Con il caldo si teme che scoppino epidemie nella città troppo sporca

Con il caldo si teme che scoppino epidemie nella città troppo sporca Con il caldo si teme che scoppino epidemie nella città troppo sporca Un monito del medico provinciale: "Torino ha il triste primato dell'epatite virale Cumuli di rifiuti sono ricettacolo di topi, scarafaggi e mosche. Occorre pulizia" L'estate dell'anno scorso finì sotto l'incubo del colera. L'epidemia si manifestò fra agosto e settembre, colpendo Napoli, Bari e altri centri del Sud. I casi accertati furono 227, di cui 24 con conseguenze mortali. Lo spavento I generale fu vastissimo: una ma- | lattia che sembrava debellata da decenni, se non da secoli, riproponeva antichi timori. La paura sfiorò anche Torino. Ci fu una breve, ansiosa corsa alle vaccinazioni. Centinaia le richieste di siero, mentre per reazione e per un accumulo di notizie non sempre esatte diminuiva il consumo del pesce, oltre a quello dei frutti di mare (sotto accusa soprat- tutto le cozze) e della verdura. Com'è la situazione a dieci me- ! si di distanza? Citando i risultati di « estese e approfondite indagini » effettuate a cura del ministero della Sanità, il medico provinciale dott. Fierro si dice convinto che Torino e il Piemonte, come l'intero territorio nazionale, siano attualmente « del tutto indenni dall'infezione ». « Un pericolo immediato di nuove infezioni da vibrione colerico è scongiurato — precisa — ma non per questo dobbiamo trascurare le misure elementari d'igiene 7iecessarie a scongiurare i malanni tìpici del periodo estivo ». Sono le malattie gastroenteriche: tifo, paratifo, epatite virale. Se il colera rappresenta un fatto eccezionale nella vita sanitaria di un paese, queste malattie sono invece diffusissime. Colpiscono ogni anno migliaia di persone. \ Torino e provincia sono ai primi posti in Italia nella denuncia di queste infezioni. Vediamo le statistiche. Nel '73, i casi di tifo e paratifo in città e nei comuni vicini sono stati 257; quelli di epatite virale 1371 Sono cifre elevatissime rispetto alla media nazionale. Per un esem- |pio specifico citiamo Napoli: i casi d'epatite virale annualmen- |KDIIIIII ÌIIMIIIIIIIIMIIIII 1 •Illilliltll te sono in media circa mille. Purtroppo, la situazione non migliora. Se, da un lato, nei primi quattro mesi di quest'anno i casi di tifo e paratifo a Torino e provincia sono diminuiti ri- I spetto allo stesso periodo dei | l'anno precedente, i casi accer- tati di epatite virale sono stati 515. E questo in gennaio, febbraio, marzo e aprile, cioè mesi non certamente caldi. Che cosa può accadere in estate è immaginabile. Ecco perché il medico provinciale sostiene la necessità che ognuno conosca le misure minime per evitare l'attacco delle malattie. Malattie non gravissime. Procu- rano indebolimento generale, lun ! \ à ghe degenze in ospedale, della durata di un mese e più. Se colpiscono un fisico gracile, possono avere anche conseguenze mortali. Bisogna, quindi, lavarsi bene le mani, più volte al giorno; tenere pulita l'abitazione, non sporcare la città. Purtroppo Torino in questi giorni non dà uno spettacolo esemplare di sé. Le strade sono piene di polvere, cosparse di cartacce, bucce e rifiuti. Sovente, soprattutto in centro, si incontrano cumuli di immondizie, rifugio di topi e di scarafaggi. Ricompaiono le mosche, che l'uso del Ddt aveva debellato. Gli insetticidi autorizzati, cioè innocui per l'uomo, sono meno efficaci. Per questo è necessaria una pulizia scrupolosa della persona e dell'ambiente in cui si vive. Il medico provinciale ha riunito recentemente un comitato tecnico per l'esame della situazione sanitaria e per studiare misure contro le malattie infettive. Sono stati organizzati presidi preventivi, consigliando la vaccinazione alle categorie più esposte ai contagi: sanitari, commer- | cianti, persone che viaggiano da i un capo all'altro dell'Italia. E' | anche suggerita una profilassi di lllllllllllllll IIIIIillIlllIllllllllMiail Mllllll massima con l'uso di tetracicline e di alcuni sulfamidici ad assorbimento ritardato. Ma sono necessarie soprattutto la prudenza e la cura personale. Il dott. Fierro lamenta la mancanza di un forno d'incenerimento e l'insufficienza della rete fognaria di Torino. Ma è soprattutto preoccupato per la carenza di acqua potabile. « Ci sono paesi della cintura che pescano l'acqua a 50-100 metri di profondità. Sono falde superficiali, che si inquinano facilmente. Rappresentano una vera minaccia per la salute pubblica ».

Persone citate: Fierro