Come una casa di 5 piani il motore d'una petroliera di Renzo Villare

Come una casa di 5 piani il motore d'una petroliera Visita alla Grandi Motori Trieste Come una casa di 5 piani il motore d'una petroliera Alto 14 metri e lungo 24, pesa 1600 tonnellate, ha una potenza di 40 mila cavalli - Con i motori diesel marini si risparmia carburante (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 28 giugno. Ieri al cantiere navale di Monfalcone si è vista in avanzata fase di realizzazione una superpetroliera da 253 mila tonnellate, la quarta di una serie di tredici di cui tre già in esercizio e dieci da costruirsi a distanza di tre mesi una dall'altra. Oggi nello stabiiimento di San Dorligo della Grandi Motori Trieste (Gmt) che sorge nella zona industriale della città, abbiamo visto, pronto per il collaudo, il motore da 40 mila cavalli a dieci cilindri tipo «A 1060». Ad illustrare le attività che la società svolge nel settore dei grandi motori Diesel, dalla ricerca e progettazione alla produzione, alle vendite, all'assistenza tecnica sono stati alcuni direttori della Grandi Motori Trieste. In un successivo incontro con l'ingegner Carlo Rossi, amministratore delegato della società, l'attenzione è stata posta sulla più significativa caratteristica della Grandi Motori Trieste quale azienda motoristica depositaria, oltre che di avanzate tecnologie produttive, di un valido know-how dì concezione nazionale applicato alla propulsione navale. Il motore Diesel marino fa eccezione «ad una situazione di generale dipendenza dalle industrie straniere in un quadro nazionale caratterizzato, per il 1972, da un deficit della bilancia tecnologica di 131 miliardi di lire». Infatti, mentre l'industria meccanica nazionale costruisce turbine a vapore e a gas e reattori nucleari prevalentemente su licenza estera, il motore Diesel Gmt è progettato e costruito interamente a Trieste. Inoltre H motore Diesel è oggi, dato l'attuale costo del combustibile, la soluzione più economica per la maggioranza degli apparati motori. Per uno de1 tipo di quelli destinati alle superpetroliere di Monfalcone il risparmio annuo per il solo combustibile è dell'ordine di 500 milioni di lire rispetto alla soluzione a turbina a vapore. Muovendosi in un settore che deve sempre usufruire di un livello tecnico d'avanguar¬ dia «è facile prevedere — ha fatto notare l'ingegner Rossi — che ulteriori progressi potranno essere conseguiti soltanto attraverso un sempre maggiore impegno nella ricerca scientifica applicata al settore». La Gmt è preparata a questi sforzi, essendo dotata dì uomini e di adeguate attrezzature (ce ne siamo resi conto nel corso della visita ai laboratori chimico, meccanico, metallografico ed elettronico dove vengono svolte le attività di ricerca applicata), ma «la struttura di ricerca — ha aggiunto l'ingegner Rossi — comporta il sostenimento d. costi non trascurabili. D'altra parte, la Gmt non fruisce, almeno in pari misura, dei contributi che altri Paesi delta Cee e non della Comunità assicurano alle aziende motoristiche sia a sostegno dell'attività di ricerca, sia per promuovere le esportazioni. Ci auguriamo che anche il nostro Paese, seguendo l'esempio di altri grandi costruttori navali come, ad esempio il Giappone, riconosca la necessità di salvaguardare e utilizzale questo patrimonio di conoscenze di cui la Grandi Motori Trieste è oggi depositaria». La società, costituita nel novembre 1966 su base paritetica dall'Iri e dalla Fiat, ha concentrato e potenziato le attività precedentemente svolta nel settore dei grandi motori Diesel dalla Sant'Andrea dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico a Trieste e dall'Ansaldo di Genova per Viri e dalla Grandi Motori di Torino per la Fiat. Essa opera nel settore dei motori Diesel marini, industriali e ferroviari ed attua tutte le funzioni che interessano il settore. E' stato nella successiva visita allo stabilimento che abbiamo visto la moderna tecnica adottata dalla Grandi Motori Trieste per il montaggio dei motori che ha portato, fra l'altro, ad una maggiore sicurezza e a minori tempi di allestimento grazie ad una più razionale organizzazione del lavoro. Secondo questo sistema, ad esempio, un motore del tipo «A 1060» della potenza di 40 mila cavalli, pesante 1600 tonnellate, lungo 24 metri, largo 8 e alto 14, viene suddiviso in tre «moduli», il primo composto dal basamento e dall'albero motore, il secondo dalle incastellature, il terzo dai gruppi cilindri. Renzo Villare

Persone citate: Carlo Rossi