A Padova due missini uccisi nella loro sede Regolamento di conti o un delitto politico ? di Francesco Fornari

A Padova due missini uccisi nella loro sede Regolamento di conti o un delitto politico ? Misterioso omicidio a sangue f reddo, quasi un'esecuzione A Padova due missini uccisi nella loro sede Regolamento di conti o un delitto politico ? Le vittime sono un ex carabiniere di 60 anni e un impiegato di 30 - Per magistratura e polizia ogni ipotesi è valida - Il questore: "Non posso stabilire la matrice di questo delitto" - La dinamica dell'uccisione non è del tutto chiara: probabilmente gli assassini sono due, i colpi alla testa delle vittime sono stati sparati da due diverse pistole - Secondo un testimone uno dei figli del carabiniere ucciso ha urlato a dei missini: "Siete stati voi" (Dal nostro inviato speciale) Padova, 17 giugno. Due uomini sono stati uccisi stamane nella sede del msidestra nazionale. Un omicidio a sangue freddo, quasi un'esecuzione: le vittime sono state giustiziate con un colpo alla testa. Per magistratura e polizia ogni ipotesi è valida: si parla di delitto politico, ma è ancora prematuro attribuire la paternità a questo o quell'estremismo politico. Due delitti, due, probabilmente, gli assassini: sono stati trovati infatti due bossoli d'identico calibro (7,65) ma che, ad un primo esame superficiale fatto dai tecnici della polizia scientifica, sembrano essere stati sparati da due diverse pistole. Le vittime sono : Giuseppe Mazzola, 60 anni, ex carabiniere, padre di quattro figli, impiegato d'ordine presso Ja sede del msi, e Graziano Giralucci, 30 anni, padre di una bimba, rappresentante di articoli sanitari, ex dirigente del Cus di Padova, già iscritto al msi, ora nuovamente in attesa della tessera dopo un periodo trascorso fuori dai ranghi del partito, uomo d'azione, coinvolto in parecchi tafferugli (il 27 aprile era stato aggredito e picchiato da un gruppo di persone mentre con due amici svolgeva propaganda in favore del referendum abrogazionista). I loro corpi sono stati scoperti poco dopo le 10 da un simpatizzante missino: il delitto era stato commesso da poco tempo, testimoni hanno dichiarato infatti di aver sentito due, tre colpi di pistola provenire dall'interno della sede missina, al secondo piano di via degli Zabarella 4, qualche minuto dopo le 10. Via degli Zabarella: un vicolo strettissimo del centro storico. Vecchi edifici si fronteggiano l'un l'altro. Nello stabile contrassegnato col numero 4, al primo piano si trova un poliambulatorio dell'Enpas, al secondo gli uffici amministrativi dell'ente mutualistico, di fronte la sede del msi-destra nazionale, che solitamente viene aperta alle 9,30. Stamane, però, Giuseppe Mazzola, l'impiegato, è in ritardo. A quell'ora, infatti, Giampaolo Tedeschi, un simpatizzante missino, telefona ma nessuno risponde. Poco dopo un altro simpatizzante, Giandomenico Cattaneo, 26 anni, (una sorella iscritta al partito, egli stesso da sei mesi in attesa della tessera) si presenta in sede. La porta è chiusa a chiave: sul pavimento, infilato sotto la fessura, si intravede l'angolo di un biglietto lasciato da qualcuno. Il Cattaneo scende al piano di sotto, nello studio del dentista Luigi De Martini per farsi curare un dente dolorante L'ambulatorio è affollato. Alle 9,50 Giuseppe Mazzola entra nel bar Bianchi, attiguo al portone. Dice il proprietario Attilio Pennacchio: «Veniva sempre ogni mattina, prendeva un caffè, poi saliva». Stamane l'impiegato, contrariamente alle sue abitudini («Era così puntuale che si po teva regolare l'orologio»), è in ritardo. Ordina un caffè e contemporaneamente chiede se qualcuno l'ha cercato Scrupolo di un impiegato coscienzioso, preoccupato che durante la sua assenza qual che persona abbia avuto bisogno di lui, oppure il Mazzola aveva un appuntamento? Sono le 10 quando Mazzola sale le scale diretto verso l'ufficio. Pochi minuti dopo, nessuno è in grado di stabilire con precisione l'ora, Luigia Zambianchi, assistente sanitaria dell'Enpas, trasalisce spaventata. L'eco di alcune deto nazioni si ripercuote nel suo ufficio, al primo piano. La donna si precipita nello studio del dentista De Martini: «Dottore, qui sparano. Ho sentito tre colpi di pistola e i vetri tremare». Il medico la tranquillizza: «Si calmi, saranno stati gli operai qui fuori ». Il biglietto In strada, infatti, lavorano alcuni operai dell'Enel. Su una scala mobile, situata proprio all'altezza del secondo piano, vicino alle finestre della sede missina, Walter Frizzani sistema alcuni cavi elettrici sulla parete. Racconta: «Ho sentito due colpi di pistola provenire dall'interno dell'appartamento ». Nessuno, comunque, sembra dare troppa importanza alla cosa, nessuno si preoccupa di andare a vedere. Soltanto il Cattaneo, che si trova nello studio del dentista, ha una reazione e sale di corsa al piano di sopra. La porta della sede missina è accostata, il biglietto che prima s'intravedeva sul pavimento è sparito. Il giovane spinge il battente, entra con cautela nella prima stanza, divisa in due da una tramezza in cui si apre uno sportello: attraverso questa apertura vede nell'ufficio i corpi inanimati di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci. Giacciono al centro della stanza, le teste immerse in una pozza di sangue. «Ho avuto l'impressione che fosse già raggrumato», dirà poi il Cattaneo alla polizia. Senza toccare nulla, il giovane torna sul pianerottolo: accanto alla porta trova un bossolo, lo prende in mano meccanicamente, scende in strada, entra nel Bar Bianchi, dice al titolare di telefonare alla polizia ma non gli racconta tutto quello che ha visto. Infatti il Pennacchio avvisa il «113» (sono le 10,15, la telefonata è stata registrata) e si limita a chiedere che mandino qualcuno perché « nella sede del msi vi sono dei bossoli e delle macchie di sangue ». Nessun accenno alla presenza dei due cadaveri. Il bossolo Arrivano gli agenti, poi i funzionari: il questore Manganella, il capo dell'ufficio politico Salomone, il capo della Mobile Ferretti, il dirigente della «Criminalpol» regionale Viola, il procuratore capo Fais, i sostituti procuratori Nunziante, Milanesi e Zen. Vengono trovati un secondo bossolo (quello rinvenuto dal Cattaneo era stato dimenticato dal giovane sul banco del Bar Bianchi), un proiettile nella stanza, un altro nella strada. Minuscoli pezzetti di carta stracciata tra i due cadaveri; la «scientifica» sta cercando di ricostruirli per vedere di che cosa si tratta. Forse il «misterioso» biglietto intravvisto dal Cattaneo infilato sotto la porta? A mezzogiorno, avvolte in bandiere tricolori, le salme sono state portate all'istituto di medicina legale. Secondo un testimone, Antonio Mazzola, 30 anni, assistente universitario, il maggiore dei quattro figli dell'ex carabiniere assassinato, mentre il corpo del padre veniva portato fuori dalla sede missina, ha urlato, rivolto verso un gruppo di «camerati» presenti: « Siete stati voi, siete stati voi ». A tarda sera si è appreso, ma la notizia non è stata confermata, che sarebbero stati fermati tre giovani appartenenti ad una organizzazione politica « in contrasto con la linea del movimento sociale italiano ». Le vittime presentano ferite alla testa: colpito alla nu¬ ca, dal basso in alto, il Mazzola; allo zigomo destro il Giralucci. Una delle pallottole, presumibilmente quella che ha ucciso il Mazzola, ha rotto il vetro della finestra della stanza del federale Daniele Marinoni ed è finita in strada, l'altra è rimbalzata contro una parete. Nei locali non vengono trovate armi di alcun genere: per ordine dei magistrati viene eseguita la prova del guanto di paraffina sui due cadaveri, sul Cattaneo e su altri due giovani di cui la polizia non ha fornito l'identità. Il «test» su queste tre persone è stato chiesto al magistrato dall'avvocato Lucci, già «federale» del msi di Padova dal '64 al '69. Sembra, ma non è stato confermato, che siano state decise perquisizioni in abitazioni e sedi di partiti. Ma sono voci incontrollate, nessuno conferma, nessuno smentisce. Nella tarda serata il questore Manganella ha tenuto una conferenza-stampa di fronte ad una trentina di giornalisti. Ha risposto con molta cautela alle domande, addirittura è sembrato che in alcune occasioni abbia preferito dare l'impressione di essere poco o male informato piuttosto che impegnarsi in risposte precise. La matrice «Non sono in grado di fare un'analisi politica su questo delitto, non posso stabilirne la matrice», ha detto. «Stiamo seguendo diverse strade, inutile scendere nei dettagli». C'è stata anche un po' di confusione in merito ai bossoli: il questore ha sostenuto che si trattava di due calibri diversi, il capo dell'ufficio politico ha invece precisato che si tratta di bossoli identici che «sembrano probabilmente esplosi da due differenti pistole». Sarà l'esame balistico che chiarirà questo interrogativo, così come la perizia necroscopica, che sarà fatta domani dal perito settore professor Tantalo, dovrà stabilire l'esatta posizione delle ferite. Ma ci sono anche molte altre cose da chiarire: per esempio la discordanza tra le testimonianze dell'assistente sanitaria (che assicura di aver sentito tre colpi) e dell'operaio (che ne ha sentiti due soltanto). Inoltre c'è anche il tentativo d'effrazione della porta dell'ufficio del «federale» Marinoni, che secondo alcuni risulterebbe forzata. Ma a questo fatto la polizia sembra non dare grande importanza. C'è gran confusione, insomma, e ad alimentarla contribuisce anche questo comunicato della Federazione provinciale del msi-destra nazionale: «Ancora sangue innocente. Italiani, l'orgia di odio cinicamente scatenato dalla stampa e dalla televisione dopo la criminale strage di Brescia, contro la destra nazionale, ha già raccolto il primo frutto: Giuseppe Mazzola, anni 60, padre di quattro figliappuntato dei carabinieri in pensione. Graziano Giraluccianni 30, lavoratore, padre di una figlia in tenera età, sono stati barbaramente freddati a colpi di pistola da terroristi di regime verso le ore 10 de17 giugno negli uffici della Federazione del msi-destra nazionale di Padova». E quindi: « Il potere che a piene mani semina odio raccoglie sangue e violenza». La città è tappezzata di manifesti missini, agli angoli delle strade vengono distribuitfarneticanti volantini deFronte della gioventù. Padova stasera si trova al centro dquella spirale di violenza che minaccia di travolgere l'intero Paese. Francesco Fornari Padova. Polizia, carabinieri e folla davanti alla sede del msi subito dopo la scoperta dei due cadaveri (Ansa)

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