Tasse che pagheremo di Giulio Mazzocchi

Tasse che pagheremo Concordate tra i quattro partiti Tasse che pagheremo Più care benzina (300 lire la super) ed energia elettrica - Aumenti dell'Iva su molti prodotti, tra cui la carne di vitello - Niente tassa sui televisori, né maggiori imposte dirette sui lavoratori dipendenti (Nostro servizio particolare) Roma, 19 giugno. Il segretario repubblicano La Malfa, uscendo alle 23 da quella che è stata la terza e conclusiva riunione del vertice, ci ha detto che il governo '< ha ristabilito per il credito — rispetto alla maggior restrizione in atto — quelle condizioni che in febbraio io avevo concordato con il Fondo monetario internazionale ». E ha commentato: « Le generose condizioni ». Poi ha aggiunto: « Che vendetta ». Colombo e Giolitti, autori oggi delle clausole di accordo economico, sono stati parchi d'informazioni. « In pochi giorni — ci ha detto Colombo — tutte le disposizioni saranno nitidamente descritte. Questa sera noi stessi, a volerle esporre, cadremmo in errore ». La stanchezza dei tecnici (Colombo, Giolitti, Tanassi) era stanotte evidente. La sostanza dell'accordo era chiarita, già prima delle 21. Ma il documento, prima redatto, letto a quel punto dalla delegazione de ha suscitato le proteste socialiste. Alle 21,30 si era già ritrovato l'accordo, e alcuni tra i partecipanti ajl vertice hanno ripreso a scrivere un nuovo documento. Allora i socialisti Mancini, Mariotti e Zuccaia sono usciti dal salone per aggiungersi ai giornalisti che, in attesa, seguivano alla tv la partita. Ci ha detto a quell'ora Mancini: « Non ho più nulla da aggiungere alle informazioni date stamane: quell'accordo è ratificato. Adesso sto in ansia solo per quel che combina Valcareggii ». A due minuti dalle 22, richiamato dal boato per il goal mancato dall'Italia, è uscito dalla sala delle riunioni anche Emilio Colombo: « Abbiamo segnato? ». Voleva dire che anche per lui la tensione era cessata. Si stava ormai soltanto definendo il documento. Il documento conclusivo non dà cifre: qualche cifra ce l'ha data Giolitti. Il « taglio » della domanda interna sarà effettuato per 3 mila miliardi, tra aumenti fiscali e tariffari di spettanza del governo. In pochi giorni i ministri definiranno singoli provvedimenti, da adottarsi nell'ambito di quelli già noti. Nell'ordine: eliminazione del deficit Enel di 750 miliardi; aumento di 40 lire per la benzina (a 300 la super), che frutterà 440 miliardi; aumento del metano per raccogliere 400 miliardi. Giolitti ha ancora elencato provvedimenti « da definire in misura tale da non superare 3 mila miliardi»: aumenti di Iva, che comprendono il passaggio dal 6 al 12 per cento dell'aliquota sui vitelli; aumenti dell'Iva dal 18 al 24 e selezione dei generi per i quali spostare le aliquote dal 6 al 12 e dal 12 al 18. « No » all'aumento di 10 mila lire sugli abbonaci tv. « Sì » ad al- cuni aumenti per il bollo di circolazione. Aumento della percentuale di anticipato pagamento delle imposte dirette per professionisti, commercianti, imprenditori. Aumento della tassa di registro sulla cessione di immobili, studio di un anticipo d'imposta sui proprietari d'immobili. Infine c'è l'aumento del11,5 per cento dei contributi di malattia. Tanassi ci ha detto che sarà semplice definire il prelievo fiscale, mentre ci ha precisato che le imposte dirette sui lavoratori dipendenti non saranno affatto toccate. Un miglioramento ci sarà per quanti, da soli o insieme al coniuge, guadagnano meno di 4 milioni l'anno: per essi l'attuale quota esente sarà aumentata sino a 1,2 o a 1,5 milioni annui non tassabili, secondo studi da rapidamente definire. Ha aggiunto che saranno cancellate spese in bilancio dello Stato per circa 500 miliardi (linee di navigazione di lusso, che sono in deficit, alcuni trafori e autostrade). Il prelievo fiscale e tariffario serve a riaprire, gradualmente e selettivamente, quell'erogazione di credito da cui dipende la salvezza di molte imprese e da cui dipende l'esecuzione di molte opere pubbliche a carattere sociale, che daranno anche lavoro sostitutivo per quella parte d'occupazione che comunque si sta distruggendo, in dipendenza d'una stretta creditizia che già v'è stata. «Abbiamo consigliato — ha detto La Malfa — di dare priorità al credito d'esercizio rispetto agli investimenti, per non avere crisi di aziende già esistenti rispetto ad aziende da creare ». Ma la riapertura del credito ordinario non sarà veloce, perché essa dovrà essere selettivamente stabilita, in modo da non alimentare quell'inflazione che il governo ritiene di poter arginare con le tasse che sta per emettere. Esse ridurranno le disponibilità di spesa dei cittadini, quindi la loro richiesta di prodotti esteri e di prodotti interni, da poter esportare. La riapertura del credito ordinario avverrà a mano a mano che, cessando il deficit Enel e il suo prelie- Giulio Mazzocchi (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

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