Zagalo: "Un pari con la Scozia" Jairzinho: "Dobbiamo vincere"

Zagalo: "Un pari con la Scozia" Jairzinho: "Dobbiamo vincere" Zagalo: "Un pari con la Scozia" Jairzinho: "Dobbiamo vincere" Contrasti e malumori tra i sudamericani - Cambierà la formazione? - Nell'undici britannico sicuro l'inserimento di fohnstone all'attacco - In tribuna Ramsey e forse il premier Wilson (Dal nostro inviato speciale] Francoforte, 17 giugno. Da una parte la preoccupata tensione del clan brasiliano, dall'altra la spensieratezza tradizionale degli scozzesi: la partita più attesa nel programma di domani del secondo gruppo eliminatorio nasce in una vigilia dominata dalle opposte situazioni degli avversari. Per il Brasile è la gara che vale tutta la Coppa: il pareggio contro la Jugoslavia, non disprezzabile agli effetti della classifica, ha messo a nudo delle carenze di gioco ed un difensivismo che hanno gettato nella disperazione più profonda le migliaia di fans giunti da Rio, e sono stati raccolti dai colleghi d'oltre oceano i quali si sono lanciati in critiche spesso feroci nei confronti del trainer Zagalo. Secondo « Radio Fante » (ì responsabili del Brasile sono sempre più inavvicinabili nel loro bunker sulla collina di Hofheim) in questi giorni ci sarebbero state violente discussioni non solo fra i giocatori, ma anche fra i responsabili della squadra. Alcuni dirigenti, pare sostenuti dallo stesso Havelange, hanno cercato di convincere Zagalo sulla necessità di cambiamenti, ricevendo una brusca risposta. La notizia è fondata, visto che lo stesso Zagalo si è sentito in dovere di dichiarare ai giornalisti brasiliani: • Sia chiaro che il responsabile della squadra sono io, almeno sino al mio licenziamento. Prendo io le decisioni e ne rendo conto all'opinione pubblica ». Zagalo, come è logico, difende le scelte del match d'apertura, e vorrebbe riconfermare in blocco la squadra mentre i suoi avversari pretenderebbero che Jairzinho, malgrado le preferenze personali, tornasse all'ala destra per far posto al centro a Mirandinha oppure a Cesar Augusto. E secondo altri Zé Maria dovrebbe rientrare subito al posto di Nelinho e Paulo Cesar Carpegiani potrebbe dare alla squadra una maggiore vivacità al posto di Piazza, che invece Zagalo considera uno dei punti fermi per la sua esperienza e per la freddezza nei momenti più difficili delle partite. Senza cercare di entrare nelle questioni interne brasiliane, anche sull'esperienza del nostro football si sa che quando fra dirigenti e tecnici si arriva a questo tipo di discussioni ci sono poche speranze di raddrizzare la situazione. Zagalo confida nei giocatori, vuole da loro una prova d'orgoglio. Amarai dice: « Miglioreranno, contro la Jugoslavia hanno toccato il fondo ». Il commissario tecnico anche lui in preda al nervosismo, ha addirittura detto: « Un pareggio andrebbe bene », suscitando la reazione dei giocatori. Jairzinho. al quale un radiocronista brasiliano ha fatto ascoltare la registrazione dell'in¬ tervista con Zagalo, ha ribattuto: « Se il pareggio va bene per lui, a noi non serve. Vogliamo i due punti e vogliamo soprattutto offrire una grande prestazione per riconciliarci con i nostri tifosi ». Vista la situazione, annunciare una formazione del Brasile è come giocare alla roulette. Si può partire da quella della scorsa partita, se Zagalo comanda veramente lui. Se domani la squadra sarà diversa, vorrà dire che hanno vinto i dirigenti. Zé Maria del resto non ha troppo convinto nell'ultimo allenamento, e la difesa è parso il reparto meno peggiore del Brasile. Chi invoca Mirandinha lo fa sperando in un miracolo in attacco, ma anche i giocatori impiegati nella prima partita hanno notevoli doti se riusciranno a sciogliersi dalla paura che sembra attanagliarli: uno strano blocco psicologico a formare il quale contribuisce non poco il tradizionale malinconico carattere brasiliano, impregnato di « saudade», di nostalgia per il proprio Paese e la vita di tutti i giorni. La Scozia spera che gli avversari non si scuotano troppo, conta molto sul loro momento difficile. Anche Zainer Ormond non comunica la formazione, ha dato sedici nomi e basta. E' sicuro comunque il rientro di Johnstone all'ala destra, con alcuni sposta¬ menti ed il sacrificio di Law, ed esiste ancora un po' di incertezza fra Hay e Hutchinson per il ruolo di interno sinistro. La squadra giocherà secondo lo scheda solito con Jardin e McGrain terzini d'ala, Holton libero (all'inglese naturalmente) e Blackley stopper, con Bremner, Dalglish e Hay (o Hutchinson) a metà campo, johnstone, Jordan e Lorimer in avanti. Le estreme tornano anche in appoggio al centrocampo, il lungo Jordan è il vero ariete dell'attacco. In tribuna a sostenere gli scozzesi ci sarà anche Alf Ramsey il quale ha già inviato al trainer Ormond un telegramma di auguri, e forse il premier Wilson. Per il Brasile sua maestà Pelé, il quale vive in un albergo-castello tra i boschi vicino a Francoforte, visto che in città il rumore lo disturbava la notte. Domani sera non verrà più al Waldstadion in pelliccia bianca, è un personaggio che comincia sinceramente a stancare, sostenuto soltanto da una pubblicità che crede nei miti oltre al loro valore. Si dice che la ditta di bibite che lo finanzia gli dia venti milioni di lire per ogni sua presenza in uno stadio dei mondiali. Se non è più il re, è almeno quello che guadagna più di tutti. Bruno Perucca