Matthew, promessa del rugby lascia il whisky per la grappa

Matthew, promessa del rugby lascia il whisky per la grappa Un curioso "trasferimento,, dall'Inghilterra al Piemonte Matthew, promessa del rugby lascia il whisky per la grappa Suo padre lo ha mandato a Canale per "studiare" la produzione vinicola - Giocherà con il Torino Bacigalupo in B Stanco del profumo di whisky della distilleria paterna, Jonathan Matthew è venuto nelle Langhe ad assaporare quelli della grappa, del dolcetto e del barbera. Si è trovato bene (lui aggiunge subito: «grappa very good, con belle signorine e tartufi-), ma la felicità l'ha raggiunta da pochi giorni, da mercoledì scorso quando ha potuto tornare su un campo di rugby. Jonathan ha diciotto anni — volto d'angelo su un fisico possente, capelli ondulati e lunghi alla nazzarena —, ed è capitano della selezione Inglese di pallaovale: ha giocato il primo maggio nell'amichevole che il Torino Bacigalupo ha perso al Motovelodromo contro l'Albertville, una delle tante squadre di duri della provincia francese, dove il rugby ha più seguaci del football. Ha convinto per la semplicità del suo stile. « Non male — ha detto alla fine — siamo un po' ingenui ma possiamo migliorare ». / dirigenti del Torino Bacigalupo, cominciando dall'appassionato presidente Travaglini, già sognano la prossima stagione. Matthew tornerà in Inghilterra in estate, ma a settembre sarà di nuovo in Piemonte. Figlio del presidente della Federazione del Middlesex, che è pure un magnate del whisky, Jonathan è stato mandato dal padre a Canale, presso la ditta Barbero, per istruirsi sulla produzione vinicola italiana. Ha accettato pieno di curiosità, anche se dispiaciuto di dover lasciare per un poco il suo sport. Al Torino Bacigalupo ha trovato una delle poche isole rugbistiche del Piemonte, con lui nella prossima stagione la società tenterà l'attacco alla massima divisione. L'intelaiatura c'è, occorre maggiore esperienza. Il ragazzo del Middlesex sembra l'uomo adatto, benché così giovane, a fare da esempio, da punto di riferimento. Mercoledì lo si è visto sempre nel vivo del gioco, ma solo una volta ha tentato l'exploit individuale: una finta verso la touche. invece pallonetto a scavalcare l'avversario e poi via di forza sulla linea destra dell'out. Uno sprazzo, ma sufficiente a capire che è solo la mentalità del rugby inteso come gioco collettivo a frenarne gli spunti personali. E' sull'uno e ottantacinque di statura, corre a gi¬ nocchia alte da vero atleta, spinge e tallona con rara potenza. E' un terza linea centro, dovrebbe essere un ottimo coordinatore del gioco degli avanti. Nella selezione britannica veste la maglia numero otto, il segno dell'eccellenza. Quella che nella squadra azzurra tocca i a Bollesan. il nostro elemento più • rappresentativo. Solo che per noi, e anche per i francesi, essere l'uomo più in vista vuol dire fare spettacolo, mentre in Inghilterra il numero otto è il regista più continuo ed efficace. Jonathan Matthew assicura che l'anno prossimo ci sarà: « Ho molte cose da imparare a Canale — dice — ed è una esperienza che mi affascina. Adesso ho anche il rugby, e sono a posto. Differenze con l'Inghilterra? Beh, da noi c'è altra diffusione, con tutto quello che segue. Ci sono anche campi migliori di questo ». E guarda il prato del Motovelodromo che sembra terreno da patate. « Il campo Albonico che il Comune ci ha dato — interviene Travaglini — grazie all'interessamento del dott. Lucci, è meglio, ma non abbiamo tribune. Speriamo. Intanto già ci prepariamo lì, e c'è anche l'illuminazione. Sono finiti i tempi in cui ci si allenava di notte, come fantasmi». // Torino Bacigalupo, che ha trovato sportivissima ospitalità nella sede del sodalizio calcistico, al momento ha quattro squadre: quella di serie B seguita da Capello e Rossini — che va ancora in campo — finita terza in campionato; i * cadetti » guidati dal sempre appassionatissimo Gianfranco Marazzina al primo posto nel girone piemontese-ligure-lombardo; la formazione giovanile arrivata agli ottavi di finale del campionato italiano, seguita da Bissaca e Tamagnone; il minirugby affidato ancora a Travaglini, a Vigliano e Batlstini. Un complesso di dirigenti, tecnici, simpatizzanti molto affiatato, che contribuisce di tasca propria alle spese, sui 9 milioni per stagione. Da ricordare ancora Gigi Fogliato e Osvaldo Raviolo, mercoledì sul campo a fare il tifo e soffrire. Perché il rugby è cosi, o lascia indifferenti o prende alla gola. E con Matthew il Torino Bacigalupo conta di trovare nuovi tifosi. Magari andandoli a cercare Ih provincia, se necessario. Bruno Perucca Jonathan Matthew in azione nel suo debutto << torinese »

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