Scoperto il nemico che rovina i denti di Angelo Viziano

Scoperto il nemico che rovina i denti Ricerche in odontoiatria Scoperto il nemico che rovina i denti E' la "placca batterica" - L'affezione può iniziare nei primi mesi di vita - Realizzata una radice dentaria al carbonio puro Ricerche compiute in numerose Università hanno dimostrato che le due principali affezioni dell'apparato dentario, carie e paradentosi (piorrea), sono dovute ad una «placca batterica» che si forma a livello del dente sin dai primi mesi di vita e lo segue sino alla sua caduta. Quindi è nato il problema di una lotta in permanenza contro questo pericolo dentario, per prevenire forme morbose. Ma sempre attraverso tale acquisizione si è aperta frattanto la possibilità — qualora il dente sia ormai perduto — di istituire nuovi tipi di impianti protesici non più minati alla base bensì protetti. A questo proposito è da segnalare una odierna scoperta realizzata nella «University of South California». Importante è innanzitutto chiarire in che consiste questa «placca batterica dentaria» e come si può vincere con una assidua e quasi certosina cura. Si tratta di una inapparente formazione costituita da un legante mucilaginoso che contiene detriti alimentari, cellule di sfaldamento ed innumeri batteri; la quale si forma nel solco tra dente e gengiva e si ripete per ogni dente. I batteri in questione a contatto con i cibi ne fermentano particolarmente i carboidrati (zuccheri), dando origine ad acidi che intaccano la parte inorganica del dente ed aprono il varco per un attacco alla parte organica di esso (la carie). La stessa azione viene esercitata sulla gengiva provocando dapprima una iniziale infiammazione, con leggero arrossamento e gonfiore, successivamente la formazione di tasche gengivali, che a loro volta facilitano un'ulteriore formazione della placca in basso non facilmente aggredibile. A tal punto la piorrea alveolare è avviata già in età talora giovanissima, persino infantile. Continuerà poi con gemizi di sangue, progressiva retrazione della gengiva, alterazione dei tessuti di sostegno e di fissazione del dente. Come accertare le innumeri colonie dei microscopici batteri? Con innocui coloranti si è riusciti ad individuarle in rosso, rendendo evidenti le superfici dentarie coperte dalle relative «placche». Questa colorazione è la premessa per passare alla rimozione meccanica quotidiana, dato che nullo o assai scarso si è dimostrato l'effetto dei vaccini. L'apprendimento di ogni dettaglio della tecnica ed i vari tempi di controllo al colore, caso per caso, richiede istruzioni dirette dell'odontoiatra. Questa cura è forse noiosa, ma non certo tempo perduto. Se però fosse da tutti controllata perfettamente la placca batterica, e nei giovanissimi venisse all'occorrenza rinforzata la struttura dentaria, un gran passo nella prevenzione di carie e paradentosi sarebbe fatto. Comunque è assai positivo che già tale controllo permette impianti protesici dentari fissi endossei di maggior lunga durata, cui si collega l'attuale scoperta californiana, in merito alla quale si è svolta ora a Torino — relatori gli stomatologi Giulio Rayneri e Umberto Bar — un seminario informativo per odontoiatri, nell'aula della clinica stomatologica universitaria. Sino ad oggi gli impianti protesici fissi con uso di metalli non erano certamente soggetti al fenomeno del rigetto, non essendo trapianti organici; però, non conoscendo ancora il metodo di controllo della placca, non erano esenti dal rischio di diventare piorroici, instabili, isolati da uno strato epiteliale. Con l'aiuto dei computer i ricercatori della «University of South California» hanno costruito una radice dentaria artificiale al carbonio puro al 99,99 per cento, compatibile con le strutture organiche e di forma analoga ad una radice naturale, che incastonata nell'alveolo — per tali doti e per l'adattabilità dell'osso alla radice, per la microporosità che consente l'indispensabile i7itimo attacco della gengiva con fibrille all'impianto, e precisamente per il possibile controllo della «placca batterica» che favorisce il mantenimento di questo attacco epiteliale esattamente come una radice naturale — permette ricostruzioni protesiche fisse di qualunque estensione con ottima durata. Conquiste odontoiatriche del genere e l'avanzata della odontoiatria preventiva fanno sperare, secondo il relatore, che una grossa parte delle protesi mobili sia via via destinata a sparire dal repertorio tecnico del dentista. Angelo Viziano

Persone citate: Giulio Rayneri, Umberto Bar

Luoghi citati: California, Torino