Numerose le modifiche al decreto sulla cedolare di Gianfranco Franci

Numerose le modifiche al decreto sulla cedolare Numerose le modifiche al decreto sulla cedolare Il testo da ieri alla Camera, dopo gli emendamenti, rappresenta nella nuova stesura un anticipo della futura riforma delle Spa (Nostro servizio particolare) Roma, 27 maggio. Il decreto emesso dal governo il 9 aprile scorso per reintrodurre la « cedolare secca » è in discussione da oggi alla Capterà. Disposta nel 1964 e successivamente abolita, il governo conta, proponendola nuovamente, di ridestare la fiducia dei risparmiatori ottenendo maggiori fondi che consentano di alimentare gli investimenti produttivi. Il decreto, che passerà successivamente al Senato per la definitiva conversione in legge che dovrà avvertire entro l'S giugno, è stato profondamente modificato dalla commissione Finanze e Tei soro, d'accordo coti il gover- no, sulla base delle osservazioni mosse da tutti ì gruppi politici. Nella sua nuova stesura, esso rappresenta ora un più completo anticipo della futura e più vasta riforma del regime delle società per azioni. Una delle maggiori novità contenute nel provvedimento è l'« azione di risparmio », un titolo azionario che non darà al suo possessore il diritto di votare nelle assemblee degli azionisti, ma godrà di privilegi nella ripartizione degli utili e nel rimborso del capitale. Il titolo potrà essere al portatore e garantirà (se ci sono utili da distribuire) un dividendo non inferiore al 5 per cento del valore nominale, il quale non terrà conto delle oscillazioni in ribasso del mercato borsistico: al momento del rimborso, il possessore dell'azione non potrà cioè mai ricevere meno di quello che ha pagato. Il 5 per cento è il limite minimo del dividendo garantito, ma potrà essere fissata anche una misura superiore: ai possessori delle « azioni di risparmio » sarà comunque assegnato, in ogni caso, un divìdendo aumentato del 2 per cento, rispetto alle azioni ordinarie. Per evitare che si formi una maggioranza di azioni sprovviste di voto, le società potranno emetterne in quantità non superiore al 50 per cento del capitale azionario. Su questo nuovo genere di azioni, la « cedolare secca » sarà del 15 per cento anziché del 30 ed anche in questo caso sarà possìbile scegliere tra l'imposta a forfait, pagata una volta per tutte senza altro obbligo di denuncia al fisco, e la ritenuta d'acconto ordinaria. Per quanto riguarda ì soci delle cooperative, la cedolare graverà per il 10 per cento sugli utili riscossi. Chi preferirà pagare sulla base della « cedolare secca » non sarà ovviamente segnalato allo schedario della anagrafe tributaria. Il decreto prevede poi l'istituzione di una commissione nazionale per le Società e la Borsa, con il compito di vigilare sul funzionamento dei mercati finanziari e regolare la ammissione delle quotazioni di titoli largamente negoziati. Il governo sarà in¬ fine delegato a disciplinare il controllo intento delle società quotate in Borsa e la cerficazione dei bilanci. Aprendo il dibattito, il sottosegretario alle Finanze, il socialista Macchiavelli, ha definito soddisfacenti i risultati della rielaborazione del provvedimento operata in commissione. Ha viesso anche in risalto gli effetti che ci si attendono dalla istituzione della commissione per le Società e la Borsa, vigilanza sulle partecipazioni incrociate, chiarezza e trasparenza dei bilanci, tutela degli azionisti e anche delle imprese che agiscono correttamente, con ricorso al mercato azionario non per scopi speculativi ma per sostenere la produzione ed evitare il pericolo della recessione. Gianfranco Franci

Persone citate: Macchiavelli

Luoghi citati: Roma