L'orefice reagisce e si lancia sui banditi che gli sparano contro ferendolo al piede

L'orefice reagisce e si lancia sui banditi che gli sparano contro ferendolo al piede Rapina poco dopo l'apertura in un negozio di corso Giovanni Agnelli L'orefice reagisce e si lancia sui banditi che gli sparano contro ferendolo al piede Aveva appena alzato la saracinesca, entrano due giovani armati - Una breve colluttazione poi fuggono con dei "plateaux" di preziosi del valore di 4 milioni - Altro fatto: aggredito un rappresentante di mobili sulla porta di casa Due banditi hanno preso d'assalto ieri mattina una oreficeria di corso Giovanni Agnelli 103, a pochi isolati di distanza da dove fu assassinato l'orefice Baudino. Quando il titolare ha cercato di ribellarsi non hanno esitato a sparargli: un proiettile lo ha colpito ad un piede. I malviventi sono fuggiti con preziosi il cui valore supera i quattro milioni. La rapina è stata compiuta alle 7,50. L'orefice, Settimio Ghelli, 59 anni, vive nel retro del negozio. Spiega: «Tre anni fa fui rapinato di cinque milioni. I ladri hanno già anche tentato di derubarmi. Per questo, per proteggere meglio il mio negozio, oramai abito qui». Si alza molto presto, apre il negozio alle 8, ma normalmente già qualche minuto prima alza la saracinesca e apre la porta. Questo anche perché poco prima delle otto c'è una donna, Giuseppina Musso, che provvede alle pulizie. «I banditi sono entrati assieme — ha raccontato agli agenti della mobile il Ghelli — non erano mascherati, uno impugnava una grossa pistola. Hanno detto poche parole, le solite: "Fermo è una rapina, non ti muovere". Quello armato mi ha spinto contro il muro, facendomi il segno di alzare le mani». Il complice ha fatto il giro del banco, si è avvicinato alla cassaforte. «Quando mi è passato accanto — aggiunge l'orefice — gli ho dato una spinta. Speravo di costringerli a fuggire». Il rapinatore che impugnava la pistola non ha avuto un attimo di esitazione: ha sparato un colpo verso il Ghelli. Il proiettile lo ha raggiunto al piede destro. Dice l'orefice: «Per il dolore stavo per cadere, mi sono appoggiato al bancone». La reazione di Settimio Ghelli ha comunque costretto alla fuga i banditi: hanno afferrato quattro plateaux con preziosi, si sono precipitati alla porta. In quell'istante è comparsa Giuseppina Musso, la donna che provvede alla pulizia del negozio. Ha poi detto: «Li ho visti salire su una 127 bianca, ferma a breve distanza. Avevano lasciato le portiere aperte e il motore acceso. Non mi pare ci fosse un complice a bordo ad attenderli». I banditi sono fuggiti verso il centro. E' stato dato l'allarme, sul posto sono accorsi gli agenti della mobile e i carabinieri. Il Ghelli, a causa dell'emozione, non ha saputo descrivere i banditi: «Non erario mascherati, ma è stato tutto cosi veloce e drammatico — ha spiegato — che non sono neppure riuscito a vederli bene in volto». Le sue condizioni non sono gravi: il proiettile, calibro 7,65, lo ha colpito di striscio. E' stato medicato all'ospedale Mauriziano. Guarirà in 15 giorni. * Un rappresentante di mobili è stato aggredito e rapinato da due giovani mentre rincasava. Si chiama Pietro Valloggia, ha 45 anni, abita in via della FossaLa 74. Ha raccontato agli agenti della mobile: «Erano le 2, stavo aprendo la porta di casa. Due giovani, armati e mascherati, mi hanno aggredito. Ho cercato di difendermi, uno mi ha colpito col calcio della pistola al capo». Sotto la minaccia delle armi il Valloggia è stato costretto a consegnare ai banditi il portafoglio, la catenina e un orologio d'oro, per un valore di circa due milioni. I due poi sono fuggiti a bordo di un'auto, forse una «125». Il rappresentante è stato medicato all'Astanteria Martini, per una contusione al capo. Guarirà in 8 giorni. Francesco Curci, 43 anni, via Cristoforo Colombo 47, è morto al Mauriziano. Lunedì sera, percorrendo in «Lambretta» corso Rosselli, era stato urtato dalla «Volkswagen» di Giovanni De Leo, 20 anni, Rivoli, via Volturno 1. Lascia la moglie e due figli in tenera età. + Carlo Botao, 58 anni, di Noie Canavese, è morto alle Molinette per la frattura della spina dorsale. Giovedì pomeriggio, mentre lavorava alla ditta Bender, era caduto in un grosso lavatoio battendo la schiena e il fianco destro. ★ Un automobilista, Marco Mantelli di 24 anni, via Filadelfia 132, è stato accompagnato alle «Nuove»: deve scontare cinque giorni di arresto inflittigli dal pretore perché circolava su un'auto sprovvista di assicurazione. L'orefice Settimio Ghelli: «Ho rischiato di morire» - La squadra mobile è arrivata sul posto dopo pochi minuti

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