Gli approvvigionamenti e il prezzo del petrolio
Gli approvvigionamenti e il prezzo del petrolio Gli approvvigionamenti e il prezzo del petrolio La relazione di Al bone iti all'assemblea dell'Unione Petrolifera - Aspetti positivi e negativi del piano - I bilanci 1973 delle Compagnie Roma, 30 maggio. L'assemblea annuale dell'Unione Petrolifera si è tenuta oggi con l'intervento dei principali esponenti delle aziende associate. Il presidente Albonetti ha illustrato la relazione del consiglio direttivo sull'attività svolta dall'Unione durante il '73 ed ha esposto il conto consuntivo delle spese dell'anno scorso. Entrambi i documenti sono stati approvati all'unanimità. L'assemblea poi, in relazione alle dimissioni da presidente presentate da Albonetti per motivi di salute, mentre gli ha manifestato i sensi della più viva gratitudine per l'opera svolta nell'interesse del settore in un momento particolare e difficile, lo ha pregato di voler continuare nella sua attività sino alla prossima assemblea che si terrà non oltre il 31 luglio '74 e che è stata predisposta per esaminare i problemi dell'organizzazione. L'assemblea ha infine proceduto alla nomina del dr. Gio- vanni Theodoli a vicepresidente, in sostituzione del dr. Norman Bain. Nella relazione Albonetti, partendo dalla situazione petrolifera internazionale, si è soffermato sulla particolare situazione italiana per quanto riguarda produzione, consumo e approvvigionamenti, regime dei prezzi e indicazione del « piano petrolifero nazionale » approvato di recente dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Rilevato anzitutto che l'Europa comunitaria « Non è riuscita a coagulare gli interessi energetici degli stati membri secondo un indirizzo unitario », la relazione afferma che le difficoltà sul piano interno non derivano soltanto dalla crisi energetica nazionale, ma vanno attribuite anche « al costante ritardo e all'inadeguatezza con cui, da parte degli organi responsabili italiani, si è preso atto di mutamenti tanto rapidi e rilevanti », e aggiunge che un elemento sintomatico di questo particolare malessere che si registra in Italia è rappresentato dalla decisione di abbandonare il mercato italiano presa da due delle massime compagnie petrolifere internazionali: la «BP» e la «Shell». E' una realtà questa, secondo l'Unione Petrolifera, da meditare attentamente, poiché « l'industria petrolifera, sia essa pubblica che privata, deve essere messa in grado, non solo di corrispondere alla richiesta di energia degli altri settori industi-iali oltre che dì quello civile, ma anche di realizzare gli investimenti programmati per adattare le strutture all'evoluzione della domanda; investimenti che, tra l'altro, si concretano in commesse per le aziende manifatturiere nazionali ». In tema di prezzi, la relazione rileva che, nonostante il Cip abbia riconosciuto quattro aumenti in un anno del prezzo del greggio stabilendolo in 49 mila lire la tonnellata, contro le 12 mila lire di un anno fa, « il bilancio delle Compagnie petrolifere in tale periodo si chiude in termini nettamente negativi, sia per il ritardo dei provvedimenti che per l'insufficienza degli aumenti riconosciuti ». In merito al piano petrolifero, Albonetti ha espresso numerose critiche, non tanto sull'impostazione generale quanto sull'avvio della sua attuazione. Egli ha infatti definito validi e da condividere alcuni principi ispiratori del piano, ma ha aggiunto che esistono tuttavia molte « zone d'ombra ». Tra esse, quelle relative alla tempestività della revisione dei prezzi. (Ag. Italia)
Persone citate: Albonetti, Norman Bain
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