Helmut Schmidt è in difficoltà per la formazione del governo di Tito Sansa
Helmut Schmidt è in difficoltà per la formazione del governo Helmut Schmidt è in difficoltà per la formazione del governo Malumori fra i socialdemocratici per la prevista nomina a vicecancelliere di Genscher, il ministro liberale degli Interni di cui si additano le responsabilità nel caso della spia Guillaume (Dal nostro corrispondente) Bonn, 9 maggio. Una parte dei giornali e settimanali tedeschi si sono scagliati su Willy Brandt, ora che non è più Cancelliere, rivelando particolari veri o di fantasia sulla sua vita privata. Quick rivela che una ex giornalista sarebbe stata tacitata con circa 75 milioni di lire dall'ex capo della Cancelleria e ora ministro delle Poste Horst Ehmke, affinché non rivelasse una sua reiasione con Brandt, la Bild Zeitung racconta una recente avventura del Cancelliere con un'altra giornalista, una giovane svedse; corre voce che alcuni settimanali intendano pubblicare fotografie compromettenti. La campagna di diffamazione, che mira a screditare presso l'elettorato borghese e puritano non soltanto l'ex Cancelliere ma anche il partito socialdemocratico, ha raggiunto dimensioni tali che il presidente della Repubblica Gustav Heinemann è intervenuto oggi personalmente per richiamare i giornalisti a rispettare «pulizia e decenza», a «non irrompere nella sfera privata di chicchessia» e per invitare i lettori a «non lasciarsi confondere da notizie sensazionali che non giovano a nessuno». Anche il capo del partito democristiano di opposizione, Kohl, si è sentito in dovere di distanziarsi dal lavaggio dei panni sporchi organizzato da gruppi giornalistici che lo appoggiano, e a rispettare la persona di Willy Brandt. Mentre alla «borsa delle voci» di Bonn continuano a diffondersi notizie sempre più piccanti (che riguardano anche altri ministri) il Cancelliere designato Helmut Schmidt sta incontrando le prime serie difficoltà per la formazione del governo. All'interno del suo partito, il socialdemocratico, un'ondata di malumore si è levata nei confronti degli alleati della coalizione, i liberali. Si fa osservare che i socialdemocratici hanno pagato con due uomini (il cancelliere Brandt e il ministro Ehmke) le negligenze commesse alla Cancelleria in connessione con l'assunzione della spia Guenter Guillaume, mentre l'uomo che viene considerato il vero colpevole, il ministro liberale degli Interni Hans Dietrich Genscher, capo dei servizi di controspionaggio, non soltanto non si è dimesso, ma addirittura diventerà vicecancelliere e ministro degli Esteri, la settimana prossima, quando Walter Scheel verrà eletto presidente della Repubblica. Il malumore è tale che alcuni deputati socialdemocratici avrebbero manifestato l'intenzione di non votare per Scheel presidente della Repubblica, affinché egli rimanga vicecancelliere, impedendo l'ascesa di Genscher. Anche all'interno del partito liberale le simpatie per Genscher sono in diminuzione; corre voce che alcuni deputati avrebbero fatto pressione presso Scheel affinché rinunci alla presidenza della Repubblica e rimanga alla guida del partito e al ministero degli Esteri. Parziale conferma a queste voci è venuta dalla decisione del gruppo parlamentare liberale di rinviare fino a martedì prossimo (cioè 24 ore prima della elezione del capo dello Stato) la designazione ufficiale di Walter Scheel come candidato della coalizione. Benché il rinvio venga giustificato con «difficoltà tecniche», diversi osservatori hanno l'impressione che Scheel, popolare non soltanto fra i liberali ma anche fra i socialdemocratici, venga tenuto di riserva come eventuale «moneta di scambio» se il Cancelliere designato Helmut Schmidt dovesse incontrare difficoltà insormontabili per la formazione del governo. Scheel sarebbe garanzia di continuazione dell'alleanza tra socialdemocratici e liberali, mentre Genscher è un'incognita. Pochi sono disposti a mettere le mani nel fuoco per lui e a escludere categoricamente che egli non possa organizzare un cambiamento di fronte e cercare l'alleanza con la democrazia cristiana. Tito Sansa
Luoghi citati: Bonn
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