Uccide a coltellate davanti al tribunale l'inquilino che non le lascia l'alloggio
Uccide a coltellate davanti al tribunale l'inquilino che non le lascia l'alloggio Tragico jpilogo dopo un'udienza di sfratto a Pescara Uccide a coltellate davanti al tribunale l'inquilino che non le lascia l'alloggio La vittima, 43 anni, era padre di cinque figli - L'assassina, una negoziante, ha tentato di fuggire - E' stata bloccata da un carabiniere che con due magistrati aveva assistito al fatto (Dal nostro corrispondente) Pescara, 6 giugno. Una donna di 35 anni ha ucciso, con due coltellate al ventre, un suo inquilino davanti al tribunale di Pescara. Il fatto è accaduto stamane alle 10,30, sotto gli occhi del colonnello della finanza, Lepore, del maresciallo del Nucleo investigativo dei carabinieri, Colasante e dei due sostituti procuratori della Repubblica di Pescara, Oronzo e Amicarelli. La donna, Olga Concordia, è sposata con Franco Riccitelli e ha un figlio di undici anni. La vittima è un tecnico motorista della filiale Fiat di Montesilvano (Pescara), Adriano Bosco, 43 anni, abitante a Pescara, via Segantini 10, sposato con Lidia Di Tecco, e padre di cinque figli: la maggiore, Gabriella; 18 anni, L'ultimo, Marco, di 5 Adriano Bosco è deceduto durante il trasporto all'ospedale dello Spirito Santo. La donna è stata inseguita e subito bloccata dallo stesso maresciallo dei carabinieri Colasante che aveva assistito al tragico episodio. I motivi che hanno spinto Olga Concordia, conosciuta in città perché titolare di un negozio ortofrutticolo di via Piave, sono noti. La donna da tempo aveva richiesto al Bo- sco l'appartamento di sua proprietà di via Segantini. L'uomo pagava un affitto di 35 mila lire mensili, ma la lite ingaggiata da diverso tempo non riguardava questioni finanziarie. Fin dal 21 settembre dello scorso anno, Olga Concordia aveva ufficialmente richiesto al suo inquilino di lasciare libero l'alloggio perché doveva andarvi ad abitare lei con la famiglia. Il Bosco non fece storie, promise di lasciare i quattro vani entro il primo febbraio 1974, con la scadenza del contratto. Ciò non avvenne e la Concordia fece citare il Bosco dal suo legale, l'avvocato Lucente All'intimidazione di sfratto, il Bosco chiese la proroga. Il 5 aprile il pretore Miscione dichiarò decaduta la proroga, ma il Bosco non abbandonò l'appartamento. Questa mattina era stata fissata, davanti al pretore dottor Luigi Mazza, una nuova udienza. Il dibattimento si fa molto animato. Olga Concordia è molto eccitata, tanto che il dottor Mazza è costretto a calmarla ripetutamente. Alle 10,25 arriva la sentenza di sfratto per il Bosco in data 6 luglio prossimo alle ore 8. La donna protesta, vuole che lo sfratto sia anticipato. Nonostante l'eccitazione dei due, nessuno prevede una conclusione così tragica. Olga Concordia e Adriano Bosco escono dal tribunale: litigano con più violenza, la donna a un tratto estrae da una borsa un lungo coltello da cucina e colpisce due volte il Bosco, che si accascia al suolo. La donna fugge, ma il maresciallo Colasante riesce a bloccarla. La scena viene seguita da numerosissime per sone, dal colonnello Lepore dai due sostituti procuratori della Repubblica, da vari avvocati, nonché da passanti. Poi, la corsa all'ospedale per cercare di salvare il Bosco, ma non c'è nulla da fare. Olga Concordia viene subito accompagnata in procura e interrogata; dopo un'ora trasferita alle carceri giudiziarie, d. d. 1.
Luoghi citati: Montesilvano, Pescara
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