Ultimi paradisi e inquinamento

Ultimi paradisi e inquinamento PRIME SULLO SCHERMO Ultimi paradisi e inquinamento « Il dio sotto la pelle » di Folco Quilici e Carlo Alberto Pinelli. Produzione italiana a colori. Al cinema Augustus. (s. r.) Il documentario-messaggio di Quilici cerca il pubblico dopo avere ottenuto la estimazione dei critici e l'interesse degli ecologi. A Torino il film ha avuto un'anteprima nei giorni scorsi (per iniziativa del sindacato critici) e in quell'occasione ne abbiamo riferito con giusto rilievo. Sul fondo un poco logorato del documento etnografico, oscillante tra lirismo ed evasione, Quilici ha inserito il filone di una nuova inquietudine. Non solo si stanno inquinando gli «ultimi paradisi », ma cresce il peso distruttivo sull'ambiente naturale dei nuovi inferni urbani e tecnologici. Le tesi del Club di Roma sulla « crescita zero » sono riecheggiate nella pellicola con grafici e suggestive visualizzazioni. Il regista e i suoi collaboratori non offrono soluzioni (magari le avessero), ma sollecitano una adesione emotiva che può essere un'utile premessa per una coscienza politica. Per realizzare l'opera, Quilici ha dovuto accettare un compromesso « spettacolare »: accanto alle visioni ecologiche ha messo anche alcune vicende di buoni selvaggi e di transfughi bianchi nelle civiltà tribali. Qui il romanzesco può sollecitare lo spettatore meno incline alle prediche e fargli intendere come i « primitivi » sappiano conservare gli equilibri naturali assai meglio dei « civilizzati ». Si capisce come nelle escursioni tra foreste e savana l'autore ritrovi in parte la sua chiave nostalgico-celebrativa, che egli fa gentilmente coesistere con l'impegno concreto sui problemi ecologici. ★ ★ Ultimatum alla polizia di Marc Simenon con Mariangela Melato, Bernard Blier, Riccardo Cucciolla, Yves Beneyton. Italia-Francia, colori. Cinema Doria. (s. c.J Seguendo l'illustre esempio di papà, il figlio del giallista Simenon ha diretto per il cinema una storia a suspense centrata su un tema assai attuale: il sequestro di persona. Fuggito dall'ospedale psichiatrico, un giovane si barrica in un casolare della campagna francese tenendo prigioniere madre e figlia. In cambio della loro libertà il pazzo chiede la più bella ragazza del paese. Ha disperato bisogno di affetto ed è capace anche ad uccidere pur di averlo. Una prostituta, avviata con feroce mancanza di scrupoli al baratto, viene uccisa davanti alla casa. Fallito il primo tentativo, il giovane dirà il nome della vittima richiesta: Marise, la figlia del sindaco. La prescelta, rivelando un coraggio fino ad allora ignoto agli assedianti, accetta l'invito e si affida alle mani dell'assassino. Ma quanto accade tra le mura della fattoria pare non interessi troppo a Marc Simenon. La macchina da presa è più spesso puntata tra la folla che attende. C'è il sindaco del villaggio, pacioso borghese annegato nel compromesso. E' disposto a sacrificare qualsiasi ragazza della sua comunità, ma diventa violento quando per merce di scambio si chiede sua figlia. Il fratello del sindaco è pronto ad accusare di vigliaccheria tutti quanti e si macchia poi della morte della passeggiatrice. Il curato del paese riesce a trovare audacia soltanto nell'alcol: la sua protesta si esaurirà in una serie di insulti per tutti i presenti. Al prefetto, accorso per trarre vantaggi politici dalla felice riuscita dell'operazione, il regista dedica un ritratto abbozzato con particolare cattiveria: ambizioni, disumanità, presunzio ne si mescolano in un impa sto poco raccomandabile. I panorama umano che si de linea sullo sfondo della vicenda è piuttosto squallido e quando arriva la conclusione, con la morte del pazzo, nessuno è più capace di guardare in faccia il vicino. Girato in economia di mezzi e diretto con diligenza un po' pedestre, il film rifiuta ogni tentazione tecnica (non c'è nemmeno uno « zoom ») e spettacolare. Il regista preferisce l'indagine dei caratteri, ma la conduce a colpi d'ascia troppo decisi. I personaggi diventano subito simboli dei peggiori difetti della nostra società e senza la più piccola contraddizione manifestano fino in fondo la loro peggiore indole. Numerosi gli interpreti di buon nome, ma a nessuno è stata offerta l'occasione per distinguersi.

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma, Torino