Un'amica dell'anarchico: i missini cercavano una scusa per litigare di Filiberto Dani

Un'amica dell'anarchico: i missini cercavano una scusa per litigare Il processo a Marini per l'uccisione del neofascista Un'amica dell'anarchico: i missini cercavano una scusa per litigare Secondo la ragazza, extraparlamentare di sinistra ma ex compagna di scuola dei missini, questi già nel pomeriggio del giorno del delitto si proponevano di attaccare briga con l'anarchico - Intimidazioni fasciste ad alcuni giornalisti che stanno seguendo il dibattimento (Dal nostro inviato speciale) Vallo della Lucania, 6 giugno. Forse non è il caso di drammatizzare, ma quanto sta accadendo in questi giorni a Vallo della Lucania sembra fatto apposta per ricreare lo stesso clima di tensione che tre mesi fa, a Salerno, costrinse la corte d'assise a rinviare a nuovo ruolo, per motivi di ordine pubblico, il processo contro l'anarchico Giovanni Marini. Diciamo subito cosa sta ac- i cadendo: l'altro ieri un'autovettura con due persone a bordo ha stretto contro un muro due giornalisti, Bruno Petretta, inviato dell'Ansa, e Franco Tintori, inviato di Paese Sera, che, come noi, seguono il nuovo processo, poi si è allontanata a tutta velocità, non prima, però, che gli occupanti gridassero al loro indirizzo oscure parole di minaccia; ieri mattina, una mano ignota ha infilato sotto il tergicristallo della macchina del collega Franco Tintori un messaggio intimidatorio scritto in stampatello: «Attento a te o farai la fine di quelli di Brescia. Morte a Marini »; da tre giorni, infine, il paese è sommerso di voci messe in giro con l'evidente proposito di provocare una situazione di allarme: come quella di un imminente assalto alle carceri per liberare l'anarchico. Le minacce hanno avuto come effetto immediato un potenziamento del servizio d'ordine (l'aula del processo è assediata, circondata, presidiata dalle forze di polizia, da ieri i movimenti dei giornalisti che seguono il processo vengono seguiti da carabinieri in borghese. Chiuso, almeno per il momento, questo capitolo, torniamo al processo, giunto oggi alla quinta udienza. Continua la sfilata dei testimoni, l'indagine dibattimentale cerca di ricostruire nei dettagli quello che avvenne la sera del 7 luglio 1972, a Salerno, durante la rapidissima e tragica rissa che coinvolse tre anarchici, Giovanni Marini, Francesco Mastrogiovanni e Gennaro Scariati, e due missini, Carlo Falvella e Giovanni Alfinito. L'indagine è indispensabile per i giudici che dovranno dire se Giovanni Marini uccise a coltellate Carlo Falzella volontariamente, se lo uccise per difendersi, se lo uccise perché provocato o addirittura, come sostiene, non ucicse e fu vittima di un complotto. I difensori dell'anarchico hanno già lasciato intendere che Giovanni Marini fu attirato in via Velia, dove il missino venne poi colpito, e che lassassino fu un altro, di cui tuttavia non hanno mai indicato esplicitamente il nome. Ecco allora l'enigma da risolvere: se non fu Giovanni Marini, se non fu Francesco Mastrogiovanni che, per primo, cadde ferito a terra, se non fu Giovanni Alfinito per- j che missino, chi, dunque, può avere ucciso Carlo Falvella? Andando per eliminazione, resta sulla carta il nome di Gennaro Scariati, ma costui è già stato prosciolto in istruttoria perché non avrebbe fatto in tempo ad intervenire né per difendere i suoi compagni, né per aggredire gli avversari. Al primo processo di Salerno, Giovanni Marini aveva insinuato un piccolo dubbio: « Non era un compagno di sicura fede », aveva detto di Gennaro Scariati. I difensori, a loro volta, avevano insistito perché la corte lo interrogasse come testimone « assolutamente indispensabile per l'accertamento della verità », ma la richiesta era stata respinta perché Gennaro Scariati è ormai fuori del processo. Uscito dalla porta, il nome di Gennaro Scariati rientra tuttavia dalla finestra con la deposizione di Amedeo Montano, un giovanotto dai capelli ricci, con la faccia di chi pagherebbe non si sa che cosa per non trovarsi sulla sedia dei testimoni. La sera del dramma raccontò in giro d'aver visto un giovane fuggire da via Velia con un coltello in mano: lo descrisse così bene da non lasciar dubbi sulla sua identità, appunto quella di Gennaro Scariati. La notizia arrivò alle orecchie del giudice istruttore, Amedeo Montano fu convocato al palazzo di giustizia, ma non appena si trovò di fronte al magistrato, ; si rimangiò il racconto: « Ho inventato tutto», disse. Eccolo, ora davanti alla corj te d'assise. Allora, è vero o non è vero che quella sera | vide Gennaro Scariati? Montano — « Non è vero. '. Inventai io la circostanza per J sentirmi importante. Sa, si; gnor presidente, avevo sedici I anni... ». Sale ora sul palco Rosalinda Grieco, una ragazzcna di vent'anni, occhiali, capelli bruni tagliati corti. E' una ! sostenitrice della sinistra ex! traparlamentare, ma questa | sua fede politica non le imj pediva di andare a spasso con i il missino Carlo Falvella, suo i ex compagno di studi. E a j spasso con il missino ci andò ; anche nelle ore precedenti la ! tragica rissa, assieme ad una perché Gennaro Scariati è oramica, Antonella Cuomo, e ad un altro missino, Giovanni Alfinito. Grieco — « I due giovanotti mi parlarono di una spallata, non so se data o ricevu| ta, in cui c'entrava Giovanni Marini». Alfinito mi disse: « Se incontriamo Marini, vai da lui e digli che io e Falvella le abbiamo suonate a te ed alla tua amica, così facciamo a botte ». Pensai ad uno scherzo, tanto che risposi: « Se devo dire questo a qualcuno, è meglio che lo dica ai compagni della mia organizzazione, il Fronte Unito ». Alfinito, invece, insistette: « No. devi dirlo soltanto a Marini ». « Mi convinsi che non doveva trattarsi di uno scherzo. A sera, comunque, i nostri due accompagnatori ci lasciarono sul lungomare ed andarono per i fatti loro ». Come dire, insomma, che già nel pomeriggio i due missini si proponevano di attaccare briga con l'anarchico. Adesso il presidente chiede conferma del racconto della, ragazza Antonello Cuomo. « Ricordo soltanto, risponde la nuova testimone, che sentii parlare dell'episodio della spallata, niente di tutto il resto. Passeggiando, io seguivo Rosalinda con Carlo Falvella. quindi non potei sentire i loro discorsi ». Il processo continua doma ni. Filiberto Dani ; j | '. J ; I ! ! | j i i j ; ! | Vallo di Lucania. L'anarchico Giovanni Marini in attesa di entrare nell'aula del tribunale (Telefoto Ansa)

Luoghi citati: Brescia, Lucania, Salerno, Vallo Della Lucania