Patrimonio inghiottito nello sfarzo e nel gioco

Patrimonio inghiottito nello sfarzo e nel gioco Patrimonio inghiottito nello sfarzo e nel gioco Sei anni a Rosina Moiso, che dilapidò centinaia di milioni in auto, pellicce, gioielli e al tavolo verde - E' seminferma di mente Sei anni di reclusione, la proibizione di esercitare qualsiasi attività commerciale per dieci anni e, a pena espiata, sei mesi di casa di cura: questa la sentenza della seconda sezione del tribunale per Rosina Moiso, la donna coinvolta in una bancarotta di centinaia di milioni, al centro di un vorticoso giro di assegni falsi e postdatati, di firme apocrife e cambiali fasulle. Con la stessa sentenza il tribunale (presidente Lacquaniti, giudice Palasa e Dodero, cancelliere Sacco) ha anche riconosciuto la imputata seminferma di mente, arrivando alle stesse conclusioni alle quali era già giunto il perito, professor Umberto Gallian. Per tutto il processo, del resto, la donna non ha mancato di Interrompere, sottolineare, controbattere tutti, dal pubblico ministero ai testi, dall'avvocato difensore Sforza, del foro di Roma, al presidente del tribunale, che ad un certo punto l'ha perfino minacciata di espulsione dall'aula. Proprio sulla strana personalità dell'imputata ha centrato la sua requisitoria il p.m. Moschella. « Non saprei da dove cominciare — ha esordito il rappresentante dell'accusa — perché l'Imputata è praticamente confessa di buona parte del reati che le sono stati contestati. Ma si difende accusando, anzi accusa prima ancora di difendersi. Rosina Moiso ha sempre imputato tutte le sue disavventure alla società Slet, che a suo avviso l'ha perseguitata al punto da tentare di estorcerle del denaro, di truffarla e minacciandola perfino di morte. Tutte affermazioni che si sono poi rivelate infondate, come pure è stato dimostrato per altre accuse [ che l'imputata ha fatto contro altri testi (Pozzallo, Marello e Saracco) accuse che si sono ritorte contro di lei ». Nell'udienza di ieri mattina j Rosina Moiso aveva accettato di | deporre, rispondendo alle doman- de che le volevano rivolgere i giudici. « Può dirci che fine hanno fatto tutti quel milioni? ». « Io non ho mai avuto disponibilità di danaro perché ero obbligata a rimborsare alla Siet debiti di terzi in riscontro di titoli che portavano la mia firma ». « Ma è vero che andava a giocare al casinò? ». « Qualche volta ». « Che aveva macchine di grossa cilindrata? ». « Una all'anno ». « E le pellicce, i gioielli, i cavalli? ». « Le pellicce le ho sempre avu¬ te, gioielli no e non ho mai posseduto cavalli. Frequentavo una scuola di equitazione pagando regolarmente la mia quota: tutto il resto sono fantasie ». Avendo già fatto due anni e mezzo di carcere (Rosina Moiso fu arrestata nel dicembre del '67, all'epoca dello scandalo) e usufruendo di un condono di altri due anni concessole dal tribunale, l'imputata dovrà ancora scontare in carcere un anno e mezzo. Rosina Moiso

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