abbandonate al margine di una mulattiera. Seguendola, sono arrivati ad un bivio, dove la mulattiera discende verso il bosco. Hanno visto un grosso masso, sopra il quale era stata scolpita una stella a cinque punte con la sigla B.R. (Brigate Rosse). Poco distante, bidoni sforacchiati da proiettili, come tutti gli alberi intorno. Al margine del bosco, il rustico. La polizia ha subito fatto consultare le mappe della zona, così si è potuto risalire al costruttore e quindi al proprietario. E' stato deciso però di non intervenire, nella speranza che il possessore del piccolo fabbricato si recasse nella zona per trascorrervi il weekend. E così è avvenuto. Stamane alle IO, su una «Land Rover», è giunto in compagnia di due donne il proprietario, ed è stato subito fermato. Sì tratta di Federico Rampino, di 30 anni, abitante a Monza nel quartiere di San Fruttuoso; con lui erano Sara Demori, di 27 anni, e la madre di quest'ultima, Walli Bandini in Demori, di 50 anni, abitante a Milano. Il Rampino è proprietario di una piccola fonderia di alluminio a Burago, alla periferia di Milano. E' stato avvertito l'ufficio politico del capoluogo lombardo, che ha effettuato immediatamente una perquisizione nell'officina, dove ha trovato nascoste sette pistole, di cui due da guerra. Il Rampino è stato arrestato sotto l'accusa di detenzione di armi da guerra e trasferito in carcere; le due donne sono state rilasciate. Il magistrato è andato ad interrogare il Rampino, ma nulla per ora è trapelato. A Milano, intanto, proseguono le indagini per conoscere il passato politico dell'industriale. E' probabile che il giudice Caccia voglia poi convocare qui a Parma Mario Sossi e condurlo in località Molinatico. Come si ricorderà, il giudice fu rilasciato a Milano: da Molinatico, passando per il passo della Cisa, si sbuca direttamente sull'Autostrada del Sole e in meno di tre ore si arriva nel capoluogo lombardo. Non sfuggono, inoltre, altre due circostanze: il giudice ha sempre dichiarato dì non aver mai fatto dei gradini (e qui non ce ne sono); quando fu liberato era molto abbronzato, segno eviden¬ te che aveva preso del sole in montagna. Le indagini continuano e non è improbabile che si possa arrivare nelle prossime ore ad una svolta decisiva. Nella tarda serata, tre persone, amici del Rampino, sono state identificate a Milano e convocate dalla polizia. Alvaro Gili