Un nastro ha registrato l'attentato di Brescia

Un nastro ha registrato l'attentato di Brescia LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Un nastro ha registrato l'attentato di Brescia Eccezionale documento sonoro in "Stasera" ■ "Un marito" di Svevo Ieri, nel rotocalco Stasera, un documento sonoro eccezionale sulla strage fascista di Brescia. Mentre sul video passavano immagini di foto della folla nella piazza della Loggia, l'audio ha trasmesso per intero il nastro di un registratore che si trovava sul palco. Si è sentito così il sindacalista Castrezzato che teneva il discorso: un discorso che si riferiva esattamente alle trame nere, ai rigurgiti fascisti, all'attività terroristica delle destre, alla necessità urgente di colpire i mandanti e i complici, al pericolo di attentati e dì bombe, ad Aimirante che ha la possibilità di comparire disinvoltamente in tv. In quello si è udito, nettissimo, il fragore dell'esplosione. E poi (sul teleschermo si succedevano le foto di corpi straziati, di gente inorridita, di feriti a terra, del selciato e dei portici mitragliati di schegge) si sono intese voci di disperazione, di allarme, di aiuto: e lo stesso sindacalista il quale gridava «compagni, calma!» e seguitava con accento martellante a chiedere di costituire un cordone di polizia e ad esortare la folla a trasferirsi nella vicina piazza della Vittoria. Sullo sfondo, incessanti, urla e richiami concitati. Un breve documento agghiacciante che nessuno potrà più dimenticare. ★ ★ Con un omaggio al grande Svevo è cominciato ieri il ciclo « Dalla narrativa al teatro » che come abbiamo già avuto occasione di dire presenta alcuni testi di scrittori italiani che non continuativamente o addirittura eccezionalmente sono stati autori drammatici: nelle prossime settimane assisteremo a La lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, La figlia di Jorio di Gabriele d'Annunzio, Beatrice Cenci di Alberto Moravia, L'avventura di un povero cristiano di Ignazio SiIone, e a Roma di Aldo Palazzeschi. Tutti copioni di rilievo o di interesse che daranno finalmente un po' di tono al depresso settore della prosa. Partenza, abbiamo detto, con Italo Svevo. E' inutile ricordare che la fama dello scrittore triestino (e anche questa, fama tardiva che gli illuminò solo gli ultimissimi anni di vita) è affidata principalmente a due straordinari romanzi, « Senilità » e « La coscienza di Zeno ». Ma Svevo scrisse ben tredici commedie e il teatro per luì fu veramente un amore non corrisposto. Ora, com'è noto, si tende ad una riscoperta — meglio dire scoperta — del teatro di Svevo. Nel 1961 Un marito arrivò sulle scene del Teatro Stabile di Trieste, con regìa di Sandro Bolchi: il copione era rimasto nel cassetto per più di mezzo secolo. Anche « L'avventura di Maria », se non andiamo errati, ha avuto una realizzazione e comunque è stata trasmessa dalla radio nei giorni scorsi. E « La rigenerazione » (segnalata da Geno Pampaloni già diversi anni fa nel suo acuto saggio su Svevo) è, nell'interpretazione di Buazzelli e la regìa di Fenoglio, uno dei grossi successi di critica e di pubblico della stagione in corso. Quindi la rappresentazione televisiva cade più che a proposito. Una volta tanto la tv è stata tempestiva, riscattando (in parte) scelte sbagliate e spettacoli con tre dita di polvere. Naturalmente anche a proposito dì Un marito ci sarebbe da tenere il lungo, complesso e non lieto discorso sulla produzione teatrale italiana addirittura dall'Ottocento e sui rapporti, per la verità troppo spesso scarsi o monchi o infelici, tra letteratura e teatro, e sul distacco in senso negativo che c'è sempre stato — tolto il Pirandello più significativo — fra il nostro teatro e la cul¬ tura teatrale di altri Paesi. Ma è un discorso che ci porterebbe troppo lontano e che qui è inutile intraprendere. Accontentiamoci di rilevare che Un marito è tecnicamente assai imperfetto, e l'ha confermato pure sul video. Dopo un primo atto teso, già all'inizio del secondo la commedia, che subito rivela l'inconsistenza dell'accusa di tradimento alla seconda moglie, tende a sgonfiarsi. E il terzo atto è poco più di un accomodamento verbale. Eppure, entro uno schema naturalistico di principio secolo reso senza la scaltrezza di un uomo di teatro, Svevo fa balenare qua e là la sua vivida intelligenza, la sua capacità introspettiva, la sua originalità: si pensi al tema di fondo, che è la condanna della gelosia e del delitto d'onore (cui s'aggiunge, sia pure appena accennato, l'altro tema della dignità della donna e moglie), e si capirà quanto il dramma, benché molto impacciato formalmente, benché del tutto privo di quella « vigile ironia » che sarà una delle doti più affascinanti di Svevo, abbia la sua importanza. u> bz>

Luoghi citati: Aimirante, Brescia, Castrezzato, Roma, Trieste