Produzione e vendite sono in lieve ripresa

Produzione e vendite sono in lieve ripresa CRONACHE DELL'AUTOMOBILE Produzione e vendite sono in lieve ripresa Nei primi 4 mesi l'industria italiana ha costruito 656 mila autoveicoli, con sensibile aumento sull'anno scorso - Ma il consuntivo è rimasto inferiore al '72 - Stazionarie le immatricolazioni di vetture, mentre sono in ascesa i veicoli industriali Come vanno in Italia la produzione e la vendita di automobili, adesso che il periodo più acuto dell'austerità è superato (forse solo provvisoriamente, c'è da temere), ma di fronte ai sempre più gravi pericoli della crisi economica e dell'inflazione? Le cifre — riferite ai primi quattro mesi dell'anno in corso — sono queste: la produzione italiana è stata fino al 30 aprile scorso di 656.118 autoveicoli, di cui 606.371 vetture e 49.747 tra autocarri e autobus; nello stesso periodo le immatricolazioni (i dati sono provvisori) hanno di poco superato le 497 mila unità (465 mila vetture e 32.200 veicoli industriali). In confronto al primo quadrimestre del 1973 si è registrato un aumento di quasi il 26 per cento nella produzione, mentre per le immatricolazioni il supero è soltanto dell'uno per cento, dovuto essenzialmente al buon andamento degli autoveicoli industriali. Tuttavia non è davvero il caso di dire che le cifre si commentano da sole: se fosse così, ci si potrebbe dichiarare soddisfatti di una situazione che all'inizio dell'anno si prevedeva in termini molto più pessimistici. Questo perché la comparazione con i primi quattro mesi dell'anno scorso è assai scarsamente indicativa, dal momento che le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici, iniziato nell'ottobre del '72, si erano concluse soltanto nell'aprile successivo, con la perdita di molte ore lavorative appunto nella prima parte dell'anno. Di conseguenza la produzione aveva registrato un forte calo (quasi il 23 per cento in meno): l'averlo colmato quest'anno è abbastanza incoraggiante, date le difficoltà attraversate dall'automobile in tutte le sue componenti, ma non deve destare un eccesso di compiacimento. Il raffronto, per avere un significato più autentico, deve semmai essere fatto con i mesi gennaio-aprile 1972, rispetto ai quali il saldo risulta ancora negativo, sia pure di poco: l'uno per cento scarso sulla produzione totale, il 3,15 per cento nel settore vetture. Anche parlando di immatricolazioni è opportuno cercare un'interpretazione alle cifre. Abbiamo visto che nel periodo in esame siamo praticamente sui livelli del '73, con una quasi insignificante variazione di segno positivo, dovuta essenzialmente alla buona ripresa degli autocarri medi e pesanti; ma in confronto al '72 II regresso ha una certa consistenza (—4,80 per cento nelle vetture). Anche restando al paragone tra i primi quattro mesi di quest'anno e il corrispondente periodo del '73, c'è da tener presente che nell'imminenza dell'introduzione dell'Iva (1° gennaio dell'anno scorso) si era avuto un forte incremento della domanda negli ultimi due mesi '72, con conseguente successiva frenata delle immatricolazioni. Sono queste le ragioni che, esaminando i risultati statistici, devono indurre a moderare il compiacimento per l'apparente piena ripresa dell'automobile. Una risalita, incontestabilmente, c'è stata, tanto più sorprendente se messa in relazione con i provvedimenti « punitivi » che hanno colpito soprattutto questo settore. (Sarebbe a questo punto possibile introdurre, o meglio riprendere, un certo discorso sull'obiettiva difficoltà di indurre a spostare i consumi dall'automobile verso altri beni o servizi: verosimilmente, si sta usando meno la vettura privata, perché i costi di esercizio stanno diventando quasi insostenibili, ma nessuno è disposto a privarsene). Tuttavia stiamo vivendo un periodo così incerto e pieno di contraddizioni da impedire qualsiasi valutazione sufficientemente valida sull'attuale tortuosità dei fenomeni economici. Per esempio, restando al conto delle immatricolazioni — o vendite — di vetture nella prima parte di quest'anno gli esperti del settore commerciale ritengono che l'elevata domanda sia in parte stimolata da fattori psicologici, peraltro non nuova in periodi inflazionistici: in questo senso l'automobile sarebbe, più che un « bene rifugio », un investimento abbastanza sicuro (e lo è certamente, in termini di reddito, il veicolo industriale); non si saprebbe spiegare altrimenti perché si sta assisendo a una ripresa anche nella fascia di cilindrata e prezzo media e mediasuperiore. E allora concludiamo con una domanda: è ripresa autentica, naturale, oppure in buona parte artificiosa? Lo si potrà vedere soltanto tra qualche mese. Per quanto riguarda le esportazioni, sempre nel primo quadrime- stre, le cifre finora note si rife-riscono alle sole vetture, che han- no raggiunto la quota di 225.213 unità, contro 181.094 del '73 (in- cremento del 24,3 per cento) e I 1 cati esteri sono ancora competi - \ tìve- Di P'ù. °S9i, non si può dire l specialmente in materia di previ ! sioni. _ 1 Ferruccio Bernabò 247.129 nel '72 (flessione dell'8,8 per cento). Anche qui non tragga in inganno il progresso sull'anno scorso, quando la ridotta utilizzazione degli impianti ha rallentato le spedizioni all'estero. Rimane la constatazione che, nonostante tutto, le automobili italiane sui mer- PRODUZIONE E VENDITA DI 4 MESI (sole vetture) 700.000 600.000- 500.000- 400.000 300.000 200.000-I 100.000 produzione immatricolazione 1974 1973 1972 1974 1973 1972

Persone citate: Ferruccio Bernabò, Mesi

Luoghi citati: Italia