Trentanni fa, lo sbarco in Normandia di Loris Mannucci

Trentanni fa, lo sbarco in Normandia Trentanni fa, lo sbarco in Normandia Migliaia di soldati hanno simulato la storica operazione che segnò la fine del Terzo Reich La parte del generale De Cattile secondo un documento inedito pubblicato da "Le Monde" (Dal nostro corrispondente/ Parigi, 6 giugno. Il trentesimo anniversario dello sbarco anglo - americano, che avvenne su cinque spiagge di Normandia nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944, viene solennemente commemorato in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Quasi 6500 navi da trasporto di sbarco, precedute da più di 150 navi da guerra di vario ti- p0, sbarcarono in pochi gior ni 200 mila soldati e 150 mila tonnellate di munizioni sotto la protezione dell'aviazione, mentre f • oltre 2300 aerei da traspo? 2600 alianti calavano . »flila paracadutisti nelle retrovie tedesche, ad una ventina di chilometri dal litorale. La «Fortezza Europa» costruita dai tedeschi era da essi considerata Inespugnabile, ma meno di un anno dopo la Germania capitolava ed il destino del mondo ne risultò cambiato. Oggi è passata una generazione, ed il nuovo primo ministro francese, che ieri ha esposto alla Camera il programma del suo governo, aveva undici anni all'epoca dello sbarco. Anche il presidente della Repubblica, Giscard d'Estaing, era giovanissimo, ma assistette alla liberazione di Parigi nell'agosto 1944 e si arruolò poi nel nuovo esercito francese per contribuire alla liberazione della patria. Lo sbarco di trent'anni fa è stato simulato ieri ed oggi da migliaia di soldati in presenza del generale Bradley, e il governo di Parigi ha mandato sul posto, dove si sono svolte numerose manifestazioni, il ministro della Difesa nazionale, mentre gli anni scorsi Parigi aveva preferito non dare molta importanza alla commemorazione. L'Aurore ricorda che in occasione del ventesimo anniversario «il generale De Gaulle fece sapere pesantemente che non avrebbe assistito alle cerimonie», e indica il motivo: «Lo sbarco in Normandia venne preparato senza la sua partecipazione poiché gli anglo - americani te- 'mevano le chiacchiere "dei francesi di Londra" nei bar». Effettivamente il generale De Gaulle venne informato soltanto all'ultimo momento che lo sbarco era imminente, ed egli ne fu irritatissimo. Le sue relazioni con gli alleati anglo - americani erano del resto pessime e Le Monde ne fornisce una nuova testimonianza con la pubblicazione di un documento inedito che riferisce il colloquio fra Winston Churchill ed il francese Pierre Vienot, che era andato a trovarlo per conto di De Gaulle. Era sorto un nuovo conflitto, questo a proposito del discorso che De Gaulle doveva pronunciare alla radio in occasione dello sbarco, ed i! documento reso pubblico oggi dalla vedova di Pierre Vienot dice tra l'altro dell'incontro con Churchill: «E' un'esplosione di odio contro De Gaulle, accusato di "tradimento in piena battaglia". Egli (Churchill) mi ripete dieci volte che è una mostruosa incom¬ prensione del sacrificio dei giovani inglesi ed americani che moriranno per la Francia. "E' sangue che per voi non ha valore". Egli accusa De Gaulle di essere stato sèmpre l'elemento di discordia fra le tre democrazie, di essere divorato dall'ambizione personale, una ballerina alla ribalta, e di pensare soltanto al proprio avvenire politico». Considerando che il generale voleva approfittare del discorso da pronunciare alla radio per «farsi la propria pubblicità personale», Churchill minacciò «di denunciare De Gaulle e la Francia al mondo intero in una seduta del Parlamento britannico e di fare, eventualmente, in seduta segreta, il processo delle tendenze dittatoriali di De Gaulle». Poi le cose si aggiustarono ma lo sbarco avvenne senza partecipazione francese e De Gaulle ebbe difficoltà a far accettare dagli alleati la sua autorità sulla Francia liberata. Non lo dimenticò mai Loris Mannucci