Giovani armati irrompono in oreficeria e fanno raggia di gioielli per 30 milioni
Giovani armati irrompono in oreficeria e fanno raggia di gioielli per 30 milioni In via Po e in corso Traiano altri gravi episodi di delinquenza Giovani armati irrompono in oreficeria e fanno raggia di gioielli per 30 milioni Sotto la minaccia delle armi la proprietaria, la segretaria, due commessi - Le vittime affermano: "Mezz'ora prima, come cliente, uno dei banditi aveva comprato una catenina d'argento" - Al mattino, rapina a un industriale: 9 milioni Due giovani banditi armati di pistola, hanno fatto irruzione ieri pomeriggio nell'oreficeria di Licinia Ferrari, in via Po 20. Tenendo i presenti sotto la minaccia delle armi, hanno razziato dalle vetrine diamanti ed altri gioielli per circa 30 milioni e sono scappati. E' accaduto verso le 17, un'ora in cui la centralissima arteria è di solito molto frequentata. Nel negozio, al momento dell'aggressione c'erano oltre la titolare, che ha 60 anni e abita ai piani superiori nella stessa casa, la segretaria Elena Pelliccia, 56 anni, i commessi Ferdinando Cattacan, di 21 anni e Agata Bono di 17, via Verdi 10. La rapina secondo il racconto delle vittime si è svolta in due tempi. « Dapprima — dicono — è entrato un giovane alto con grossi occhiali da sole ». Con fare insospettabile il "cliente" ha chiesto di vedere una catenina « per un regalo ad una bimba ». Ne ha scelta una d'argento, l'ha pagata 16 mila lire ed è uscito. Proseguono: « Era quasi certamente lui, il "cliente" che è ritornato poco dopo, spalleggiato da un complice. Entrambi impugnavano una grossa pistola ». I rapinatori hanno intimato a tutti di non muoversi « altrimenti vi ammazziamo ». Hanno mandato a pezzi la vetrina di una bacheca, in cui, dietro una tenda erano riposti alcuni preziosi, hanno arraffato brillanti e gioielli di valore e sono usciti velocemente. Appena a conoscenza dell'episodio, il Sindacato Orafi di Torino ha inviato un telegramma al Questore sollecitando un incontro. « Siamo vivamente preoccupati — dice il vice presidente Della Valle — per una criminalità che sembra divenuta ormai incontrollabile ». armato di pistola ha rapinato uno dei titolari della ditta Ages, un'industria grafica di corso Traiano 126. Il denaro, circa 9 milioni, appena ritirato dal Banco di Roma di piazza Galimberti, doveva servire per pagare i dipendenti della ditta di cui sono proprietari 1 fratelli Vittorio, Felice e Giuseppe Pasquario. Il fatto è avvenuto verso le ★ Un giovane mascherato e | 9,30 di ieri, vittima dell'aggressione Vittorio Pasquario, 40 anni, che pochi istanti prima aveva posteggiato la « 500 » in strada. I banditi lo hanno atteso su un'Alfa 1750 in sosta davanti alla porta carraia della fabbrica. Uno è sceso, il complice è rimasto al volante. Racconta il rapinato: « Ero sulle scale. Ho visto un'ombra alle spalle, credevo fosse un impiegato. Invece era un uomo con la faccia coperta da una calza da donna, che impugnava una grossa pistola. Mi ha detto: "Dammi i soldi o ti ammazzo". Era deciso». Sotto la minaccia dell'arma splanata l'industriale si è visto strappare la borsa con il denaro. Rapidamente il bandito è ritornato sui suoi passi ed è balzato sull'auto togliendosi subito la maschera. Lo ha visto il custode dello stabilimento, Giovanni Montrocchio, 45 anni, che mentre scendeva dal primo piano dove ci sono i laboratori, ha assistito alle ultime fasi della rapina. « Era giovane, 20-25 anni, — dice — e l'ho visto di profilo. L'auto è partita di scatto imboccando via Basse del Lingotto dirigendosi in via Onorato Vigliani ». L'orefice Licinia Ferrari - I commessi Agata Ferdinando Cattacan - L'industriale Vittorio Pasquario
Persone citate: Agata Bono, Agata Ferdinando Cattacan, Della Valle, Elena Pelliccia, Giovanni Montrocchio, Giuseppe Pasquario
Luoghi citati: Torino
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