Il mercato del romanzo di Natalia Ginzburg

Il mercato del romanzo L'EDITORIA: LETTERE AL, DIRETTORE data la pena, che l'Agenzia Letteraria Internazionale non rappresenta Natalia Ginzburg. Con i migliori saluti. Erich Linder Il «si dice» con cui introduceva nel mio articolo l'accenno ai rapporti tra Cassola e Cancogni da una parte, e Bevilacqua dall'altra, era seguito nella frase successiva da un ulteriore «si dice», e poi da un inciso: «Ecco un angolo di società italiana dove il pettegolezzo alligna robusto...». E' evidente, dunque, che riferivo voci che ho udite, ma di cui non intendevo in alcun modo avallare la veridicità: non a caso, poco più avanti, parlavo infatti di «pettegolezzi». L'ambiente letterario è un «angolo di società italiana» tra i più coloriti (come il cinema, il calcio), ed è per questo che ho ritenuto giusto, riferendo quelle «voci», inserire nell'articolo un elemento di colore. Per quanto riguarda la trattativa Sciascia, è chiaro che nel mio articolo c'è, come dice Linder, un errore di fatto, di cui mi scuso coi lettori della Stampa. Sandro Viola Il mercato del romanzo Caro direttore, Sandro Vio-1 la nel suo articolo del 23 maggio: « Se il romanzo è un affare », con la cautela del « si dice » ci accusa di avere in pratica agito ai danni di Alberto Bevilacqua, al punto di costringerlo ad abbandonare la Rizzoli. E ciò perché non avremmo gradito il suo nome accanto ai nostri nel catalogo della Casa. Premesso che Bevilacqua ci ha preceduto di vari anni nel catalogo della Rizzoli, e che questa convivenza non ha mai provocato il minimo screzio, non ricordiamo di avere mai dato un minuto del nostro tempo alla cosiddetta politica editoriale alla quale, in genere, si dedicano non, come afferma Viola, gli scrittori che vendono e quindi pensano a produrre libri, ma quelli che non avendo mai scritto o avendo smesso di scrivere si contentano di occuparsi dei colleghi più fortunati, magari per tramare ai loro danni. E poi non si capisce come un giornalista esperto di politica letteraria come Sandro Viola possa attribuire a due individui, che fra l'altro vivono appartati, l'uno a Fiumetto, l'altro a Marina di Ca- stagnito, il potere di determinare le scelte di una grande azienda come la Rizzoli. Noi, coi cari amici della Casa che hanno la responsabilità editoriale, preferiamo, le rare volte che ci incontriamo, parlare di calcio, di scacchi, di opera lirica o di storia militare. Grazie. Cordiali saluti. Manlio Cancogni Carlo Cassola Egregio signor direttore, Sandro Viola, nel suo articolo del 23 maggio «Se il romanzo è un affare », è incorso in un inspiegabile quanto spiacevole errore di fatto. Leonardo Sciascia ha ogni intenzione di continuare a pubblicare i propri libri presso l'editore Giulio Einaudi. Non vi è mai stata trattativa di sorta, né diretta, fra autore ed editore, né attraverso l'Agenzia Letteraria Internazionale, che io dirigo, tendente ad un « passaggio » di Leonardo Sciascia all'editore Rizzoli, o a un qualsiasi altro editore italiano. Il signor Viola avrebbe potuto sincerarsene attingendo le sue informazioni presso l'autore o presso di me. Così come avrebbe potuto apprendere da me, se se ne fosse

Luoghi citati: Bevilacqua, Cassola