Una coppa facile per la Standa

Una coppa facile per la Standa Le finali di basket femminile a Torino Una coppa facile per la Standa Tutto facile per la Standa, tutto male per il Geas, tutto da dimenticare (o quasi) in queste finali di Coppa Italia del basket femminile. Diceva ieri Concato, grande capo della pallacanestro a Vicenza e personaggio « storico » dell'ambiente: « Queste di Torino sono le finali di più basso contenuto tecnico che io abbia mai visto nella mia lunga carriera ». In effetti c'era proprio da farsi forza per non mettersi a contare gli sbadigli anzi che i canestri, in un clima totalmente vacanziero: tutto merito della Federazione che mette in palio la Coppa un mese e mezzo dopo la fine del campionato, cosi si annacqua pure il veleno fra Standa e Geas, cosi Vandoni trainer delle campionesse d'Italia arriva al proponimento di rinunciare in futuro a questa Coppa-cenerentola se a Roma non cambieranno registro. Dunque la Standa vince con merito ma senza osanna. Viene meno il duello con le « care nemiche » di Sesto perché il Geas (senza Bocchi uno e due, senza Della Longa, senza concentrazione) si è fatto buttar fuori dal Pagnossln In semifinale: e la voglia di giocare delle «tricolori» 6 tanto ridotta che ieri è arrivata una seconda sconfitta, col Vicenza, nella gara per 11 terzo posto. Una partita, questa, da ricordarsi solo per qualche «numero» degli arbitri e per uno sciagurato incidente toccato alla Bozzolo (caviglia distorta, poi ulteriormente acciaccata da un massaggiatore molto zelante ma poco brillante): di bel gioco quasi niente, qualche spunto della Sandon (26 punti) e della Gorlin fra le venete, del¬ la Fasso dalla parte opposta. Risultato mai in discussione, 7357, alla fine e già 38 a 25 all'intervallo. ut finalissima poteva anche non disputarsi, tanto La Standa era sicura di vincerla, tanto il Pagnossln era disposto a perderla: dopo 5 minuti le milanesi erano avanti 10-2 e Vasojevic poteva davvero pensare ad un successo con 35 punti di margine. Ha dovuto poi accontentarsi di undici (60-39, dopo 11 30-14 alla fine del primo tempo) anche perché ha dovuto far giocare tutte le sue dlecl-titolari-dlecl, un grosso lusso (e un non piccolo problema) non solo a livello di basket femminile: la Aiderlghi ha segnato più di tutte (16 punti), la BItu è stata la più positiva ma Umbertina Pareschi, play-maker ordinata e capace di qualche « assist » da applauso, ha meritato in linea generale la medaglia come miglior giocatrlce del torneo (11 premio è stato messo in palio, con apprezzatlsslmo gesto, da Franca Ronchetti In memoria della sorella Lilly, capitana azzurra da poco scomparsa). Le altre si sono divise in piccole fette meriti e bottino: la Tessarolo (10 punti) e la Ghlrrl (9) meglio della Costa (2) e della Bozzi (quest'ultima bendatissima alla gamba sinistra « stirata »). Il Pagnossln ha fatto da comprimario, sbagliando troppi tiri (Zandonadl, Antonini, Seguso sembravano giocare al cosiddetto «ciapanò» col canestro) e cedendo troppi rimbalzi (malgrado la « zona » difensiva BItu e compagne dominavano sotto il tabellone) per poter competere Antonio Tavarozzi Barbara Costa fa scattare il contropiede della Standa Una coppa facile per la Standa Le finali di basket femminile a Torino Una coppa facile per la Standa Tutto facile per la Standa, tutto male per il Geas, tutto da dimenticare (o quasi) in queste finali di Coppa Italia del basket femminile. Diceva ieri Concato, grande capo della pallacanestro a Vicenza e personaggio « storico » dell'ambiente: « Queste di Torino sono le finali di più basso contenuto tecnico che io abbia mai visto nella mia lunga carriera ». In effetti c'era proprio da farsi forza per non mettersi a contare gli sbadigli anzi che i canestri, in un clima totalmente vacanziero: tutto merito della Federazione che mette in palio la Coppa un mese e mezzo dopo la fine del campionato, cosi si annacqua pure il veleno fra Standa e Geas, cosi Vandoni trainer delle campionesse d'Italia arriva al proponimento di rinunciare in futuro a questa Coppa-cenerentola se a Roma non cambieranno registro. Dunque la Standa vince con merito ma senza osanna. Viene meno il duello con le « care nemiche » di Sesto perché il Geas (senza Bocchi uno e due, senza Della Longa, senza concentrazione) si è fatto buttar fuori dal Pagnossln In semifinale: e la voglia di giocare delle «tricolori» 6 tanto ridotta che ieri è arrivata una seconda sconfitta, col Vicenza, nella gara per 11 terzo posto. Una partita, questa, da ricordarsi solo per qualche «numero» degli arbitri e per uno sciagurato incidente toccato alla Bozzolo (caviglia distorta, poi ulteriormente acciaccata da un massaggiatore molto zelante ma poco brillante): di bel gioco quasi niente, qualche spunto della Sandon (26 punti) e della Gorlin fra le venete, del¬ la Fasso dalla parte opposta. Risultato mai in discussione, 7357, alla fine e già 38 a 25 all'intervallo. ut finalissima poteva anche non disputarsi, tanto La Standa era sicura di vincerla, tanto il Pagnossln era disposto a perderla: dopo 5 minuti le milanesi erano avanti 10-2 e Vasojevic poteva davvero pensare ad un successo con 35 punti di margine. Ha dovuto poi accontentarsi di undici (60-39, dopo 11 30-14 alla fine del primo tempo) anche perché ha dovuto far giocare tutte le sue dlecl-titolari-dlecl, un grosso lusso (e un non piccolo problema) non solo a livello di basket femminile: la Aiderlghi ha segnato più di tutte (16 punti), la BItu è stata la più positiva ma Umbertina Pareschi, play-maker ordinata e capace di qualche « assist » da applauso, ha meritato in linea generale la medaglia come miglior giocatrlce del torneo (11 premio è stato messo in palio, con apprezzatlsslmo gesto, da Franca Ronchetti In memoria della sorella Lilly, capitana azzurra da poco scomparsa). Le altre si sono divise in piccole fette meriti e bottino: la Tessarolo (10 punti) e la Ghlrrl (9) meglio della Costa (2) e della Bozzi (quest'ultima bendatissima alla gamba sinistra « stirata »). Il Pagnossln ha fatto da comprimario, sbagliando troppi tiri (Zandonadl, Antonini, Seguso sembravano giocare al cosiddetto «ciapanò» col canestro) e cedendo troppi rimbalzi (malgrado la « zona » difensiva BItu e compagne dominavano sotto il tabellone) per poter competere Antonio Tavarozzi Barbara Costa fa scattare il contropiede della Standa

Luoghi citati: Italia, Roma, Sesto, Torino, Vicenza