Processi in Cile ai democratici di Livio Zanotti

Processi in Cile ai democratici Processi in Cile ai democratici I confinati nell'isola di Dawson trasferiti a Santiago: li attende la corte marziale Con i grandi processi politici che cominciano in questi giorni a Santiago, il regime militare cileno sorto dal colpo dì Stato del settembre passato intende chiudere i conti con il governo di Unidad Popular e passare ad una fase successiva, che dalla precedente dovrebbe trarre formale legittimità. Perciò la giunta ha voluto attendere oltre sei mesi prima di avviarli ed ora pretende di fare in fretta. Soprattutto per quelli che vedono tra gli imputati numerosi ex ministri di Salvador Attende e noti dirigenti dei partiti della sinistra ormai disciolta, il clamore potrebbe essere forte in Cile e fuori. Assieme all'ex ministro degli esteri Clodomiro Almeyda, socialista e amico personale di Attende, sono adesso a Santiago tutti i confinati dell'isola di Dawson. L'ex presidente del partito radicale, Carlos Morales, il segretario comunista Luis Corvalan, il «leader» della «sinistra cristiana» Fedro Felipe Ramirez, l'ex sindaco di Santiago, Julio Stuardo, Edgardo Enriquez, ex ministro dell'Educazione, sono giunti ieri l'altro nella capitale insieme ai compagni di reclusione a bordo di un aereo militare e immediatamente trasferiti in due località alla periferia della città, vigilati da uno speciale contingente militare integrato da soldati delle tre armi. Un funzionario della giunta ha dichiarato che i detenuti godono ottima salute. Le istruttorie sommarie giunte sui banchi delle corti marziali riguardano oltre seimila persone. Molte di esse sono morte, di stenti, di malattia, uccise dalle guardie di custodia in circostanze mai chiarite, suicide come l'ex vicepresidente della Repubblica e ministro degli Esteri Jose Toha, sconvolto dagli interrogatori estenuanti, dalle privazioni e dalle violenze di ogni genere cui era stato sottoposto durante la detenzione. Coloro che restano vanno incontro a giudizi definiti dagli avvocati difensori «privi delle garanzie minime previste dal diritto internazionale e dallo statuto dei diritti umani». Interrogato circa la possibilità di consentire la presenza di osservatori internazionali ai prossimi processi, il comandante dell'aviazione e membro della giunta, gen. Leigh Guzman, ha risposto: « Può darsi». In realtà le richieste in questo senso avanzate finora attraverso diversi canali sono state regolarmente ignorate o direttamente respinte. E' stato possibile sapere che quasi tutti i maggiori imputati sono accusati di «attività contrarie agli interessi del Paese» e su tale base definiti in molti casi «responsabili di alto tradimento». / rispettivi avvocati hanno potuto però prendere visione degli atti di accusa soltanto in questi ultimi giorni. «Ciò significa che i nostri assistiti vanno incontro ad una possibile condanna a morte senza la possibilità di difendersi», ha dichiarato uno di essi, l'avvocato Hum^erto Lara. Il presidente del «Co~ritato internazionale per Ij aranzie processuali ai prigionieri politici cileni», il giurista nordamericano Joseph Murray, ha dichiarato: «La giustizia militare cilena sta limitando i diritti della difesa fino ad impedire agli avvocati difensori di esporre le proprie tesi in dibattimento». Nella pratica, i consigli di guerra agiscono sidla base di sentenze istruttorie che i tempi a disposizione — due udienze per un massimo di 48 ore — non consentono, anche se ve ne fosse la volontà, di vagliare. La sentenza è poi inappellabile, lasciando al comandante in capo dell'arma cui appartengono i giudici la possibilità di convertirla in una pena minore oppure concedere la grazia. Livio Zanotti

Luoghi citati: Cile, Salvador, Santiago