Il mensile "Europa" strumento di lavoro

Il mensile "Europa" strumento di lavoro Pubblicato da Times, Monde, Welt, Stampa Il mensile "Europa" strumento di lavoro Positivi risultati d'una esperienza di lavoro in comune: il periodico economico raggiunge il 72% degli operatori politici, sociali, finanziari e industriali del Continente Il mensile Europa, supplemento economico e finanziario pubblicato congiuntamente da Le Monde, The Times, Die Welt e La Stampa, ha superato brillantemente il periodo di rodaggio. Finora sono usciti otto numeri (la pubblicazione è cominciata il 2 ottobre dell'anno scorso) ed il successo della formula è stato superiore alle attese. Nato da una esperienza biennale di inserti monografici con cadenza non fissa, Europa è partito contando su un'esperienza ormai consolidata. Quattro équipes molto affiatate si riuniscono ogni mese per dar vita al « giornale comune », esperienza unica in Europa e nel mondo di collaborazione tra quotidiani. Europa si rivolge ad un pubblico che appartiene al blocco numericamente più consistente tra quelli del mondo industrializzato. La Comunità europea « a nove » conta infatti oltre 255 milioni di abitanti, contro 209 degli Stati Uniti, 245 dell'Unione Sovietica e 107 del Giappone. Quanto a reddito nazionale, calcolato in milione di dollari, l'area Cee viene al secondo posto, con circa 745 (contro 1050 degli Stati Uniti, 410 dell'Urss e 330 del Giappone). Nel commercio con le aree economiche esterne, la Cee risulta nettamente al comando, con uno scambio globale (totale di esportazioni e importazioni) pari a oltre 130 miliardi di dollari, contro 90 degli Usa, 45 del Giappone e 25 dell'Unione Sovietica. Questi dati sommari, sufficienti a dare alcuni ordini di grandezza, dimostrano quale sia stata l'idea alla base del supplemento europeo mensile dei quattro giornali: fornire ad un'area economicamente di punta un mezzo di informazione che è anche uno strumento di lavoro per operatori, studiosi e manager s\ la sua utilità consiste nel presentare periodicamente una panoramica del momento economico mondiale, difficilmente reperibile, così sintetizzata negli elementi essenziali, in altre pubblicazioni non specializzate. Il successo della formula è confermato anche dalle personalità che, fino ad oggi, hanno concesso interviste, dando così un altro elemento di arricchimento al quadro generale: per citarne alcuni, il ministro delle Finanze francese (ora candidato alla presidenza della Repubblica) Valéry Giscard d'Estaing, quello tedesco (futuro Cancelliere), Helmut Schmidt, il governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, il presidente della Cee Francois Ortoli, il presidente del Senegal, Léopold Senghor (uno dei più importanti protagonisti della nuova Africa), il premier della Romania, Nicolae Ceausescu. Europa è stampato in sette città: Londra (The Times); Parigi (Le Monde); Amburgo, Essen e Berlino (Die Welt); Torino e Roma (La Stampa). In ogni Paese, il mensile esce nella lingua locale, il che aggrava — per gli inevitabili tempi di traduzione — il lavoro di aggiornamento fino alle ultime ore, per fornire le notizie il più possibile « fresche » sugli ultimi dati congiunturali; tale lavoro però costituisce anche una preziosa esperienza di mutuo scambio tra le équipes dei quattro giornali, in quotidiano contatto, un'esperienza che accresce ogni giorno la capacità di lavorare in comune per lo stesso « prodotto ». Un rapido calcolo sui Paesi Cee porta alla conclusione che soltanto il 9 per cento della popolazione della Comunità non parla l'inglese, il francese, il tedesco o l'italiano come « prima lingua », ma è altrettanto vero che si tratta d'un 9 per cento che ha facile accesso, in una almeno delle prime tre lingue, alla lettura del mensile. Tenendo conto di questi elementi e delle tirature dei quattro giornali, si calcola che la vendita di Europa raggiunga 1 milione e trecentomila copie, con un numero di lettori pari a 5 milioni e 600 mila unità. In questa cifra non si tiene conto anche di un certo numero di lettori, destinato ad aumentare, che fanno capo a periodici fuori dell'area comunitaria con i quali esistono particolari accordi per la pubblicazione di parti degli inserti, o integrale, come Informaciones di Madrid od Espres so di Lisbona. Più interessanti ancora, date le caratteristiche del mensile, sono i dati di un'inchiesta condotta dagli esperti del Times sui segmenti qualificati di popolazione per l'informazione economica. Europa raggiunge con le sue informazioni il 45 per cento degli uomini d'affari europei, compresi i Paesi extra-comunitari come Svizzera, Svezia, Norvegia (oltre a Portogallo e Spagna). Sempre per quanto riguarda gli uomini d'affari, risulta che leggono Europa: in Gran Bretagna il 40 per cento, in Francia il 63. in Germania il 54, in Italia di 36; seguono gli altri Paesi europei: Belgio (46 per cento); Olanda (32); Danimarca (22); Norvegia (19); Svezia (15); Austria (36). Un'altra parte dell'inchiesta del Times riguarda tutti coloro che in qualche modo sono « operatori » politici, sociali, finanziari, industriali; qui la percentuale è molto più alta. Di questa numerosa categoria di lettori, particolarmente qualificata, il mensile Europa raggiunge il 72 per cento. Se poi si considera Paese per Paese i risul¬ tati sono i seguenti: Gran Bretagna 84 per cento, Francia 91, Germania 72, Italia 82; tra gli altri Paesi, Benelux (52); Scandinavia (32), Spagna e Portogallo (75); Svizzera e Austria (56). Sulla base di questi risultati dell'indagine, Europa rappresenta anche un interessante veicolo per pubblicità qualificata, a livello internazionale. In questo campo lo scambio tra i quattro quotidiani editori del supplemento mensile è altrettanto attivo. Europa è per ora un mensi| le, la cui ambizione è quella di informare i suoi lettori con lo « stile » del quotidiano, lasciando cioè il minor margine possibile alle carenze di I aggiornamento, il limite più evidente di tutte le pubblicazioni che, avendo una cadenza d'uscita non giornaliera, vengono programmate in anticipo. Come si è sottolineato si tratta d'un problema tanto più difficile in quanto c'è l'ostacolo delle traduzioni, un « tempo morto » che normalmente non hanno altri periodici. In un momento di gravi difficoltà, se non di crisi, delle strutture comunitarie, il compito dell'informazione assume un'importanza particolare. Per quanto poi riguarda l'Italia, il Paese forse più soggetto alle difficoltà, informare dei propri problemi l'opinione pubblica di altri Paesi diventa una necessità primaria. Gianfranco Romanello

Persone citate: Francois Ortoli, Gianfranco Romanello, Giscard D'estaing, Guido Carli, Helmut Schmidt, Nicolae Ceausescu, Senghor