Un'Olanda con i fiocchi

Un'Olanda con i fiocchi Brillante esordio ad Hannover con l'Uruguay Un'Olanda con i fiocchi Gli olandesi hanno manovrato con scioltezza, dominando la partita - Sprovveduti e lenti i sudamericani, buoni solo come picchiatori - Espulso Monterò Castillo - Doppietto di Rep, Neeskens meglio di Cruyff Olanda Uruguay 2 0 URUGUAY: Mazurkiewicz; Forlan, Pavoni; Jauregul, Masnik, Monterò Castillo; Cubilla (dal 63' Mllar), Esparrago, Morena, Rocha, Mantegazza. OLANDA: Jongbloed; Rljsbergen, Krol; Suurbler, Haan, Jansen; Rep, Neeskens, Cruyff, Van Hanegem, Rensenbrink. Arbitro: Palotai (Ungheria). Reti: al 6' e all'86' Rep. (Dal nostro Inviato speciale) Hannover, 15 giugno. Tutto secondo le previsioni. Uruguay che picchia e Olanda che vince, nonostante un Cruyff a mezzo servizio, e con il solito Rep (quello di Juventus-Ajax a Belgrado) puntuale a mettere in gol. Chi ha sorpreso in senso negativo è stato l'Uruguay, ricordo sbiadito di una squadra che una volta sapeva giocare. L'Uruguay di Hannover è un miscuglio di vecchie glorie (stanno pagando gli errori della continua esportazione di giocatori), a cominciare da Pedro Rocha per finire a Cubilla, che nel suo soggiorno in Svizzera deve aver mangiato troppo cioccolato, tanto da somigliare ora ad un bue: la differenza sta soltanto nei baffi e nel fatto che si fa sballottare come un sacco di patate. I suoi compagni, comunque, si sono impegnati nel tentativo di pareggiare i conti, riuscendoci fin troppo, tanto che il paziente arbitro ungherese Palotai ad un certo punto, stanco di estrarre il cartoncino delle ammonizioni, deve aver deciso di punire il primo che gli capitava a tiro, cioè Monterò Castillo, forse per il suo nome da torero, cacciandolo fuori. Palotai, però, non è riuscito a riportare la calma in campo, tanto che fino all'ultimo minuto i sudamericani hanno cercato vanamente di « far fuori » Cruyff, mollandogli scarpate che, se andavano a segno, probabilmente avrebbero stroncato una stupenda carriera. Pur impegnandosi come il suo campione, cioè a corrente alternata, l'Olanda ha manovrato con scioltezza, dominando per ottanta minuti, tanto che il suo portiere è stato chiamato in causa appena una volta. Al contrario, Mazurkiewicz, un pochino appesantito ma ancora degno della sua leggenda, tanto da ricordare sempre di più Yashln, è stato sottoposto ad un autentico assedio. Lo dicono le occasioni costruite e concluse dall'Olanda, diciannove, ed alcune sue prodigiose parate: se l'Uruguay avesse avuto un portiere della levatura dei suoi Cubilla e Mantegazza, probabilmente ci sarebbe voluto il pallottoliere per contare i gol. Sprovveduti e paurosamente ingenui, dunque, questi uruguayani: quando avevano la palla e partivano in contropiede sbagliavano quasi sempre il pas¬ saggio smarcante, facendosi cosi infilzare come polli. L'Olanda ha potuto applicare tranquillamente i suoi schemi, manovrando soprattutto sulle fasce laterali, ora a destra, ora a sini¬ stra, dove Rep, Neeskens, il migliore (si capisce perché Cruyff lo vuole portare con sé nel Barcellona) e Suurbier potevano inserirsi a turno per il traversone conclusivo nell'area di Mazurkie- wicz. Insomma, per l'Olanda è stata quasi una partita di allenamento in vista di impegni più severi: la qualificazione è stata quasi raggiunta, avendo nel contempo Svezia e Bulgaria pareggiato. Per quel poco che ha fatto vedere, non esistono dubbi sull'efficienza di Cruyff. L'esilio spagnolo, se mai, sembra averlo rinvigorito: è indubbio che in un campionato così difficile la sua personalità abbia acquisito qualcosa in più. Un paio di slalom fra gambe tese per colpire sono stati impressionanti, così come in certi momenti la sua lungimirante regìa. Chi ha maggiormente impressionato, comunque, è stato Neeskens, uomo da tutto campo, implacabile nell'appoggio lungo, saggio nel rifornire palloni ai compagni smarcati, pronto a sua volta a puntare verso il gol. Abile come di consueto Rep a sfruttare ogni occasione, attento e preciso Suurbler, così come Rensenbrink. Sono numeri, questi (13, 14, 15, 16) di cui si parlerà spesso nei mondiali in corso. Per l'Uruguay, oltre a Mazurkiewicz, eccezionale nei suol piazzamenti, resta da salvare soltanto il libero-capitano Masnik. E' stato l'unico a giocare anche con il cervello. Ma era tempo sprecato. I gol sono giunti in fase di apertura e di chiusura. Al 6', quando Suurbier ha crossato dalla destra, dopo uno scambio con Cruyff, trovando puntuale in area la testa di Rep; all'86, quando dopo un clamoroso palo di Jansen (il portiere aveva poi anticipato Cruyff), Rensenbrink, dopo uno scambio con Van Hanegem, ha messo praticamente la palla del gol sui piedi di Rep, solo e indisturbato al limite dell'area piccola. La cronaca è piena zeppa di scontri da espulsione (l'arbitro ha lasciato correre troppi falli) e di conclusioni dell'Olanda. Forlan, il difensore uruguayano con II numero 4, è stato il più implacabile tra I picchiatori, e soltanto quando Palotai si è deciso ad ammonirlo ha tirato i remi in barca. Così come Monterò Castillo, d'altronde, meno colpevole però di molti altri suo compagni ma fattosi pescare proprio mentre stava mollando una pedata a Rensenbrink (che non è certo uno stinco di santo, al pari dei due terzini olandesi) a gioco fermo e a due passi dal direttore di gara. Anche quando l'Uruguay è rimasto con dieci uomini non è cambiato praticamente nulla: il secondo gol era scontato, logico saltasse fuori. C'era riuscito anche Cruyff a segnare un quarto d'ora prima, ma l'arbitro giustamente aveva annullato per gioco pericoloso dello stesso olandese su Jauregui. Lo stesso Cruyff aveva cercato di segnare una rete con una mano, cioè alla Piola, presente in tribuna quale osservatore di Valcareggi. Non c'è riuscito. Giorgio Gandolfì Hannover. Rep (.a sinistra) segna il primo gol (Tel)