Motociclismo, si volta pagina di Giorgio Viglino

Motociclismo, si volta pagina La Federazione tedesca è stata squalificata Motociclismo, si volta pagina I dirigenti internazionali hanno deliberato a Faenza sui fatti del Nuerburgring Lunghe discussioni per una "sentenza" che chiude con gli errori del passato (Dal nostro inviato speciale) Faenza, 17 maggio. Il motociclismo parlato ha la sua sede a Faenza, a venti chilometri di distanza ma a un anno luce dal clima già frenetico di Imola calata in pieno nella vigilia del Gran Premio delle Nazioni, di gran lunga la gara più importante da che esiste l'autodromo del Santerno, i vecchi soloni della Federazione internazionale sono riuniti in Romagna per riprendere il passo sugli avvenimenti che li hanno di gran lunga superati e si trovano a loro agio in questa città di perdizioni ecclesiastiche ancora recenti, maggioranza del «sì» antidivorzista, immagine vivente dell'immobilità delle figure rappresentate nelle sue celebri ceramiche. I fatti li ricorderete. Al Nurburgring i piloti decisero di non correre il Gran Premio, seconda prova del campionato mondiale, per la assoluta mancanza d: adeguate protezioni. Gli organizzatori non fecero nulla per dissuaderli, convinti di vederli partire egualmente ma si trovarono al momento del via con nessuno in pista. Raccolsero con ingaggi di due o trecento marchi ciascuno sei «pellegrini» per classe, al fine di poter fare le , corse e giustificare la truffa nei | confronti del pubblico regolarmente pagante. Constatata la partenza di tutti, dei campioni come dei più modesti «privati», alla volta di Salisburgo, i responsabili del circuito tedesco continuarono nel bluff alla domenica — le gare erano suddivise in due giornate — con il risultato di farsi sfasciare la palazzina adibita a segreteria e una decina di botteghini dal pubblico, tedesco sì ma finalmente dimentico della disciplina. Per concludere, la Federazione tedesca squalificava poi dopo una settimana tutti i propri corridori e cioè Dieter Braun, campione del mondo delle 250, Minhoff, pilota ufficiale della italiana Morbideili, e John Dodds, australiano di nascita. Nella abituale dispersione dei fatti, la riunione di Faenza era stata indetta con il proposito di ratificare le punizioni di cui sopra ed estenderle magari ad altri corridori di diversa nazionalità. Fortunatamente l'attivismo del presidente Rodil Del Valle e l'abilità tattica di Paglia, unico dirigente italiano affermatosi a livello internazionale, hanno riproposto la questione nei giusti termini: il processo al Nurburgring è, di conseguenza, alla Federazione tedesca. Si è cominciato con il visionare un filmato di un operatore italiano ed è stata la mossa giusta, poiché dopo dieci minuti di immagini più chiare di ogni accusa fatta a voce, nemmeno il rappresentante tedesco Worster è riuscito a negare le responsabilità. Per accelerare i tempi nel pomeriggio la commissione che presiede alle corse si è riunita per conto proprio ed ha proposto al « Bureau Central » una ben chiara delibera. Punizione della federazione tedesca, abolizione | , | delle squalifiche ai corridori germanici, avvertimento ai piloti tutti perché seguano una strada più « collaboratrice » coi « federali ». Il massimo organo federale, accettando questa quanto mai chia| ra relazione, si sarebbe allineato con i piloti e le Case che chiedono motociclismo organizzato, espansione di una industria importantissima a livello mondiale, e di spettacoli che si autofinanziano largamento con enormi masse di spettatori. Era la chiusura con l'incompetenza di sempre, con la superficialità e il cinismo che contraddistinguono anche la Federazione italiana. D'altro canto l'austriaco Schneider, presidente della commissione, e il suo consigliere « speciale » l'onnipresente Paglia, ponevano sull'altro piatto della bilancia la minaccia delle proprie dimissioni e probabilmente di un distacco totale tra il motociclismo in sella, quello di Imola per intenderci e questo dei vecchi senatori. Ci sono volute altre tre ore di discussioni per giungere alla decisione finale che contiene soltanto una piccola buggeratura. La Federazione tedesca è squalificata sino al termine della stagione. Il suo presidente Kurt Bosch multato pesantemente, ma i corridori tedeschi non possono essere riabilitati in tempo per la gara di Imola poiché gli uffici federali sono chiusi fino a lunedì e nessuno vuole far nulla per anticipare la soluzione del problema. Il tracotante signor Bosch, quello stesso che a Nurburgring pensava di poter fare il bello e il brutto tempo, non potrà organizzare gare internazionali per un anno e per arrivare a tanto, In fondo, si può anche accettare il sacrificio di una sola domenica di inattività per i tre corridori in questione, tanto ormai si è proprio voltato pagina. Giorgio Viglino

Persone citate: Del Valle, Dieter Braun, Imola, John Dodds, Kurt Bosch, Paglia, Schneider

Luoghi citati: Faenza, Imola, Romagna, Salisburgo