Il gioco è fatto

Il gioco è fatto Nonostante il minimo vantaggio Il gioco è fatto (Dal nostro inviato speciale] Bassano del Grappa, 7 giugno Eddy Merckx ha ormai in tasca il suo quinto Giro d'Italia, senz'altro il più sofferto della sua carriera di plurivincitore. Lo aveva già salvato ieri, sulle Tre Cime di Lavaredo, con quella rabbiosa volata che gli aveva consentito per soli dodici secondi di respingere l'incombente minaccia di Giambattista Baronchelli: lo ha messo definitivamente al sicuro oggi nel « tappone » dolomitico imbavagliando lo spagnolo Fuente e gli altri avversari italiani sul Monte Grappa e battendoli poi allo sprint sulla pista del velodromo di Bassano. Dodici secondi non sono niente: equivalgono a meno di cento metri in salita. Eppure un distacco così esiguo alla fine di una maratona di quattromila chilometri — la cavalcata finale di domani verso Milano non sposterà niente, com'è tradizione — non costi- 3FgsqrcnècqpdtoillatordrfiSfrèsutuisce un record assoluto per zil Giro. Già nel 1948 Fiorenzo Magni aveva prevalso su Cecchi per soli undici secondi ed aveva ripetuto l'impresa nel 1955, ai danni di Fausto Coppi, con un margine di tredici secondi. Un divario così lieve è indice di un grande equilibrio, originato questa volta sia dalle mediocri condizioni di forma del fuoriclasse belga — che lo hanno retrocesso da superman a uomo normale — sia dalla maggior vitalità degli avversari italiani (del ventenne Baronchelli soprattutto) sia infine dall'incapacità di José Manuel Fuente di approfittare di un percorso ricco di montagne, che lo favoriva già in partenza. Anche oggi, in quella che poteva essere per lui l'occasione migliore, Fuente ha confermato di non essere uno scalatore degno dei grandi del passato, quelli che sulla prima salita delle Dolomiti salutavano la compagnia e li si rivedeva poi all'arrivo. Lo spagnolo è riuscito ad andare all'offensiva con la consueta decisione soltanto sul Monte Grappa. Ma un'arrampicata così lunga, su una strada così sconnessa da far diventare un handicap e non più un vantaggio la sua statura da peso piuma, si è rivelata indigesta più a lui che agli altri. Fuente, che a cinque chilometri dalla vetta del Colle aveva un vantaggio vicino ai due minuti e mezzo, nel lungo falsopiano che conduceva agli ultimi due tornanti prima dello striscione del Gran premio della montagna, ha inesorabilmente perso terreno. La « capretta » di Oviedo ha scollinato con appena 35 secondi su Merckx, Baronchelli, Gimondi e Conti. In quel momento il suo Giro era finito, ed era finito anche quello degli italiani, poiché solo un incidente avrebbe potuto impedire ad Eddy di arrivare con loro a Bassano. La corsa si è divisa in due fasi, con tre montagne praticamente inutili ed una sola di valore decisivo. Sul Falzarego, affrontato quasi in partenza, era rimasto a galla solo un drappello con tutti i migliori, ad eccezione di Bitossi, piuttosto affaticato e di Francesco Moser, a disagio sempre in salita ed ancor più del solito in questa occasione. Merckx ha preceduto in vetta gli altri diciotto compagni dell'avanguardia, mentre il ritardo del plotoncino con Moser e Bitossi si faceva via via più consistente. Sul Vales è passato in testa lo spagnolo Aja seguito dal connazionale Lopez Carril, con 50" sulla pattuglia di Merckx e quasi cinque minuti sul drappello di Moser. Ancora uno spagnolo, Lazcano, alla ribalta sul Passo Rolle, con ratlipstpDcqPnbsdtndeadcenetdrrcsgA 30" su Aja ed 1 '10" su Merckx, Fuente, Baronchelli, Gimondi e gli altri. Nella lunga e vertiginosa discesa dal Rolle (m. 1970) alla quota 329 metri di Fonzaso, il ritmo della pattuglia di Merckx, che snobbava apertamente l'iniziativa solitaria di Lazcano, è sensibilmente calato. Francesco Moser, che conosce queste strade a memoria, al punto da poter rischiare più degli altri in discesa, ha potuto progressivamente annullare il suo distacco e riportarsi nella scia dei migliori, poi imitato da altri al punto da riformare all'avanguardia un plotone di una sessantina di concorrenti. Il trentino, ripresosi magnificamente, è stato il primo, con Santambrogio, a riportarsi sul fuggitivo Lazcano sulle prime rampe del Monte Grappa dove è incominciata la seconda fase della corsa. Fuente, dopo una serie di scatti neutraliz- zati a turno da Merckx e Ba ronchelli, è riuscito finalmente a dar consistenza alla sua ultima disperata offensiva, fallita — come si è già visto — proprio quando lo spagnolo si illudeva ormai di avere partita vinta. Nella picchiata verso Bassa¬ no i quattro inseguitori piombavano su Fuente ed anche Moser, rischiando ancora un po' in discesa, riusciva ad aggregarsi alla pattuglia di testa, che volava ormai irraggiungibile verso il traguardo di Bassano del Grappa. Mancavano in questo drappello solo Battagli e Bitossi, le sole vere vittime della battaglia sul Monte Grappa. Sul cemento del velodromo bassanese Merckx, per evidente distrazione (l'ignoranza dei regolamenti sarebbe infatti troppo grave) ha fatto la volata due volte: è scattato già al primo giro, battendo Baronchelli, poi accortosi dell'errore al suono della campana, è ripartito, si è alzato all'esterno lasciando passare Gimondi che gli era a ruota e sul rettilineo d'arrivo ha rivinto, questa volta ufficialmente, con estrema facilità, davanti a Moser che aveva rimontato il campione del mondo. Domani, con i 257 chilometri da Bassano a Milano si conclude il Giro. Solo un incidente — che nessuno certo gli augura — potrà impedire a Merckx di eguagliare il « pokerissimo » in maglia rosa di Binda e di Coppi. Gianni Pignata Bassano del Grappa. Merckx in azione nel tappone del Giro, alle sue spalle Gimondi (Tel.)