Il dolore della città

Il dolore della città Il dolore della città (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 12 maggio. Le quattro bare sono una accanto all'altra nel foyer del vecchio teatro municipale di Alessandria, trasformato in camera ardente. Quattro, tutte uguali. Ai lati si dispongono a turno i militi della Croce Verde (il dott. Roberto Gandolji era presidente della benefica istituzione), carabinieri, vigili urbani, agenti di custodia, soldati. Davanti ad ogni bara un lascio di rose i-osse. Molti fiori, inviati anche da sconosciuti, sono stati sistemati nell'atrio del municipio. Un masso di gladioli rossi, indirissato all'assistente sociale Grasiella Giarola, è accompagnato da un biglietto: «Un detenuto del carcere giudiziario di Camerino». Continua l'incessante processione della gente. Tutti vo- j gliono rendere omaggio a Grasiella Vassallo Giarola che ha pagato con la vita il gesto generoso di offrirsi come ostaggio ai tre detenuti in rivolta: al dott. Roberto Gandolfi, il medico che da anni curava i detenuti e che ha trascorso le ultime ore della sua vita a rassicurare gli altri ostaggi, a soccorrere quelli in preda a malore; al brigadiere Gennaro Cantiello, all'appuntato Sebastiano Gaeta. Gennaro Cantiello temeva i disordini. Me lo ha confermato stamane un suo cognato. «Gli avevo detto di prendersi una breve vacanza, ma lui ha rifiutato perché stava per ottenere il sospirato trasferimento ed essere vicino ai genitori, che abitano presso Caserta». L'avevo incontrato più volte in carcere, anche in occasione dello sciopero, a gennaio, dei 251 detenuti. «Siamo forse più prigionieri noi di loro — mi aveva detto —, sempre in servizio: i nostri figli quasi non ci conoscono». Sebastiano Gaeta sarà tumulato a Livorno (Cantiello a Formicola). Anche lui come il collega lascia due figli. Martedì è stata dichiarata giornata di lutto cittadino. Alle 16, il corteo funebre partirà dal municipio. Sindaco, prefetto e autorità varie hanno sostato davanti alle quattro bare. Poco dopo messogiorno è giunto ad Ales¬ sandria, in forma privata, il ministro di Grasia e Giustizia Zagari, il quale ha visitato in ospedale i feriti: il prof. Pier Luigi Campi, sempre tra la vita e la morte; l'ing. Vincenzo Rossi; l'appuntato Andrea Tuia, le cui condisioni sono meno gravi. L'ing. Rossi è ancora sotto choc. Sono proibite le visite e l'intervento chirurgico (ha un proiettile in una gamba) è stato rimandato perché le condisioni generali non lo consentono. Il ministro di Grasia e Giùstisia ha deciso di conferire la medaglia d'oro al mei-ito della redenzione sociale a Graziella Giarola. Il padre Eraldo, quando lo ha saputo, si è commosso, ma ha mormorato: «A che serve?». La giunta comunale ha chiesto a Zagari che anche al dott. Gandolfi venga conferita la medaglia d'oro alla memoria. Tutta la città ha seguito la tragedia delle carceri Per due giorni i negozi sono rimasti deserti. La città sembrava muta, forse tutti avvertivano profondamente ciò che stava •succedendo. Emma Camagna Il dolore della città Il dolore della città (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 12 maggio. Le quattro bare sono una accanto all'altra nel foyer del vecchio teatro municipale di Alessandria, trasformato in camera ardente. Quattro, tutte uguali. Ai lati si dispongono a turno i militi della Croce Verde (il dott. Roberto Gandolji era presidente della benefica istituzione), carabinieri, vigili urbani, agenti di custodia, soldati. Davanti ad ogni bara un lascio di rose i-osse. Molti fiori, inviati anche da sconosciuti, sono stati sistemati nell'atrio del municipio. Un masso di gladioli rossi, indirissato all'assistente sociale Grasiella Giarola, è accompagnato da un biglietto: «Un detenuto del carcere giudiziario di Camerino». Continua l'incessante processione della gente. Tutti vo- j gliono rendere omaggio a Grasiella Vassallo Giarola che ha pagato con la vita il gesto generoso di offrirsi come ostaggio ai tre detenuti in rivolta: al dott. Roberto Gandolfi, il medico che da anni curava i detenuti e che ha trascorso le ultime ore della sua vita a rassicurare gli altri ostaggi, a soccorrere quelli in preda a malore; al brigadiere Gennaro Cantiello, all'appuntato Sebastiano Gaeta. Gennaro Cantiello temeva i disordini. Me lo ha confermato stamane un suo cognato. «Gli avevo detto di prendersi una breve vacanza, ma lui ha rifiutato perché stava per ottenere il sospirato trasferimento ed essere vicino ai genitori, che abitano presso Caserta». L'avevo incontrato più volte in carcere, anche in occasione dello sciopero, a gennaio, dei 251 detenuti. «Siamo forse più prigionieri noi di loro — mi aveva detto —, sempre in servizio: i nostri figli quasi non ci conoscono». Sebastiano Gaeta sarà tumulato a Livorno (Cantiello a Formicola). Anche lui come il collega lascia due figli. Martedì è stata dichiarata giornata di lutto cittadino. Alle 16, il corteo funebre partirà dal municipio. Sindaco, prefetto e autorità varie hanno sostato davanti alle quattro bare. Poco dopo messogiorno è giunto ad Ales¬ sandria, in forma privata, il ministro di Grasia e Giustizia Zagari, il quale ha visitato in ospedale i feriti: il prof. Pier Luigi Campi, sempre tra la vita e la morte; l'ing. Vincenzo Rossi; l'appuntato Andrea Tuia, le cui condisioni sono meno gravi. L'ing. Rossi è ancora sotto choc. Sono proibite le visite e l'intervento chirurgico (ha un proiettile in una gamba) è stato rimandato perché le condisioni generali non lo consentono. Il ministro di Grasia e Giùstisia ha deciso di conferire la medaglia d'oro al mei-ito della redenzione sociale a Graziella Giarola. Il padre Eraldo, quando lo ha saputo, si è commosso, ma ha mormorato: «A che serve?». La giunta comunale ha chiesto a Zagari che anche al dott. Gandolfi venga conferita la medaglia d'oro alla memoria. Tutta la città ha seguito la tragedia delle carceri Per due giorni i negozi sono rimasti deserti. La città sembrava muta, forse tutti avvertivano profondamente ciò che stava •succedendo. Emma Camagna

Luoghi citati: Ales, Alessandria, Caserta, Formicola, Grasiella, Livorno