Federmeccanica: sono troppo gravosi i contratti integrativi

Federmeccanica: sono troppo gravosi i contratti integrativi La situazione illustrata dal direttore Valle Federmeccanica: sono troppo gravosi i contratti integrativi (Nostro servizio particolare) Roma, 10 maggio. (gr./.) Il direttore generale della Federmeccanica, Valle, annunciando in un incontro con i giornalisti la conclusione del suo mandato per poter passare ad altro incarico di responsabilità, ha sottolineato i punti essenziali dell'azione svolta in due anni dall'organizzazione in difesa delle ottomila aziende metalmeccaniche private. Valle ha ricordato l'impegno per il contratto nazionale di oltre un milione di lavoratori, ma ha affermato che la Federmeccanica dovrà riesaminare, quanto prima, la validità della contrattazione a quel livello e, subito dopo, affrontare i contratti integrativi. Gli «integrativi», infatti, rimettono in discussione tutto ciò che è stato concordato sul piano nazionale: è legittimo quindi, domandarsi che senso può avere impegnarsi in una trattativa e nella stesura di una intesa che, poi, in brevissimo tempo, deve considerarsi superata. «Il problema — ha detto il dirigente della Federmeccanica — è quanto mai pressante, perché il 91 per cento delle aziende metalmeccaniche private è rappresentato da piccole aziende, con meno di 200 dipendenti, che non possono sopportare l'onere di una conflittualità permanente derivante dal susseguirsi di due tipi di contrattazioni: quello nazionale e quello integrativo». Valle ha rilevato i motivi di dissenso con i sindacati. «I sindacati — ha osservato — chiedono un contratto moderno, ma non permettono un pieno sfruttamento degli impianti e lo spostamento dei lavoratori dove sono più necessari. Nello stesso tempo imputano all'azienda responsabilità che sono proprie del potere politico, tassando l'impresa per le carenze dello Stato». Né va sottovalutata la contraddittorietà tra la decisione di «prosciugare» tremila miliardi di moneta circolante per ridurre gli effetti inflazionistici e la richiesta dei sindacati per l'unificazione del punto di scala mobile che comporterebbe una maggiore liquidità di circa duemila miliardi di lire. La stretta creditizia comincia a pesare sull'industria me¬ talmeccanica, le misure sulle importazioni (quest'anno, il settore metalmeccanico ha esportato il 65 per cento del prodotto) creeranno grosse difficoltà. Si prepara un'agitazione dei ferrovieri. Le « decisioni operative» saranno prese dai sindacati in una riunione fissata per il 21 febbraio, in seguito al risultato complessivamente negativo dell'incontro avuto ieri sera con il ministro dei Trasporti, Preti, in merito ad alcune richieste prioritarie della categoria. Dopo una serie di astensioni articolate si arriverà ad uno sciopero nazionale, con il blocco degli oltre seimila treni circolanti in ventiquattro ore. Il problema dell'aggancio delle pensioni alla dinamica salariale è stato impostato oggi ufficialmente in un collo quio tra il ministro del Lavoro, Bertoldi, e le federazioni dei pensionati aderenti alla Cgil-Cisl-Uil. Si è anche di. scusso dell'esigenza di semplificare gli strumenti legislativi per l'adeguamento degli assegni alle variazioni del costo della vita e la loro rapida liquidazione.

Persone citate: Bertoldi, Preti

Luoghi citati: Roma