Un Marco Polo Anni 30

Un Marco Polo Anni 30 CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE Un Marco Polo Anni 30 OGGI: un vecchio film d'avventure con Gary Cooper - IERI: la conclusione di "Malombra" e il varietà Stasera molto spazio televisivo verrà preso dalle ripetute edizioni del telegiornale dedicate ai risultati del referendum. Quale alternativa a tante cifre non guasta, sul Nazionale, un film avventuroso e, si badi bene, non storico: Le avventure di Marco Polo con Gary Cooper nella figura del viaggiatore veneziano autore del Milione. Realizzato nel 1938 da un eclettico regista come Archie Mayo di cui La foresta pietrificata è il film migliore e più famoso, «The adventures of Marco Polo» venne bocciato dalla censura fascista che non ammise si potessero contare tante fan¬ donie sul protagonista, diventato tino sbarbato giovanottone dalle gambe lunghissime de gambe di Gary Cooper), galante avventuriero dai modi spicci con il gentil sesso, implicato a Pechino in una congiura di palazzo e bramoso di sposare un'avvenente principessa imperiale, bocconcino prelibato per ragioni politiche destinato al re di Persia. Accadde così che, per poter ottenere la libera circolazione del film nella severa Italia imperiale di trentasei anni fa, il produttore Sam Goldwyn dovette concedere che Marco Polo sparisse dalla vicenda come tale e assumesse le ge- neralità di uno... scozzese finito in Cina. Il titolo della trasformata pellicola gli anziani lo ricorderanno: Uno scozzese alla Corte del Gran Khan. Fu soltanto nel 1946, quando del film si fece la riedizione, ch'esso potè uscire col tìtolo italiano fedele a quello originale. Poiché si tratta d'un divertente pastiche senza la minima ambizione biografica nei confronti di Marco Polo, si può, guardandolo stasera, sospendere per un'ora e mezzo qualsiasi desiderio di aggancio alla verosimiglianza storica e considerare le fanfaluche esposte sul video nulla di più d'una piacevole favola orientale il cui eroe maschile ha, per pura combinazione, un nome che non suona nuovo ai telespettatori soprattutto nostrani. Nella parte della figlia del Gran Khan c'è un'attrice ch'ebbe notorietà effimera: Sigrid Gurie. In un ruolo minore c'è una starlett diciassettenne, una certa Lana Turner, destinata viceversa a una fulgida e prolungata carriera, nonché a svariati matrimoni. * ★ Si è concluso ieri sera, presumibilmente tra il sollievo generale lo sceneggiato fogazzariano Malombra, confezionato anche nella quarta puntata con limitato senso del ritmo così da risultare lento e noioso, oltre che tetro. Ma se la tristezza degli accadimenti e l'afflizione dei principali personaggi sono di derivazione letteraria cioè presi di peso dal romanzo, la struttura infelice e poco concentrata dello sceneggiato è difetto proprio del «libero» adattamento di Fabbri e Micozzi, cui non ha posto adeguato rimedio l'opaca regia di Meloni La protagonista, Marina Malfatti, se all'epilogo muore come personaggio, è tuttavia riuscita, quale consapevole interprete, a sopravvivere alle insidie d'una parte tremenda: e ciò grazie soprattutto alla fotogenia d'un volto prezioso per l'obiettivo, un volto che in vari momenti delle quattro puntate manifestò una sua lodevole e lodata espressività. Il film che la signorina Malfatti sta girando attualmente, dovrebbe renderle quella giustizia che Malombra le ha in complesso negato. ★ ★ Nel primo pomeriggio domenicale, finiti i deliziosi appuntamenti delle 14 con i film di Karel Zeman, si è ripreso lo sfruttamento intensivo dei cartoons. Alla sera, sul Secondo, la trasmissione numero 2 di Non tocchiamo quel tasto di Chiosso e Palazio, ha confermato l'affabilità di intrattenitore e presentatore del maestro Enrico Simonetti, impegnato in un lodevole «rilancio» del pianoforte, alla cui tastiera si sono susseguiti illustri compositori ed esecutori, da Segurini a Gaslini, da Medori a Simonetti stesso. Hanno cantato gradevolmente Gilda Giuliani e Valeria Fabrizi; hanno scherzato tra loro Rie e Gian, Cristiano e Isabella. a. vald. Un Marco Polo Anni 30 CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE Un Marco Polo Anni 30 OGGI: un vecchio film d'avventure con Gary Cooper - IERI: la conclusione di "Malombra" e il varietà Stasera molto spazio televisivo verrà preso dalle ripetute edizioni del telegiornale dedicate ai risultati del referendum. Quale alternativa a tante cifre non guasta, sul Nazionale, un film avventuroso e, si badi bene, non storico: Le avventure di Marco Polo con Gary Cooper nella figura del viaggiatore veneziano autore del Milione. Realizzato nel 1938 da un eclettico regista come Archie Mayo di cui La foresta pietrificata è il film migliore e più famoso, «The adventures of Marco Polo» venne bocciato dalla censura fascista che non ammise si potessero contare tante fan¬ donie sul protagonista, diventato tino sbarbato giovanottone dalle gambe lunghissime de gambe di Gary Cooper), galante avventuriero dai modi spicci con il gentil sesso, implicato a Pechino in una congiura di palazzo e bramoso di sposare un'avvenente principessa imperiale, bocconcino prelibato per ragioni politiche destinato al re di Persia. Accadde così che, per poter ottenere la libera circolazione del film nella severa Italia imperiale di trentasei anni fa, il produttore Sam Goldwyn dovette concedere che Marco Polo sparisse dalla vicenda come tale e assumesse le ge- neralità di uno... scozzese finito in Cina. Il titolo della trasformata pellicola gli anziani lo ricorderanno: Uno scozzese alla Corte del Gran Khan. Fu soltanto nel 1946, quando del film si fece la riedizione, ch'esso potè uscire col tìtolo italiano fedele a quello originale. Poiché si tratta d'un divertente pastiche senza la minima ambizione biografica nei confronti di Marco Polo, si può, guardandolo stasera, sospendere per un'ora e mezzo qualsiasi desiderio di aggancio alla verosimiglianza storica e considerare le fanfaluche esposte sul video nulla di più d'una piacevole favola orientale il cui eroe maschile ha, per pura combinazione, un nome che non suona nuovo ai telespettatori soprattutto nostrani. Nella parte della figlia del Gran Khan c'è un'attrice ch'ebbe notorietà effimera: Sigrid Gurie. In un ruolo minore c'è una starlett diciassettenne, una certa Lana Turner, destinata viceversa a una fulgida e prolungata carriera, nonché a svariati matrimoni. * ★ Si è concluso ieri sera, presumibilmente tra il sollievo generale lo sceneggiato fogazzariano Malombra, confezionato anche nella quarta puntata con limitato senso del ritmo così da risultare lento e noioso, oltre che tetro. Ma se la tristezza degli accadimenti e l'afflizione dei principali personaggi sono di derivazione letteraria cioè presi di peso dal romanzo, la struttura infelice e poco concentrata dello sceneggiato è difetto proprio del «libero» adattamento di Fabbri e Micozzi, cui non ha posto adeguato rimedio l'opaca regia di Meloni La protagonista, Marina Malfatti, se all'epilogo muore come personaggio, è tuttavia riuscita, quale consapevole interprete, a sopravvivere alle insidie d'una parte tremenda: e ciò grazie soprattutto alla fotogenia d'un volto prezioso per l'obiettivo, un volto che in vari momenti delle quattro puntate manifestò una sua lodevole e lodata espressività. Il film che la signorina Malfatti sta girando attualmente, dovrebbe renderle quella giustizia che Malombra le ha in complesso negato. ★ ★ Nel primo pomeriggio domenicale, finiti i deliziosi appuntamenti delle 14 con i film di Karel Zeman, si è ripreso lo sfruttamento intensivo dei cartoons. Alla sera, sul Secondo, la trasmissione numero 2 di Non tocchiamo quel tasto di Chiosso e Palazio, ha confermato l'affabilità di intrattenitore e presentatore del maestro Enrico Simonetti, impegnato in un lodevole «rilancio» del pianoforte, alla cui tastiera si sono susseguiti illustri compositori ed esecutori, da Segurini a Gaslini, da Medori a Simonetti stesso. Hanno cantato gradevolmente Gilda Giuliani e Valeria Fabrizi; hanno scherzato tra loro Rie e Gian, Cristiano e Isabella. a. vald.

Luoghi citati: Cina, Italia, Pechino, Persia