Fascista ucciso, carabiniere morente nello scontro a fuoco sulle montagne I terroristi forse preparavano un attentato per il due giugno a Roma

Fascista ucciso, carabiniere morente nello scontro a fuoco sulle montagne I terroristi forse preparavano un attentato per il due giugno a Roma Complotto "nero,,: scoperto in Abruzzo un campo paramilitare Fascista ucciso, carabiniere morente nello scontro a fuoco sulle montagne Gravissimo un altro carabiniere - Quando i militi si avvicinano all'accampamento, vengono colpiti dagli spari: reagiscono e uccidono un giovane I due arrestati hanno detto di appartenere alle Sam (squadre di azione Mussolini) e ad "Avanguardia nazionale" - In una tenda scoperto un arsenale: mitragliatori, fucili di precisione, pistole, migliaia di pallottole, baionette e coltelli, centinaia di chili d'esplosivo tra cui il napalm E' chiaro il collegamento con la strage di Brescia: i tre martedì scorso erano in Lombardia, uno di loro aveva già organizzato attentati a Brescia I terroristi forse preparavano un attentato per il due giugno a Roma (Dal nostro inviato speciale) Rieti, 30 maggio. Montagne dell'alto CicoIano, al confine tra Lazio e Abruzzi, sopra il valico di Sella di Corno: sono le 7,30 quando una pattuglia di carabinieri s'imbatte in una tenda militare, seminascosta dal fogliame. Dentro c'è un commando fascista: tre giovani di Milano, armati fino ai denti e disposti a tutto. Uno di loro spara per primo e centra in pieno due carabinieri, ferendoli in modo gravissimo. E' Giancarlo Esposti, 27 anni. Viene ucciso con un colpo alla gola dal maresciallo Filippi, comandante il drappello. Gli altri due, Alessandro Danieletti, 19 anni, milanese, e Alessandro D'Intino, 21 anni, milanese, si arrendono senza opporre resistenza. Prima dicono di essere delle Sam (Squadre d'azione Mussolini), poi di « Avanguardia nazionale ». Sono noti fascisti, esaltati. Esposti era il capo delle Sam di Lodi, D'Intino comandava « Avanguardia nazionale » a Mila¬ no. Con loro, fino alla notte scorsa, c'era un quarto uomo — conosciuto, ma di cui si tace il nome — con una ragazza bionda. Avevano abbandonato il campo perché lui, con precedenti penali, era sorvegliato speciale e doveva presentarsi ogni settimana per firmare la presenza alla questura milanese. Si conclude così un'operazione scattata alle 4 di questa notte. L'hanno eseguita, d'intesa, carabinieri, guardia forestale e finanzieri. Circa cento uomini al comando del colonnello comandante della regione Lazio, Scolamieri. Sono stati quelli della « Forestale » a portare i carabinieri in cima alle montagne. Sembra che il piano sia stato preordinato nel pomerig-, | gio di ieri, dopo numerose segnalazioni di persone « sospette » e forestiere che si ag. giravano tra le montagne. La battuta è continuata per tutto il giorno alla ricerca di eventuali rifugi. Voci incontrollate davano altre persone fuggitive. Un rastrellamento è stato compiuto anche intorno alla cima del Monte Calvo, dove c'è un ripetitore della televisione. I due carabinieri feriti sono della zona; tutti e due sposati con figli. Pietro Mancini è in fin di vita all'ospedale dell'Aquila: due colpi 10 hanno centrato all'addome. Per alcune ore ha avuto un'emorragia. In nottata è stato operato e gli è stato estratto un proiettile. L'altro militare, Alessandro Jagnemma, ha anche lui due ferite gravi e c'è il timore di una peritonite. La radio ha lanciato un appello per donatori di sangue Rh negativo. II magistrato che conduce l'inchiesta è il sostituto procuratore di Rieti, Lelli. E' arrivato sul posto verso le 14, trasportato da un elicottero. Ma non ha potuto iniziare i'. sopralluogo perché c'era pericolo di esplosioni: il gruppo fascista aveva innescato tutte le cariche di tritolo. E' dovuto in'ervenire un artificiere dei carabinieri. Di fronte si è trovato i due fascisti ammanettati e il terzo, forse 11 capo del commando, disteso a terra bocconi, la mane destra sotto il volto. A pochi metri dalla tenda era parcheggiata una « Land Rover » verde scuro con il cofano dipinto di nero, e una motocicletta Benelli « 500 », modificata per corse campestri. Nella tenda e sulla macchina sono stati trovati: tre fucldtcccddtlsn m 11 ; ni mi i hi i 1111 fucili mitragliatori, tra cui un Mauser 308 con cannocchiale da precisione con mille cartucce; quattro pistole di marche italiane e estere, tra cui una Browning 7,65 con silenziatore (l'arma con cui Esposti ha ferito i due carabinieri); cinquanta chili di tritolo e cinquanta chili di gelignite. In un contenitore c'era anche il napalm, l'esplosivo incendiario al fosforo usato dagli americani nella guerra del Vietnam. 1111111 ii 11111 ih 111 i tu 11 ii i n 11 u 1111E11 i 11 In scatoloni sigillati sono stati trovati 500 detonatori di vario tipo. Nella tenda sono state trovate carte particolareggiate della zona con cento metri di miccia, cento baionette e duecento coltelli. Il fascista morto era in possesso di una carta d'identità falsa, intestata a Gianfranco Costa, 27 anni, di Milano. Gli altri due avevano passaporti validi. A dieci metri dalla tenda (due metri per due il illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll dcppiotelo mimetico, verde e marrone) c'era l'antenna di una ricetrasmittente, legata ad un albero. L'apparecchio, me derno, era invece all'interno della jeep. Un arsenale da massacro, da terroristi omicidi pronti all'attacco e agli scontri a fuoco. Pensiamo soprattutto al napalm e ad un quantitativo impressionante di munizioni: decine di migliaia di proiettili, di quelli in dotazione alle forze Nato. Il grupiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiii po era pronto a tutto. Gianfranco Esposti ha sparato con la fredda determinazione di uccidere. Sull'episodio, culminato nel la cattura del Danieletti e dei D'Intino, ci sono tre versioni contrastanti. Quella del colonnello dei carabinieri. I primi ad uscire dalla tenda sarebbero stati i due più giovani, disarmati. Gianfranco Esposti sarebbe schizzato fuori di corsa sparando, prima di cadere sotto il tiro preciso del maresciallo. Secondo i due superstiti del commando, l'Esposti sarebbe uscito per primo. Loro erano na scosti e dopo la sparatoria si sono arresi. L'ultima versione ce la fornisce un carabi niere di guardia al campo: <. Loro dormivano fuori della tenda, nei sacchi a pelo e si sono svegliati di soprassalto. Strisciando, dice, hanno tentato di rifugiarsi nel bosco, ma sono incappati nella pattuglia. Solo Esposti ha avuto la pazzesca reazione di sparare ». La sostanza delle cose non cambia. Dopo il sopralluogo e dopo aver ricevuto il rapporto dei carabinieri, il magistrato ha firmato i mandati di arresto. I due fascisti sono stati incriminati per tentato omicidio plurismo, associazioFabrizio Carbone (Continua a pagina 2 in ottava colonna) | Rieti. Carabinieri intomo alla jeep dei terroristi, al campo paramilitare in Abruzzo (Telefoto)