Il pudore di Stato di Paolo Garimberti

Il pudore di Stato NASCE LA "POSTA DEL CUORE,, IN URSS Il pudore di Stato Nelle lettere dei giovani ai giornali, inquietudini ed ironie d'una società in movimento (Dal nostro corrispondente) Mosca, maggio. « Ho ventisette anni e sono ancora vergine. Tutti mi dicono che dovrei trovarmi una amica, ma, purtroppo, non ci so fare con le ragazze: non so mai che dire. Una volta, un amico mi ha presentato sua sorella. Sono rimasto muto tutta la sera, non sapevo di che parlare. Il mio amico s'è offeso e ora non ho più il coraggio d'andarlo a trovare. La mamma mi ha detto: cerca da te stesso. Ma come? Nelle sale da ballo ci sono sempre ragazze di diciassette anni e io sono troppo vecchio per loro. Quelle della mia età sono tutte sposate. Forse il mio destino è la solitudine ». Questa — firmata con le sole iniziali da un ingegnere di un centro industriale della provincia di Mosca — è una delle prime lettere pubblicate dalla Komsomolskaja Pravda (il giornale della Lega della gioventù comunista, una tiratura di oltre otto milioni di copie al giorno) nella nuova rubrica « Lei e lui », una sorta di posta del cuore. Prima d'istituirla, qualche settimana fa, il giornale aveva svolto un sondaggio d'opinione tra i lettori, ricevendo centinaia di migliaia di lettere d'adesione e d'incoraggiamento. Aprendo la rubrica, senza precedenti nella stampa sovietica, la Komsomolskaja Pravda ha scoperchiato la pentola ribollente dei tabù amorosi e sessuali della gioventù sovietica, sprigionando gli umori di una problematica finora compressa da un rigido puritanesimo di Stato che contraddice gli stessi costumi della società. I giovani praticano l'amore libero con un'intensità e una spregiudicatezza forse maggiori che nelle più permissive società occidentali, ma lo Stato nega all'industria farmaceutica l'autorizzazione a produrre la pillola perché « dannosa alla salute fisica e morale ». L'aborto è legale, quasi gratuito nelle cliniche statali, ma ogni interruzione di maternità viene segnata sul libretto di lavoro della donna allo stesso modo che un reato sulla fedina penale. Morale e legge Tra il comportamento della popolazione, soprattutto giovanile, da un lato, le leggi morali e le norme giuridiche della società, dall'altro, esiste oggi un netto divario, aggravato da altri problemi (ad esempio, la mancanza d'alloggi e la ristrettezza degli appartamenti). Per evitare il marchio sul libretto di lavoro, molte donne ricorrono all'aborto privato, eseguito in condizioni di fortuna, senza alcuna garanzia igienico-sanitaria. Così, il medico è obbligato a registrare sul libretto di lavoro del paziente i casi di malattie veneree: molti, per evitare l'« onta », non si curano e, sempre secondo statistiche di fortuna, l'Unione Sovietica è tra i Paesi industrializzati quello con il più alto tasso di malattie veneree. La « pruderie » ufficiale — scrisse otto mesi fa una coraggiosa giornalista della Komsomolskaja Pravda, spezzando una lancia in favore dell'educazione sessuale — è fonte di « un oceano di drammi e di un mare dì lacrime ». « A pagare il salato conto dell''ineducazione sessuale — osservò allora il giornale — è sempre la donna, con aborti in serie e quel che segue. Il risultato è che si creano, sin dalla prima maturità sessuale, ragazze frigide e ragazzi cinici ». Qualche imbarazzo In realtà, tra la nuova rubrica della Komsomolskaja Pravda e la posta del cuore dei giornali occidentali, soprattutto di certi settimanali femminili, c'è ancora una grande differenza di qualità e di linguaggio, che riflette l'imbarazzo dei lettori sovit tioi a parlare pubblicamente o esplicitamente dei loro problemi intimi o, comunque, una certa autocensura da parte della redazione del giornale, che, pur essendo il più spregiudicato dell'Unione Sovietica, non può permettersi d'infrangere di colpo decennali tabù. « Noi non intendiamo creare una rubrica libertina, né affettata, bensì ricca di un serio contenuto sociale », ha scritto la Komsomolskaja Pravda in una breve nota introduttiva. Dietro la decisione d'istituire una rubrica « sui temi eterni dell'amore e del rapporto tra uomo e donna » sembra nascondersi, più che il desiderio d'aprire un dialogo franco e spregiudicato con i lettori sui loro problemi amorosi e sessuali, la preoccupazione delle autorità per la crescente indifferenza dei giovani verso i tradizionali valori della morale familiare socialista (la famiglia intesa come indissolubile nucleo riproduttivo, secondo le esigenze economico-demografìche dello Stato, e come cellula primaria d'educazione ideologica), e quindi un tentativo d'incanalare le incertezze e gli slanci giovanili. Le statistiche indicano un costante aumento dei divorzi tra le coppie al di sotto dei trent'anni (più del cinquanta per cento dei matrimoni falliscono dopo pochi anni) e, secondo la Literaturnaja Gazeta, « le cause principali dello scioglimento dei matrimoni, soprattutto tra i giovani, vanno ricercate nella mancanza di cognizioni scientifiche circa gli aspetti morali, estetici, sociali, psicofisici e pratici del matrimonio ». I giovani tendono ad avere una visione sempre più edonistica della vita e quindi anche del matrimonio, e ciò indigna i sociologi conservatori, piuttosto che indurli a cercare spiegazioni e rimedi. « L'urbanizzazione indebolisce il sistema dì controllo sociale — ha scritto il professor Charcev —. Nelle grandi città ci si sottrae sempre più facilmente all'attenzione dei vicini, degli amici, del pubblico. L'uomo inurbato acquista una dimensione anonima, soprattutto offre possibilità assai vaste per manifestazioni di conformismo borghese e, in un certo senso, cresce l'immoralità ». A questa analisi, pubblicata da un giornale, i giovani hanno reagito con il disprezzo, misto a commiserazione, che oramai universalmente dimostrano per gli anziani. « Il fatto è — ha risposto uno studente — che in politica possiamo anche dissentire dai nostri coetanei occidentali, ma nel campo delle re¬ lazioni intime vi sono cose in comune e non ci vuole molto a capirlo ». I giovani sovietici hanno invero qualche problema in più rispetto ai loro coetanei occidentali per coltivare un rapporto amoroso « informale ». La so cietà occidentale, consumistica e permissiva, offre numerose possibilità, mentre i giovani sovietici — stretti tra severe norme alberghiere, l'ancora scarsa diffusione dell'automobile privata e le rigide regole sull'assegnazione degli alloggi e la residenza — hanno ben poche occasioni d'intimità se non legalizzano il loro vincolo. E' vero che la fertile fantasia dei russi — non sono secondi ad alcuno nell'arte dell'arrangiarsi — ha escogitato ingegnosi sistemi. Uno dei più diffusi tra la gioventù moscovita è la cuccetta in vagone letto. Approfittando anche degli sconti che le ferrovie praticano agli studenti, molti si recano un paio di volte al mese a Leningrado con l'espresso della notte, tornando la sera successiva con lo stesso treno. E' una buona occasione per una gita romantica e, al tempo stesso, per fruire di due notti d'intimità. Nozze e divorzi Ma questi ripieghi finiscono per stancare e, allora., il matrimonio diventa l'unica soluzione per ottenere il diritto alla privacy altrimenti negato. Perciò molte coppie si sposano dopo una brevissima frequentazione. In qualunque ufficio di stato civile ci si sposa entro cinque minuti, senza necessità di testimoni, al prezzo di 50 kopechi (poco più di 400 lire). Al «Dvorec Brakosocetanija» — il palazzo dei matrimoni, aperto nel 1961 in un palazzo liberty, con facciata verdina e tortiglioni bianchi alle finestre, al numero 10 della via intitolata a Griboedov — la cerimonia dura quindici minuti e costa tra i venti e i trenta rubli, a seconda del numero degli invitati, . marcia nuziale di Mendelssohn e bottiglie di spuman! te comprese. Il divorzio riI chiede circa un mese di temi po, soltanto perché il giudice j è obbligato dalla legge a fare | un tentativo di conciliazione ■ e quindi occorrono due udien| ze con un intervallo per « la meditazione »; ma costa non più di dieci rubli, 8400 lire, per diritti di cancelleria. La prima conseguenza di questo approccio utilitaristico al matrimonio è che le giovani coppie tendono a limitare al massimo il numero dei figli e, possibilmente, a non I averne affatto. Se la famiglia I media sovietica era compoi sta negli Anni Sessanta da quattro persone (i genitori e \ due figli), oggi tende a ridurI si a tre. La tassa sul celibato — che colpisce i cittadini di entrambi i sessi, non coniugati, oltre una certa età e le coppie senza figli dopo il primo anno di matrimonio — s'è rivelata una forma di coercizione psicologica insufficiente. Il basso tasso di natalità è una minaccia per l'economia del Paese: l'Unione Sovietica ha oggi 250 milioni d'abitanti, contro i 285-290 pianificati, e manca la manodopera. Perciò lo Stato tenta con tutti i mezzi d'indurre i sovietici a fare più figli e di ricreare una morale di tipo patriarcale. Ma quando la Komsomolskaja Pravda proclamò «donna dell'anno» una I insegnante universitaria, ma' dre di dieci figli, fu sommer! sa da lettere di donne, in pari te indignate e in parte ironi che, tutte fermamente decise a non seguire l'esempio di quell'« eroina ». Paolo Garimberti

Persone citate: Charcev, Mendelssohn

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Unione Sovietica, Urss