Non ho voluto piegarmi ai compromessi di Cristiano Chiavegato

Non ho voluto piegarmi ai compromessi Ballacci spiega il suo licenziamento dall'Alessandria Non ho voluto piegarmi ai compromessi (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 18 maggio. Se non fosse una cesa seria, l'« affare Ballacci » potrebbe essere preso come spunto per un romanzo d'appendice, con finale a sorpresa. I fatti, d: massima, sono noti. Mancano cinque giornate alla fine del campionato di serie C, l'Alessandria comanda la classifica con 9 punti di vantaggio sull'Udinese ed ha la promozione più che a portata di mano. Per la certezza matematica è soltanto necessario che domani venga mantenuto il distacco sulla squadra friulana dopo l'incontro di Mantova. Ebbene, alla vigilia di questo importantissimo appuntamento, che la societù grigia e i suoi tifosi inseguono da sette anni, il commissario straordinario Paolo Sacco ha annunciato il licenziamento dell'allenatore Ballacci. In panchina andrà il « vice » Pietruzzi, ma la squadra è affidata al giocatore Mazzia. Un fulmine a ciel sereno, anche se non è un mistero che i rapporti tra il tecnico e i dirigenti I sono stati burrascosi sin dall'inizio della stagione. La sorpresa viene soprattutto dal fatto che l'esonero è stato deciso dal ventitreenne Paolo Sacco che, fino a qualche tempo fa, si era schierato con il trainer contro il padre I (o viceversa), vero finanziatore | della squadra. Perché questa improvvisa rottura? La motivazione ufficiosa si riferisce ad un'intervista rilasciata da Ballacci, nella quale, fra l'altro, ha dichiarato di essere pronto a passare il « testimone » ai dirigenti, dopo aver fatto il proprio dovere. Su questa frase pare che sia stato equivocato, interpretandola come una denuncia contro lo stesso Paolo Sacco, reo di essere passato dalla parte dell'ing. Sacco nella battaglia interna nei confronti dell'allenatore. Insomma, il giovane com¬ missario si sarebbe sentito tradito. Oggi Paolo Sacco è andato per lavoro in Liguria, annunciando una conferenza stampa per lunedì prossimo. L'ing. Sacco, invece, essendo la decisione stata presa dal figlio, preferisce non rilasciare dichiarazioni. L'unico rimasto sul campo di battaglia è lo stesso Ballacci, che oggi abbiamo trovato al « Napoleon » intento a chiacchierare con alcuni giocatori. « Devo dire — ha affermato — che sono rimasto molto sorpreso per il licenziamento. Paolo Sacco mi ha convocato ieri pei comunicarmi la sua decisione. Mi ha chiesto prima di confermare le parole che aveva letto sul giornale del mattino e alla mia risposta affermativa ha detto che non ero più l'allenatore dell'Alessandria'. — Visti i rapporti esistenti tra lei e alcuni dirigenti, l'esonero non avrebbe dovuto coglierla impreparato. « Due mesi la lo stesso Paolo Sacco mi aveva chiesto quanto volevo per la prossime! stagione, lo avevo detto la cifra e lui mi aveva sottoposto il conìratto da firmare. Ma non ho accettato. Volevo prima avere un colloquio con l'ing. Sacco, che è quello che in fondo conta nella società. Quando sono andato da lui, mi sono sentito dire che bisognava vendere giocatori per rientrare di 550 milioni. Ed allora non mi sono più sentito di firmare. Comunque, i rapporti non erano certamente sereni. Siamo stati quattro mesi senza parlarci ». — Ma lei, con le sue dichiarazioni, diverse volte, a partire da Savona, quando accusò i dirigenti di « pugnalarla alla schiena » per la vendita di Musa senza la necessaria contropartita, per finire alla richiesta scritta dell'allontanamento del vice presidente Borasio, del segretario Ciceri e del responsabile del settore giovanile, non ha mai cercato di calmare le acque. - MI dispiace, ma sono latto cosi. Forse sono uno stupido, un don Chisciotte, ma non mi piacciono i compromessi, gli intrallazzi. Fui assunto da Paolo Sacco, che mi permise anche di fare la squadra come volevo per andare in B. Per questo mi sono affiancato a lui quando mi chiese di aiutarlo a mantenere il controllo della società. Così sono stato fra l'incudine e il martello per nove mesi. Quando uno diceva bianco l'altro diceva nero e così via. Ogni volta che ho voluto qualcosa l'ho ottenuto con i litigi, andando a battere i pugni sui tavoli'. — Così siete arrivati alla promozione. « Questa è l'unica soddisfazione che ho avuto. Ma ora mi hanno scaricato. Non sono un allenatore comodo, non sono uno " schiavetto " come si vorrebbe. Si facevano promesse di premipartita extra e non si mantenevano. Ho persino anticipato un milione ai giocatori perché mi vergognavo. Ora sono pronto ad andare sino in fondo e sicuro che prima di andare via da Alessandria succederà qualcos'altro. Per ora non posso dire nulla di più. Soltanto quando la squadra, che io seguirò sino al momento opportuno, sarà sicuramente in B vuoterò completamente il sacco. Sono stato minacciato fisicamente, ma non mi preoccupo ». Mentre ce ne andavamo, abbiamo incontrato il più giovane dei Sacco, Carlo, accompagnatore ufficiale della squadra. « Sono venuto a trovare il mio trainer — ha detto —. // licenziamento? Una vera pugnalata alla schiena ». Evidentemente, in famiglia non sono tutti della stessa opinione. Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Alessandria, Liguria, Mantova, Savona