Medio Oriente: l'Urss punta ora sulla Libia di Paolo Garimberti

Medio Oriente: l'Urss punta ora sulla Libia Il premier Jalloud è a Mosca Medio Oriente: l'Urss punta ora sulla Libia Dopo il riavvicinamento dell'Egitto agli Stati Uniti, l'influenza sovietica nella regione era in crisi - Di qui il tentativo di "recuperare" l'amicizia con Tripoli, compromessa in passato (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 maggio. La visita a Mosca del primo ministro libico Jalloud, arrivato stasera poco dopo le sei, sembra essere il preludio diplomatico ad una svolta nei rapporti tra l'Urss e la Libia, e ad un processo di rinnovamento della strategia sovietica in Medio Oriente. Il primo ministro di Tripoli è stato salutato molto calorosamente stamane dai giornali, che ne hanno pubblicato in prima pagina una biografia corredata da fotografia, e accolto con grande cordialità stasera da Kossighin e Gromyko all'aeroporto di Vnukovo. Sono ormai due anni che nessun dirigente libico viene invitato a Mosca. L'ultimo fu 10 stesso Jalloud, nel marzo 1972, ma i già modesti risultati dei suoi colloqui furono immediatamente annullati da una furibonda polemica giornalistica, che coinvolse negli stessi giorni la Pravda e El Jundi. Al giornale libico, che accusava l'Unione Sovietica di «tenere il mondo arabo in una condizione di permanente dipendenza», l'organo del pcus rispose che simili affermazioni «superavano ogni limite» e che certi articoli dimostravano chiaramente come «lo sviluppo dei rapporti sovieto-lìbici non piace a troppa gente» a Tripoli. Dopo quell'incidente, la polemica tra Mosca e Tripoli ha avuto alti e bassi, senza mai spegnersi completamente. Il colonnello Gheddafi è stato l'unico capo arabo che ha attaccato apertamente l'Unione Sovietica. «JVot siamo le vittime della demagogia sovietica — disse a Le Monde il 23 ottobre 1973 —; gli arabi, come gli ebrei, sono le vittime della rivalità tra Mosca e Washington». Ma Gheddafi è anche l'unico capo arabo che la stampa sovietica ha criticato in modo diretto e pesante. «Il colonnello — gli rispose l'agenzia ufficiale Tass, lo stesso giorno — che se ne sta al sicuro e non partecipa alla lotta dei Paesi arabi, non è certo 11 più indicato a giudicare il ruolo che l'Unione Sovietica ha giuocato e continua a giuocare per mettere insieme tutte le condizioni necessarie al trionfo della giustizia in Medio Oriente». E' sintomatico che la ripresa dei contatti ufficiali tra Mosca e Tripoli avvenga, pare sollecitata dai sovietici, appena un mese dopo l'ancora misteriosa vicenda che ha portato a una riduzione del ruolo di Gheddafi nella leadership libica. Pur ricordando gli antichi «errori» della Libia, il settimanale Novoe Vremja ha espresso la convinzione che essi non si ripeteranno ora che l'influenza del colonnello sembra ridotta. «Alcune iniziative in politica estera — ha scritto il giornale — in parte dettate dal comprensibile desiderio di veder realizzata l'unità araba, sono apparse precipitate e insufficientemente meditate, ciò che ha sminuito il prestigio della Repubblica. L'importanza esagerata attribuita ai dogmi islamici suscita una certa sfiducia tra gli arabi. Infine, è giocoforza constatare che la posizione anti-imperialistica della Libia, progressista nel complesso, è indebolita dalle dichiarazioni anticomuniste, che hanno fatto talvolta certi dirigenti e organi di stampa libici... Dopo aprile c'è stata una nuova ripartizione delle responsabilità nel governo e Gheddafi e stato liberato delle funzioni politiche e amministrative di Capo dello Stato. Ed ora, la direzione libica si occupa maggiormente di regolare i problemi economici». Ma, probabilmente, la nuova posizione di Gheddafi non è l'unico motivo che ha indotto il Cremlino a tentare un riawicinamento con la Libia. Dietro questa decisione vi sono più ampie considerazioni strategiche, legate soprattutto all'evoluzione dei rapporti so. vieto-egiziani. Dopo il riavvicinamento dell'Egitto agli Stati Uniti — che ha avuto risvolti spettacolari proprio in queste settimane, in occasione degli incontri tra Sadat e Kissinger — il bilancio dei rapporti tra Mosca e il mondo arabo pende nettamente dalla parte del deficit. Negli ultimi tre anni, l'Unione Sovietica ha collezionato soprattutto insuccessi: oltre che con la stessa Libia, con il Sudan (dopo il fallito colpo di Stato contro Numeiri), con l'Egitto (dalla cacciata dei consiglieri sovietici alle ultime polemiche dichiarazioni di Sadat), perfino con la Siria (che sembra tollerare come una necessità l'amicizia con Mosca). Ma è stata soprattutto la crisi con il Cairo ad assestare il colpo più duro alla politica mediorientale del Cremlino. Ora l'Urss tenta di guadagnare altrove i punti perduti in Egitto, che era il pilastro sul quale si reggeva l'influenza sovietica in Medio Oriente. Il «recupero» della Libia sembra essere attualmente l'obiettivo più importante per Mosca. In gennaio, secondo fonti arabe di qui, l'Urss ha accordato alla Libia importanti aiuti militari (difesa contraerea). Lo scopo della visita di Jalloud, che è arrivato a Mosca con una delegazio¬ ne di ben 35 persone e che resterà nell'Urss fino a venerdì, è, secondo le stesse fonti, di ottenere nuove forniture belliche, ma anche di gettare le basi per una serie di progetti economici comuni, che potrebbero consentire all'Unione Sovietica di mettere le mani sul petrolio libico in cambio di forniture di equipaggiamenti e di tecnologie. Paolo Garimberti