Trenta marinai sono morti e nessuno conosce il perché

Trenta marinai sono morti e nessuno conosce il perché Un altro dramma delle "bandiere ombra,, Trenta marinai sono morti e nessuno conosce il perché La "Sea Gull" naufragò in febbraio al largo della Sicilia - Chi è l'armatore, chi l'assicuratore? - Le famiglie non hanno avuto notizie (Dal nostro corrispondente) Genova, 15 giugno. (p.l.) «A distanza di quattro mesi dall'affondamento della "Sea Gull" non abbiamo più saputo niente delle ricerche né se la nave era assicurata un altro dramma delle "bandiere ombra" si è così compiuto». L'affermazione, accorata e drammatica, è stata fatta dalla moglie e dal figlio di Frane Janakovic, marconista della «Sea Gull», la nave da carico battente bandiera libanese affondata al largo della Sicilia il 17 febbraio scorso, mentre navigava verso Augusta con un carico d' minerale imbarcato a Casablanca. L'unità aveva un equipaggio di trenta uomini: il macchinista Enrico Battini ed il radiotelegrafista Claudio Corrado, era comandata dal fran- cese Bernard Battude, l'equipaggio era composto da jugoslavi, greci, francesi, danesi. La nave era appoggiata a Genova presso l'agenzia «Agena», ma fino ad oggi non si è riusciti a risalire al nome dell'armatore, e, fino a quando l'armatore non dichiara l'affondamento della nave, l'assicurazione non versa una lira a: parenti delle vittime. Ma, altro quesito: chi è l'assicuratore? «Abbiamo saputo che la "Sea Gull" avrebbe dovuto essere appoggiata presso una compagnie, londinese, la "Oceanus" — ha detto stamane nel corso di una conferenza stampa il figlio di Frane Janakovic —, abbiamo fatto ricerche a Londra, abbiamo scritto alla compagnia, ma la nostra lettera è stata rispedita a Genova, ad un avvocato marittimista che dovrebbe interessarsi del caso». Sul naufragio della «Sea Gull» il ministro Pieraccini aveva disposto una inchiesta, anche su precisa denuncia dei sindacati; la commissione ministeriale dovrebbe anche affrontare il problema delle «bandiere ombra». «I marittimi italiani che navigano sotto bandiere false — ha affermato stamane un rappresentante sindacale — sono quindicimila; di questi, soltanto poco meno di quattromila hanno il contratto italiano, e quindi l'assistenza mutualistica e previdenziale; gli altri sono ì forzati del mare. Dobbiamo combattere contro questa situazione drammatica, la legge deve consentire ai sindacati di intervenire nella questione per mettere fine a ejnsodi di questo genere, in cui i marittimi italiani vengono ignobilmente sfruttati da uomini di pochi scrupoli che agiscono senza pericolo di essere colpiti» procedeva un'altra vettura che aveva a bordo altre componenti della squadra. Le due auto procedevano a velocità moderata, quando, in una curva destrorsa tra Isola del Cantone e Ronco, la Fulvia ha improvvisamente sbandato; dapprima ha strisciato contro il guard-rail, poi ha urtato contro il muretto di protezione, infine è precipitata in una scarpata, con un volo di una ventina di metri. Ad accorgersi dell'incidente è stato l'autista della vettura che precedeva, attraverso lo specchiettto retrovisore. Ha bloccato l'auto, ed ha cercato di portare i primi soccorsi agli amici. Dato l'allarme, sul posto è giunta una pattuglia della polizia stradale di Genova. Con una autoambulanza Enrico Battegazzore è stato portato all'ospedale di Busalla, ma vi è giunto cadavere. Marzia Casali, che delle tre ragazze appariva la più grave, è stata ricoverata all'ospedale San Martino di Genova, dove i medici, avendole riscontrato coma cerebrale, lesioni cervicali e sospette lesioni interne, l'hanno posta in sala di rianimazione.

Persone citate: Bernard Battude, Claudio Corrado, Enrico Battegazzore, Enrico Battini, Marzia Casali, Pieraccini, Ronco

Luoghi citati: Augusta, Genova, Isola Del Cantone, Londra