Quattro milioni di vetture nel tunnel tra i ghiacciai

Quattro milioni di vetture nel tunnel tra i ghiacciai Il traforo del Gran S. Bernardo ha IO anni Quattro milioni di vetture nel tunnel tra i ghiacciai I passeggeri, su auto private, sono stati circa dieci milioni Prevalgono gli ingressi dal lato svizzero - Una strada "europea" e e o Dopo dieci anni di apertura, il Traforo del Gran San Bernardo è stato attraversato da quasi 4 milioni di autoveicoli, di cui poco meno di 230 mila autocarri; nel 1973 si è avuta la punta record con una cifra molto vicina ai 500 mila passaggi complessivi nei due sensi: 454.738 vetture, 37.537 autocarri, 5942 autobus. Sono dati che confermano la validità economica, politica e turistica di questa grande opera che attraverso la Valle d'Aosta collega l'Italia alla Svizzera e per estensione all'Europa occidentale, formando con il Traforo del Monte Bianco e la rete di autostrade già in esercizio o in progetto al di qua e al di là delle Alpi un sistema di comunicazioni razionale e veloce, in una concezione veramente «europea». Il Traforo italo - svizzero era stato inaugurato il 19 marzo 1964; neppure dodici mesi prima era caduto l'ultimo diaframma di roccia tra la galleria iniziata da parte italiana a quota 1875, sopra Saint-Rhémy, e quella in territorio svizzero, aperta a 1918 metri in prossimità di Bourg St-Pierre. I primi cantieri erano sorti nel maggio del 1958 per iniziativa di due società, italiana e svizzera, costituitesi con la partecipazione di enti pubblici e privati. Sui giornali di quegli anni, le descrizioni del tunnel stradale scavato sotto il Mont Mort parlavano ammirate delle modernissime infrastrutture di sicurezza dell'opera: lungo i 5826 metri di galleria, larga nove metri e alta 4,50, il sistema di illuminazione a luce obliqua sul piano stradale; l'impianto di ventilazione con immissione di aria pura e aspirazione di aria viziata; gli spiazzi laterali, ogni 240 metri, per le soste ! di emergenza, collegati telefonicamente al centro di intervento; il complesso sistema di controllo e segnalazione delle condizioni di traffico e di ventilazione, eccetera. La pratica di dieci anni, i milioni di passaggi nei due sensi — che non sono di identica entità: si nota una prevalenza di ingressi dalla parte svizzera, e il divario si è accentuato negli ultimi anni — hanno confermato la giustezza dell'impostazione tecnica e di progetto del Traforo. Ma, soprattutto, la sua utilizzazione ha dato una risposta inequivocabile a quanti, in Italia come nella vicina Confederazione, avevano creduto nel valore concreto di questa impresa che, al pari di altre grandi opere antiche e moderne fatte dall'uomo per i bisogni dell'uomo, dà un senso civile alla storia dei popoli. I servigi resi dal Traforo del Gran San Bernardo e da quello del Monte Bianco che lo ha seguito di poco, se sono quantificabili statisticamente nel numero di passaggio di autoveicoli, difficilmente potranno mai rendere un'idea precisa, in termini economici, di quello che hanno significato e significano. Per restare alla galleria stradale italo-elvetica, chiediamo ancora soccorso alle cifre. Come si è accennato, i transiti di sole autovetture sono stati in dieci anni circa 3 milioni e 650 mila, che si possono presumere in prevalenza a carattere turistico durante i mesi estivi (quando in realtà il flusso veicolare sotto il tunnel è più intenso) e per ragioni di lavoro tutto l'anno (uno dei vantaggi principali del Traforo è infatti di consentire anche in inverno il passaggio delle Alpi). Si può dunque calcolare in prima approssimazione che i passeggeri su auto private siano stati finora poco meno di dieci milioni. E due milioni e mezzo quelli trasportati su autobus. Più complesso è il calcolo del movimento di merci, molto eterogenei essendo i tipi e le portate dei mezzi pesanti, che vanno dal furgoncino da 10 quintali all'autocarro pesante in servizio Tir. Ma non si dovrebbe essere lontani dal vero nel valutare in almeno 9 milioni di tonnellate il complesso delle merci che in dieci anni hanno attraversato il Traforo del Gran San Bernardo, da o per l'Italia. E con una convenienza economica, in tempi di percorrenza, in minore logorio dei mezzi meccanici, in risparmio di carburante, senza confronti con il passato. La conferma dell'economicità del Traforo viene ancora una volta dai numeri: mentre il passaggio di vetutre è aumentato, dal 1966, nella misura media del 7-8 per cento annuo, e pressoché costante è rimasto il movimento di auto, bus, quello degli autocarri è più che raddoppiato, e negli ultimi due anni ha registrato | un incremento superiore al 33 per cento. E' questo un indice preciso del significato del Traforo del Gran San Bernardo, al di là del traffico veicolare in valore assoluto, dopo un decennio di attività. I suoi vantaggi sarebbero più completi ancora (e il discorso vale anche per 11 Traforo del Monte Bianco), se venisse una buona volta risolto il problema della «strozzatura» di Aosta, tra l'uscita dell'autostrada A 5 e il capoluogo della Valle. Ferruccio Bernabò Traforo del Gran San Bernardo passaggio nei due sensi 4OO.O00- 20O.O00- 1964 '65 '66 '67 '68 '69 '70 '71 72 '73 '74 * / dati dal 1974 si riferiscono ai primi quattro masi

Persone citate: Ferruccio Bernabò, Mont Mort

Luoghi citati: Aosta, Europa, Italia, Svizzera, Valle D'aosta