Solo il ministro difende le Poste
Solo il ministro difende le Poste Solo il ministro difende le Poste Secondo Togni tutto funziona al 95 per cento ma continuano a giungerci lettere esasperate di lettori - I casi più recenti Le poste, servizio o disservizio? La gente dice che sono ammalate, afflitte da disfunzioni croniche. Riceviamo continue segnalazioni di casi che non si sa se facciano piangere o ridere. I sindacati ammettono l'insufficienza dell'organizzazione, pur assolvendo il personale, gli uffici, i vari reparti e le succursali: «Ci mancherebbe altro. Il coltello c'è e funziona. Piuttosto manca il manico». Secondo il ministro Togni, le disfunzioni sarebbero un'invenzione dei giornali. In un'intervista ha dichiarato che il 95 per cento delle lettere viene consegnato puntualmente. Come si spiega, allora che a Eoma sono ferme 300 mila raccomandate e 80 mila assicurate? Che migliaia di raccomandate e assicurate giacciono a Milano, a Napoli e a Palermo? Che la posta spedita da Torino per Torino impiega una settimana, dieci giorni, un mese per compiere pochi chilometri? Sono fatti che smentiscono le percentuali del ministro, mentre sul servizio, afflitto da gravi problemi strutturali, con scarsità di personale, inadeguatezza di uffici e assoluta mancanza di meccanizzazione, in questi giorni si sta addensando un'altra tempesta. Ne sono origine le rivelazioni sconcertanti sul commercio di corrispondenza che invece d'essere consegnata sarebbe stata mandata al macero. Si tratterebbe di ottanta tonnellate di materiale fra riviste, libri, fascicoli pubblicitari e stampe, mai giunti a destinazione. Si giustifica allora l'esasperazione del lettori. Impotenti di fronte alle anomalie di un'organizzazione che fa acqua da ogni parte, scrivono o telefonano a La Stampa. Chiedono perché lettere, cartoline, vaglia e telegrammi giungano con tanto ritardo. Ecco 1 casi più recenti. Due cartoline spedite da Lourdes lo stesso giorno: la prima ha impiegato tre giorni per arrivare a Tarvisio, comune in provincia ì di Udine, ai confini con l'Austria: l'altra tre settimane per essere recapitata a Torino: diciotto giorni di tempo in più per fare quasi 700 chilometri di meno. E che dire della «Gubana», l'eccellente dolce friulano, spedito per Pasqua, alla fine di marzo, e giunto a destinazione il 4 giugno? Scrive un lettore: «La mia lettera del 5 aprile...». Era fra la posta consegnata il 18 giugno. Insieme con la lettera che conteneva il rammarico per la mancata risposta al quesito espresso oltre due mesi prima. Ritardano anche i telegrammi. E' inutile farli urgenti. Si paga di più per vederli recapitare con la stessa velocità di quelli ordinari: 400 metri al giorno ha calcolato uno sposo, che ha ricevuto gli auguri per le nozze al ritorno della luna di miele durata quindici giorni. E l'amministrazione delle poste cosa dice? Bandisce concorsi. Ma non per fattorini o portalettere. Per «consigliere della carriera direttiva tecnica dei trasporti dell'amministrazione autonoma delle Poste e delle Telecomunicazioni, tabella D», e a «180 posti di geometra in prova nel ruolo organico del personale dell'esercizio per i servizi postali e di telecomunicazioni ». Anche questi sono, certamente, indispensabili. Ma ci piacerebbe ricevere, con preghiera di cortese pubblicazione, anche un bando per l'assunzione di postini e smistatori.
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